In questi giorni la Calabria è assurta alle cronache nazionali per il naufragio sulle coste del lido di Steccato di Cutro dell’ennesima imbarcazione del mare stracolma di migranti proveniente dalla Turchia e dai paesi limitrofi. Il bilancio è davvero drammatico con settanta morti, tra adulti e bambini, settanta superstiti e circa cinquanta dispersi.
Questa amara vicenda ripropone in modo pressante il tema della regolamentazione dei flussi migratori in Europa e dell’assenza di una linea comune delle nazioni che ne fanno parte. Il nostro Governo , ad esempio, ha una posizione divestra da molti altri e manifesta tutta la sua contrarietà allo sbarco dei migranti contravvenendo ad ogni legge che regola la navigazione sulle acque internazionali . Si deve ad un medico ed a un sacerdote, entrambi calabresi, che hanno avuto il coraggio di denunciare contraddizioni, rimpalli di responsabilità, omissioni, ritardi nei soccorsi, se questa triste tragedia, le cui dinamiche nella loro drammaticità sono tutte da vagliare e da accertare dagli organi competenti, non è passata inosservata ed ascritta, ancora una volta, come naufragio d’ immigranti che si consegnano a scafisti o a trafficanti senza scrupoli ed a organizzazioni mafiose pur di sfuggire alla loro precaria condizione di vita.
E’ davvero commovente constatare la solidarietà , l’accoglienza, l’aiuto manifestati ed offerti dai calabresi a questi profughi, sfatando così la vulgata che ci vuole dediti solo al malaffare e asserviti ai voleri dei potentati economici e politici del nord. E’ un segno della forte volontà di una parte dei calabresi che vogliono cambiare il loro status, ribellarsi al sistema esistente, creare le condizioni sociali ed economiche di un futuro migliore per i loro figli.
Questi segnali stridono, ahimè!, con quelli quasi opposti e contradditori che comunque emergono in strati della nostra popolazione e soprattutto in alcuni nostri rappresentanti istituzionali.
E soprattutto stridono con la freddezza , lontananza, quasi indifferenza della nostra Presidente del Consiglio Meloni che solo la coraggiosa lettera del Sindaco Vincenzo Voce pare sia riuscita a smuovere. L’annuncio della riunione del Consiglio dei Ministri a Cutro, tuttavia, è un atto tardivo e per certi versi inutile. Non è alla Calabria che deve mostrare la sua solidarietà ma a quei poveri morti, ai suoi parenti, a quelli che si trovano al Cara di Crotone, ai provvedimenti per il rimpatrio dei deceduti. Noi calabresi attendiamo altre iniziative ed altre solidarietà a cominciare dall’annullamento dell’autonomia differenziata o ad una sua profonda rivisitazione, dall’annullamento del gap tra nord e sud, per evitare che anche la Calabria naufraghi come quei poveri “cristi” giunti da terre così lontane.
Nicola Iozzo