Caro Tito! Giusto otto anni fa, il 04 ottobre 2012 mi hai pubblicato la prima lettera a te indirizzata. Un’avventura di scrittura che ha prodotto una media di quasi 38 puntate all’anno sulle tematiche più varie e, spero, utili. Adesso, per festeggiare il significativo traguardo delle 300 missive, penso che non ci sia cosa migliore che raccontarti una struggente quanto impossibile storia d’amore iniziata negli anni 50 e mai vissuta da vicino. Un sogno d’amore racchiuso nella seguente frase: “Il tuo dolce volermi bene mi fa sentire e provare sensazioni stupende come in una meravigliosa favola!!! … Sempre abbracciati. Serena notte!” … Firmato Rosalia.
1 – IL DIARIO DI UN SOGNO D’AMORE
Due settimane fa, un po’ dopo la metà di settembre 2020, mi è pervenuta una email con un allegato. Nel testo della email c’era scritto: “Gentile signor Lanciano, sono anni che seguo le Sue Lettere a Tito, per le quali mi congratulo. Da una di queste lettere ho preso i Suoi recapiti, tra cui questo indirizzo di posta elettronica. In accordo con il mio amatissimo Pancrazio, mi rivolgo a Lei che so sensibile alle vicende umane e sociali, per affidarLe il nostro “Diario di un sogno Amore” affinché ne possa trarre un racconto per i suoi lettori. Vorremmo, così, che il sogno che stiamo vivendo non svanisca completamente nel nulla, ma che possa invece continuare ad esistere e a dimostrare che si può amare sinceramente e profondamente pure alle soglie della vecchiaia ed anche avendo famiglia, con figli e nipoti. Sarebbe bello se questa nostra storia potesse diventare un film …”. Firmato: Rosalia. L’allegato contiene le trascrizioni di numerosissimi messaggi, scambiati via WhatsApp tra questa anziana signora e Pancrazio un suo coetaneo e compaesano emigrato in Venezuela, reciprocamente innamorati fin dai banchi della scuola elementare.
Adesso provo a raccontare questa struggente quanto impossibile storia d’amore dei nostri giorni, per come si evince dalle trascrizioni quotidiane che vanno dal mese di giugno fino a metà settembre 2020, integrate da alcune telefonate intercorse con la signora Rosalìa per completare la conoscenza dei fatti. Ringrazio, intanto, la signora Rosalia e il signor Pancrazio per la fiducia dimostrata. E li ringrazio, poi, anche a nome di www.costajonicaweb.it e dei suoi lettori per il prezioso dono della loro incredibile quanto avvincente storia d’amore. Un dono che consideriamo davvero un privilegio.
Da parte mia proverò ad inviare questa “Lettera a Tito n. 300” agli Editori che possano essere interessati a pubblicare in un libro questa originale “sogno d’Amore”, così come proverò ad inviarla alle maggiori case cinematografiche (comprese le sezioni Cinema e Fiction di Rai e Mediaset). Speriamo che tale racconto vada molto al di là di www.costajonicaweb.it e di altri siti amici (come www.soveratoweb.com e www.ilReventino.it) che solitamente riprendono e rilanciano le “Lettere a Tito” ed altre mie note giornalistiche.
2 – GLI ANNI DELLA SCUOLA ELEMENTARE
La vicenda inizia nella Sicilia jonica, attorno a Taormina (in provincia di Messina), agli inizi degli anni cinquanta. Pacrazio è figlio di un calzolaio e frequenta la quarta elementare nella scuola del suo paese. Verso la metà di ottobre, nella sua classe entra il Direttore Didattico che parla con la maestra, cui presenta una bella bambina. E’ la figlia del nuovo medico condotto che si è trasferito con la famiglia da Palermo. Nella fila accanto al banco dove è seduto Pancrazio c’è un posto libero e la maestra fa sedere lì la nuova arrivata che si chiama Rosalìa. In classe c’è un silenzio di ammirazione per questa bambina che proviene da lontano, dalla città capitale della Sicilia e si nota essere diversa pure per l’abbigliamento più curato e il comportamento più distinto.
