Uno spettacolo esilarante in vernacolo pugliese ha divertito il pubblico del teatro Grandinetti di Lamezia Terme, che ha assistito alla commedia in due atti “La banda degli onesti” di Antonello Avallone, con la regia di Silvano Picerno, nell’ambito della rassegna regionale “Vacantiandu”, organizzata dall’associazione culturale “I Vacantusi”, sotto la direzione artistica di Nicola Morelli e Diego Ruiz, e direzione amministrativa di Walter Vasta.
Una rivisitazione del famosissimo film di Totò, offerto però in chiave moderna: la banconota da 200 euro che devono stampare i tre protagonisti sventurati della banda rivela infatti l’attualità dell’ambientazione che, con ritmo elevato, rende lo spettacolo accattivante e ricco di colpi di scena. Una commedia leggera, che ha divertito molto il pubblico, soprattutto quando gli attori si sono lasciati andare al dialetto pugliese e quando hanno inserito nel loro copione passaggi legati alla vita cittadina di Lamezia Terme.
Bravi tutti gli attori sul palco, che con la loro verve e la loro mimica perfetta, sono riusciti a tenere sempre alto il ritmo in scena.
Tutto ruota intorno al portiere morto di fame di nome Antonio, interpretato da un bravissimo Silvano Picerno, che ha ereditato l’occorrente per fabbricare biglietti da 200 euro da un ex incisore della Zecca. Così, l’uomo convince il tipografo Giuseppe Lo Turco, magistralmente interpretato da Leo Coviello, e il pittore Tommaso Cardoni, interpretato dal bravissimo e promettente Giorgio Zuccaro, ad aiutarlo a fabbricare le banconote. Dopo diversi tentativi di convincimento, soprattutto per necessità impellenti dei tre “amici”, il portiere, il tipografo e il pittore si recano nella bottega del tipografo e iniziano a stampare le prime banconote da 200 euro. I tre non riescono però subito a “piazzare” i soldi falsi, perchè la loro onestà tenta di prevalere sulla disonestà.
Alla fine, è toccato ad Antonio spacciare la prima ed unica banconota falsa, utilizzata per acquistare una schiuma da barba in una tabaccheria. Ma appena torna a casa, il portiere scopre che suo figlio Michele (interpretato da Pasquale Ceglie), che è finanziere, è stato trasferito dal Veneto proprio nella sua città e a lui è stato affidato l’incarico di trovare la banda di falsari presente in città. Ecco perchè alla fine, Antonio convince i suoi complici a desistere dall’impresa e non spacciare più banconote false. Anche se in realtà, nessuno dei tre del gruppo era riuscito a mettere a segno questo intento di spacciare soldi falsi, in quanto la loro onestà è prevalsa su tutto. In carcere è invece finita un’altra banda di falsari, che operava prima di loro e in modo più capillare. Il tutto, arricchito dalla superba interpretazione di altri due personaggi, che hanno resto ancora più divertente la commedia: il ragioniere Matera (interpretato da Michele Santomassimo) e Olga (interpretata da Antonella Macella) moglie tedesca del portiere.