La terza età, il 1946 e Soverato


 L’Università della Terza età ha voluto celebrare il ricordo del suo presidente scomparso, Franco Grisafi, e lo ha fatto nel migliore dei modi: continuando anche per il ventiduesimo anno le attività che finora Grisafi aveva volute e mantenute.

 La prolusione dell’anno accademico 2016-17, dopo l’introduzione della presidente Sina Montebello, e un ampio saluto del sindaco Alecci, che non si è risparmiato ai richiami amministrativi, è stata affidata a Gerardo Pagano, che ha scelto un tema assai attuale, in questo clima di referendum: i passaggi istituzionali che condussero dalla caduta del regime fascista alla repubblica. Lo ha fatto con serietà scientifica e ricchezza di particolari non solo e non tanto politici, ma soprattutto giuridici: Mussolini cade sotto il peso della sconfitta militare; cadono anche le istituzioni fasciste, sostituite con un governo militare; confuse trattative portano alla resa dell’Italia; il re Vittorio Emanuele III ripara a Sud, e si rifiuta di abdicare, solo nell’estate del 1944 rassegnandosi a trasmettere i poteri al figlio Umberto, con il titolo di luogotenente del Regno; intanto i partiti antifascisti richiedono spazio nella vita politica e nei governi, che non sono più militari; manca però ogni rappresentanza, e i governi si assumono anche la funzione legislativa. Il 9 maggio 1946, Vittorio Emanuele abdica, e sale al trono Umberto II; il 2 giugno il referendum vede prevalere i repubblicani per circa un milione e mezzo di voti.

 In un breve intervento, U. N. ha portato l’attenzione su Soverato, ricordando episodi bellici quali il cannoneggiamento di un sommergibile nemico, la battaglia di Badolato tra il presidio soveratese e gli Angloamericani, e l’episodio, di sorprendente valore simbolico della confusione di quegli anni: la sera del 7 settembre 1943, quindi a poche ore dall’armistizio, la contraerea posta sull’attuale Panoramica (“U chianu da batteria”, per la presenza di cannoni e mitragliatrici) abbatté un aereo americano.

 Soverato nel 1946, come quasi tutto il Sud e parte del Piemonte, votò monarchia. Fu influente la presenza dei Lucifero, casata nobiliare crotonese dalle curiose caratteristiche: tradizione culturale, idee “giacobine” e poi socialdemocratiche, ma agganci con il fascismo, i Savoia e il Vaticano. Don Falcone fu ministro della Real Casa fino alla morte di Umberto in esilio. Sua sorella, donna Teresa, aveva sposato Diego Marincola, ultimo barone di Soverato.

 A questa forte tendenza monarchica, faceva da contraltare una tradizione socialista. Emblematiche le conflittuali figure di due cugini, Filippo Caminiti di Rocco, unico podestà fascista, poi senatore liberale; e Filippo (Pippo) Caminiti di Domenico, noto socialista. Il socialismo, in Calabria, fu sempre borghese.

 Gianni Calabretta ha raccontato un fatto curioso. Arriva a comiziare un esponente repubblicano, e la banda musicale viene pagata per accoglierlo con note adeguate; ma i monarchi pagano, sotto banco, di più, e gli inni furono quelli sabaudi!

 Torniamo alla Terza età. La serata, come si vede, è stata di grande interesse; numerosa e qualificata la partecipazione.

 Lunedì inizieranno i corsi, con il calendario che si allega. I corsi richiedono l’iscrizione; le manifestazioni del venerdì sono libere e aperte al pubblico. Quest’anno, l’UNITER guarderà con attenzione ai giovani, quasi con la speranza di passare, un giorno, il testimone.

Ulderico Nisticò

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