Pancrazio accoglie Rosalia con un largo sorriso e con un timido ciao. Tra i due nasce una immediata simpatia. Dopo la scuola, nei pomeriggi Pancrazio va dal padre, in bottega, ad imparare il mestiere di calzolaio e spesso Rosalia, passa di là, con una qualche scusa, per scambiare quattro chiacchiere con il suo compagno di classe, parlando a volte anche dei compiti fatti o da fare. D’estate Pancrazio può andare al mare soltanto la domenica ed è felice perché sulla spiaggia c’è pure Rosalia con la quale può giocare e fare il bagno. Finita la quinta elementare, Rosalia verrà messa in un collegio di suore per frequentare la scuola media. Pancrazio, invece, sta per emigrare con tutta la famiglia verso il Venezuela, in America Latina, dove il padre ha un fratello che li aspetta per rafforzare la sua attività di calzolaio e di commerciante di scarpe.
3 – IL DISTACCO E LA LONTANANZA
Rosalìa è molto triste, quasi disperata per la partenza di Pancrazio. Entrambi, poco più che bambini, ormai si considerano fidanzatini, come lo si può essere alla loro età, ma di tutto sentimento. Pancrazio la rassicura, dicendole che in Venezuela lavorerà sodo per fare tanti soldi e tornare in Italia per sposarla. Prima di Natale la famiglia parte per il Venezuela, senza che Pancrazio possa salutare Rosalìa, poiché questa è in collegio dalle suore in una città vicina. L’ultima volta che si sono visti è stato durante le brevi vacanze di tutti i santi. Si erano giurati eterno amore, con la promessa di aspettarsi. Intanto, però, tra i due cala il più assoluto silenzio. A quei tempi era difficile comunicare, specialmente dal sud America, che, a differenza della cosiddetta “America buona” (gli Stati Uniti e il Canada), veniva considerata la “terra della dimenticanza” proprio perché, per questa difficoltà di comunicazione (affidata quasi esclusivamente alle lettere e ad un servizio postale alquanto inefficiente) e per altri motivi, gli emigrati in quelle terre tendevano ad allentare troppo i legami con la madre-patria.
Tuttavia, Rosalia, in estate, ricevette una lettera con cui Pancrazio la informava della sua nuova vita in quella lontana terra. Rosalia rispose con affetto ed incoraggiamento. Poi più nulla. In Venezuela, come in tutta l’America Latina, le cose non andavano bene e la famiglia di Pancrazio aveva difficoltà ad ingranare. Tornare in Italia avrebbe significato ammettere una sconfitta. Ma pur di riuscire, la famiglia di Pancrazio si sottopose a notevoli sacrifici, impegnando nello sforzo comune tutti i suoi componenti. Conoscendo altri italiani più ricchi, Pancrazio capì che costoro avevano l’abitudine di usare prodotti che provenivano dall’Italia, un po’ perché erano di migliore qualità e un po’ per la nostalgia della patria lontana. Così, convinse la sua famiglia di iniziare il commercio di scarpe fabbricate in Italia. La cosa piacque non soltanto alle comunità italiana più danarosa ma anche alle persone ricche di Caracas, la capitale, dove la famiglia di Pancrazio si era nel frattempo trasferita da una cittadina dei sobborghi.
Pancrazio, per dimostrare tutto il suo affetto, spedì a Rosalia un paio di scarpe fatte appositamente da lui. La lettera di ringraziamento arrivò dopo alcuni mesi a Caracas. Rosalia fu felice di questo dono e, in un messaggio whatsapp di luglio, dice che ancora conserva quelle scarpe tra i suoi ricordi più belli. Fatto sta che la lontananza comincia a pesare anche su Pancrazio e Rosalia, che nel frattempo viene corteggiata strettamente dal figlio di un collega di suo padre, mentre invece Pancrazio pensa sempre e solo a Rosalìa.
