Strade deserte, saracinesche abbassate, scuole chiuse, tutto tace. Il tempo sembra essersi fermato,adesso a prendersi la scena e diventare protagonista dei giorni nostri c’è solo un virus, che ha trascinato con sé anche il silenzio, la paura e ha scosso le vite di tutti noi, rimasti giù in platea, attoniti nell’assistere a questa macabra esibizione. Sta mettendo alla prova il mondo intero, ma non si può, non si deve restare a guardare, impotenti, credendo di doversi solo arrendere ai fatti, non è giusto.
È per questo che stiamo unendo le forze, utilizzando tutti i mezzi a nostra disposizione per fronteggiarlo. Se le strade sono desolate e tutto intorno a noi sembra essere avvolto dal silenzio, sui balconi le persone cantano l’inno del nostro paese, nelle camerette di ogni casa ci sono ragazzi scalpitanti, pieni di energia, che armati di computer, carta e penna scendono in campo per combattere il nemico.
È quello che sta succedendo anche alla SRC-Scuola di Recitazione della Calabria, che non molla la presa, ci tieni stretti a sé come una mamma e ogni giorno noi allievi insieme ai nostri docenti c’incontriamo attraverso uno schermo per parlare di arte, cultura e ci sentiamo vivi, perché è questo che fa l’arte, ti fa sentire vivo, suscita emozioni, è il nostro rifugio, la nostra arma, che tutto può.
Se fuori ogni cosa sembra essersi fermata e si attende l’epilogo di questa triste vicenda, dentro di noi dobbiamo trovare la forza di affrontarla nel migliore dei modi. Io lo sto facendo, sto cercando di combattere restando a casa e continuando il mio percorso al massimo delle mie possibilità e quindi continuo a confrontarmi con i miei colleghi, con i miei insegnanti, continuo le mie lezioni d’inglese, continuo a prendermi cura di me e della mia famiglia, e trovo la forza di farlo perché penso a quando dalla mia amata Sicilia, con zaino e valigia attraverserò lo Stretto e tornerò finalmente alle mie lezioni, nella mia aula, nella regione che mi ha ormai adottato, la Calabria.
Quando tutto questo finirà le cose che prima erano scontate, normali, quotidiane, si caricheranno del loro autentico significato, della loro giusta importanza, faremo caso agli abbracci, ai baci, al contatto, che adesso temiamo, persino le strette di mano avranno un altro sapore, il sapore della bellezza, della vita che dobbiamo assolutamente preservare con molta pazienza per poi riprenderla in mano con una consapevolezza nuova.
Giuseppe Ierace