Ritrovarsi con un pericolo sulla testa pronto a crollarci addosso, la sensazione è questa e pare non vi siano al momento soluzioni di una probabile ed immediata protezione.
La natura del fenomeno comincia a dividerci tutti tra opinioni e teoremi di facile comunicazione, dai social agli appelli, alle proteste che da tempo restano ai margini del dramma.
La bi-genitorialità comincia a far riflettere, la famiglia deve interrogarsi su principi e valori che per alcuni, hanno turbato nettamente questo presente, come risultato di uno status morfologicamente “patriarcale” e, dunque, da rivedere.
In qualche caso, però, c’è chi prende le distanze da ogni pregiudizievole convinzione in merito a quest’ ultimo concetto di famiglia remota e, cosi’, stabilitasi cristiana sin dal principio ed origine di ogni ruolo al suo interno.
Lode al manifesto di chi mantiene saldo il rispetto verso la donna affermando così un serio contrasto alla violenza di genere, ma cos’ altro ci vorrebbe per aprire lo sguardo sulla sacrosanta bellezza umana?
La libertà di espressione artistica, che in qualità di Presidente di un associazione culturale, intendo rafforzare come scopo sociale concreto per sensibilizzare tutti su un tema così sfuggito di mano, coinvolgendo i giovanissimi alla tenerezza dell’ arte “antica” verso quella contemporanea, con braccia così forti da risvegliare il romanticismo disperso alle mani ed al cuore.
Incontriamoci nell’arte come linguaggio aperto in ogni città dove tanti angoli cercano luci sempre accese, impegno costante e vigile per le insicurezze di uomini e donne, purtroppo, abbandonati nell’ indifferenza.
Il ruolo di ognuno è fondamentale, dall’ interezza fornita con spontanea collaborazione nel segnalare i disagi circostanti e presenti nonchè uditi tra le mura domestiche, al completamento di ogni forma di “visione” attiva sul lacerante nervosismo delle masse, coinvolte, chi prima e chi dopo, a sottostare inerti ed alla ricerca di una vera “rinascita”.
Ogni contributo intellettuale sia risorsa e nutrimento dello spirito, anche quando la fatica ne occulta il percorso di vita, tendersi un abbraccio e una carezza come partenza verso un mondo migliore, magari diverso, che sia spettacolo di noi grandi e piccini protetti dal virus della violenza ma con puro “sentimento” di genere.
John Nisticò