4 – L’INATTESO MATRIMONIO DI ROSALIA
Per la famiglia di Pancrazio (che a Caracas è aumentata di due figli, un maschietto ed una femminuccia) restava difficile tornare in Italia anche se per un breve periodo di vacanza. Non era facile affrontare le spese di un viaggio e di una permanenza per sei persone. E Pancrazio non si poteva muovere, essendo divenuto essenziale per gli affari di famiglia. Intanto, Rosalìa frequenta la facoltà di matematica nella stessa Università dove Calogero, il suo più assiduo corteggiatore studia per diventare medico come papà. Rosalìa, pur pernottando in un pensionato di suore, è libera tutta la giornata. Un giorno, fingendo di stare molto male, Calogero attira Rosalìa nel suo appartamento da studente la violenta. La ragazza resta incinta ed entrambe le famiglie costringono i due ragazzi a sposarsi, anche se non hanno concluso il loro percorso di studi universitari. Quelli erano gli anni della vicenda umana e giudiziaria di Franca Viola, la ragazza di Alcamo (in provincia di Trapani) che si ribellò alla violenza carnale e ad un matrimonio che le veniva imposto. La sua vicenda destò clamore anche all’estero e contribuì a far cambiare la legislazione italiana, pure perché fu la prima donna a rifiutare il cosiddetto “matrimonio riparatore”.
Ma Rosalìa, per vari motivi, non poté ribellarsi, principalmente perché di mezzo c’era un bambino, il figlio che aveva diritto di crescere in una famiglia normale e il più possibile serena. L’educazione remissiva ricevuta dalle suore, l’esaltazione del sacrificio (in particolare da parte delle donne), che regnava nella mentalità siciliana e meridionale del tempo, contribuirono ad indurre Rosalìa a sacrificare sé stessa per il bene e la tranquillità del figlio e delle famiglie. Non ci fosse stato quel figlio, probabilmente la ribellione sarebbe stata possibile. Così, Pancrazio seppe di questo inatteso matrimonio proprio mentre si stava preparando a tornare in Italia per chiedere a Rosalia di sposarlo. A 22 anni era in grado di sostenere bene le spese di un matrimonio, anche se c’era una notevole differenza di classe che pesava ancora nella Sicilia della fine degli anni sessanta, proprio nel periodo di Franca Viola.
Ci vollero ben dieci anni di “elaborazione di questo tremendo lutto” prima che Pancrazio, pure per insistenze dei suoi familiari, si decidesse di formarsi una propria famiglia, anche se Rosalìa restava nel suo cuore. Ma il dolore e il senso di sconfitta impedivano a Pancrazio di tornare in Sicilia. Per il suo viaggio di nozze le mete furono quelle classiche: Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Capri e in particolare Pompei, poiché la moglie di Pancrazio, essendo figlia di emigrati di Sorrento e buona cattolica, si mostrava molto devota della Madonna del Rosario. I parenti siciliani avrebbero dovuto attendere ancora parecchi anni prima di rivedere Pancrazio e la moglie.
5 – IL PRIMO BACIO
Pancrazio era solito venire in Italia per alimentare le importazioni per la sua catena di negozi in Venezuela, che non si limitavano più alle sole scarpe ma, da qualche anno anche a tutto ciò che rappresentava l’evocativo Made in Italy. Nel 2000 il suo nonno paterno compiva cento anni. Così tutta la sua famiglia è tornata in Sicilia per i festeggiamenti, ma anche per l’Anno Santo. Per puro caso, camminando da solo sul lungomare, incontra Rosalia che stava facendo una passeggiata in bicicletta. Erano ultracinquantenni. Ed avevano entrambi il bisogno di chiarirsi e di manifestarsi. Hanno parlato dei loro sentimenti rimasti intatti dopo oltre 40 anni di lontananza. Rosalìa aveva sempre chiesto di lui ai parenti rimasti in paese, non lo ha mai dimenticato. Adesso sono entrambi nonni ed il loro destino è segnato. Rosalia invita a casa Pancrazio a prendere un caffè. Non c’è nessuno dei suoi in quel pomeriggio di settembre ancora caldo e morbido. Faceva piacere a Rosalia far vedere dove viveva, così poteva pensarla meglio ed avrebbero parlato senza occhi indiscreti, essendo la sua villa distante dal centro abitato e circondata da alte siepi.
Dopo avergli fatto vedere la casa, le foto di tutti i suoi cari, compresi i due nipotini, il giardino e anche l’orto dove si diletta a coltivare primizie, al caffè i due si ritrovano abbracciati ed è inevitabile un bacio, il loro primo ed unico bacio. Un bacio tormentato per Rosalìa, il cui pudore e la cui educazione non le permettono di andare oltre, pur amando moltissimo. Ma è bastato quel bacio per confermare che l’antico sentimento era ancora forte ed integro. Dopo quell’episodio felice, Pancrazio, tornato in Venezuela, e Rosalìa si tennero in contatto per qualche mese. Poi, Rosalìa, forse presa dai rimorsi della tentata infedeltà coniugale, non si fece più sentire. Non trovava giusto continuare una relazione, seppure innocua e a distanza. Gli scrupoli morali verso la propria famiglia e quella di Pancrazio furono più inibenti dei suoi pur forti sentimenti.
6 – ALTRI 20 ANNI DI SILENZIO
Così, tra Pancrazio e Rosalìa è tornato un altro lungo silenzio. Venti anni di silenzio, dovuto pure a tanti problemi familiari di entrambi e, per Pancrazio, al sempre contrastato clima politico del Venezuela che metteva a repentaglio decenni di lavoro. Ormai Pancrazio non veniva più in Italia nemmeno per i suoi affari che delegava al figlio maggiore. Non si poteva allontanare da Caracas, poiché era necessario vigilare e difendere le sue proprietà, cercando nel frattempo di rendere autonomi i figli nella conduzione delle aziende che aveva realizzato con enormi sacrifici. Così, finalmente, a gennaio del 2020 è riuscito a passare il timone degli affari di famiglia ai figli e in febbraio stava per tornare in Italia, al suo paese natìo, per verificare se avesse potuto viverci buona parte del tempo della sua anzianità e vecchiaia. Ma il vero scopo era stare almeno a contatto visivo con Rosalìa, indimenticato amore. Purtroppo lo scoppio della pandemia del Covid-19 ha bloccato tutto. Così ha dovuto rinviare la venuta in Italia nel mese di giugno.
Una mattina Pancrazio si era recato all’Ufficio Tecnico del suo Comune per chiedere alcune informazioni circa l’acquisto di una casa dove vivere nei mesi che aveva intenzione di passare nel suo paese natale. Dall’altra parte del corridoio sente provenire una voce conosciuta, quella di Rosalìa. Lascia da fare tutto e va verso di lei, che si mostra sorpresa ma assai lieta nel vederlo comparire all’improvviso. Ed è un riaccendersi dell’incendio. Fuoco sotto cenere diventa incendio al primo vento. E, questa volta, anche se nonni, sono entrambi decisi a vivere finalmente e fino in fondo la loro storia d’amore, l’unica che hanno sentito veramente loro lungo tutta la vita. Ma il destino sembra che abbia invidia degli innamorati felici e cerca di ostacolarli in ogni modo. Proprio come l’assassino di Lecce che la sera del 21 settembre scorso ha massacrato due innamorati soltanto perché li vedeva troppo felici. Paradossale, ma non è la prima volta che vengono uccise persone perché erano apparse felici. La felicità è sempre rivoluzionaria. Come la bellezza. E Rosalìa è troppo bella – di dice Pancrazio – per poterne stare ancora lontano. Basta mordersi le mani per tutto ciò che si è perso in quest’assurda lontananza di quasi 60 anni! Bisogna salvare il salvabile. Dulcis in fundo! Sicuro.
Così, dopo appena una settimana di permanenza a Taormina, Pancrazio fu richiamato urgentemente dai figli a Caracas, dove alcuni teppisti avevano saccheggiato due suoi negozi, staccandosi da un corteo di protesta contro il governo. L’idillio di Taormina è stato breve, ma sufficiente per far capire a Pancrazio e Rosalia che non avrebbero potuto e dovuto lasciarsi più, costi quel che costi, poiché la loro vita avrebbe avuto significato e felicità soltanto amandosi da vicino. Intanto, si tengono legati con il telefonino, costantemente, possibilmente ora per ora, giorno per giorno … finché il loro sogno d’Amore non si potrà realizzare, veramente e finalmente! Ed eccoci al racconto di questo idillio estivo tra Pancrazio e Rosalia, ancora una volta distanti, ma fermamente convinti che sia giunta l’ora della loro felicità dopo 60 anni di assurda lontananza.
7 – L’IDILLIO
Caro Tito, per farti capire come stanno le cose, ritengo sia utile trascrivere alcuni loro messaggi, non in ordine cronologico ma così, a caso, giusto per dare un’idea. Lo scorso 10 settembre alle ore 15,21 così Rosalia scrive a Pancrazio: << Questa mattina mi sono svegliata e dopo aver letto i tuoi meravigliosi pensieri ho avuto quella strana sensazione di pianto forse perché vorrei averti accano a me, per la tristezza e per tutto quello che ho perso. Per il passato ma anche per questo curioso presente … Perché abbiamo preso strade diverse che ci hanno portato a destinazioni diverse … Per tutto l’amore che sto ricevendo da te ma soprattutto quella sensazione di pianto di felicità per averti ritrovato!>>. C’è da avere i brividi, vero, per così tanta meravigliosa intensità e verità sentimentale!
Ma andiamo un po’ indietro a quando Rosalia viene presa nuovamente dai rimorsi e si dimostra un po’ incerta … però non perché non ami Pancrazio ma perché cresciuta nel senso del dovere (leggi pure sottomissione femminile) e della moralità più stringente che però la privava di quella dignità e libertà minima che ogni persona dovrebbe avere, pur nel rispetto degli altri. Ecco cosa scrive giovedì 13 agosto 2020 alle ore 22.07: <<Caro Pancrazio, in questi giorni non ti ho scritto perché mi sono resa conto di essere stata molto invadente entrando nuovamente così all’improvviso nella tua vita e forse involontariamente l’ho sconvolta non pensando, egoisticamente, che hai una persona accanto e che io non ho nessun diritto di essere nei tuoi pensieri … perdonami! Ti penso. Buonanotte! >>
Ma il giorno dopo, venerdì 14 agosto, a distanza di poco più di 16 ore, alle 15,40 Rosalìa così scrive: << Caro, solo adesso mi rendo conto di quanto sono stupida creandomi problemi inesistenti, sentendomi sempre in colpa per ogni anche più piccolo pensiero. I miei sentimenti nei tuoi riguardi non sono cambiati e non voglio essere soltanto tua amica e tu per me non sei soltanto un amico, mi lega a te un sentimento che va oltre l’amicizia!!! … Spero di non aver rovinato tutto tra noi proprio adesso che ci siamo ritrovati. Un bacio con tutto il mio amore !!! >>
8 – LE FOTO E LA SOAVITA’
Per tutta l’estate, a Pancrazio, via whatsapp, Rosalìa invia di sé belle foto in costume da bagno, splendidi bikini. Se lo può permettere. A oltre 70 anni appare ancora una donna avvenente e dimostra un’età di molto inferiore. A vederla in foto non le daresti più di 40 anni. Ha un viso da ragazzina e denti belli e perfetti. Dagli occhi emana una luce chiara, profonda ed intensa. La sua pelle ambrata sembra ancora di seta, non ha smagliature ed il suo corpo è assai tonico come un’atleta. Frutto di una lunga educazione motoria e comportamentale, di palestra, di nuoto in mare e in piscina, ma anche di yoga e di meditazioni orientali. Insomma, Rosalìa è una donna giovanile e ancora piacente; tanto da essere ancora corteggiata e da ricevere inviti galanti. << Ti mantieni così giovane perché sei professoressa di matematica e la matematica aiuta a mantenersi giovani! >> Le ha scritto Pancrazio. << Che emozione! Il mio cuore fuoriesce dal corpo per la felicità, la bellezza e i sogni che ispiri. Sei la più bella e sensuale donna del mondo. La più amabile e desiderabile. Complimenti per la linea, le forme e la inimitabile soavità >>. Questo concetto della “soavità” ricorre spesso nei messaggi di Pancrazio a Rosalìa. E sembra essere la caratteristica di questo rapporto amoroso.
Entrambi diventano sempre più romantici, come rapiti da un sentimento di un amore ancora adolescente. In fondo (e lo dicono entrambi in più occasioni) questo loro ritrovarsi dopo oltre 60 anni è come se riannodassero le fila interrotte da quando facevano le scuole elementari e la loro grande simpatia reciproca non poteva, alla fin fine, che trasformarsi in amore, pure per aver condiviso momenti importanti nella primavera della loro vita. Pancrazio le manda tante foto dell’ambiente in cui vive quotidianamente, ma si attarda pure a fotografare con il telefonino e poi ad inviarle in tempo reale situazioni che lo hanno emozionato. Ad esempio, se non fosse stato innamorato, non avrebbe mai alzato gli occhi al cielo ad osservare il sole e le nuvole, le albe ed i tramonti. Ha sempre vissuto una vita orizzontale, sempre di corsa nel reggere i suoi affari commerciali. Per il benessere della propria famiglia. Invece, adesso, si attarda a fotografare due piccioni che tubano su una grondaia, ad ammirare due innamorati che si abbracciano teneramente o che si baciano, ad accorgersi che in tutti questi decenni non ha perso soltanto l’amore di Rosalia, ma tutto un genere di vita che nutre l’anima.
Pancrazio è il paradigma del mondo di oggi che non corre per la felicità ma per la ricchezza (fuggendo dalla povertà) credendo così di fare il bene della famiglia, non accorgendosi invece che lascia indietro valori ed emozioni troppo importanti per la propria vita e per quella dei propri cari. << Avrei voluto campare a pane e cipolla ma stare ogni giorno con te >> ha scritto a Rosalìa in un messaggino di tristezza che sembra il manifesto di tante generazioni, intimamente pentite di essere andate via dal proprio paese ma costrette a dimostrare di aver fatto fortuna emigrando. L’ho sentito dire a tanti emigrati, ma la realtà è più dura del rammarico. Non sarebbero bastati << pane e cipolla >> per il semplice fatto che non c’era né l’uno né l’altra. Sarebbero stati un binomio perfetto, il simbolo della felicità, proprio come Pancrazio (il pane) e Rosalìa (la cipolla). L’impresa è tenere insieme questi due essenziali elementi della felicità. Come un’immane impresa sembra essere quella di Pancrazio e di Rosalìa nel poter vivere un semplice e naturale Amore. Tuttavia, in fondo ai loro messaggini e a questo loro cercarsi e amarsi c’è una soavità immensa che sembra essere la loro colonna sonora. Forse perché, in fondo, hanno mantenuto puro il loro animo di bambini innamorati sui banchi di scuola.
Pure a Rosalìa capita di soffermarsi di più ad ammirare con occhi diversi (come può guardare chi è innamorato) tutto ciò che le sta attorno e che, magari, prima non riusciva a vedere. Attraversando la strada, nel prato dopo un semaforo, riesce persino a notare due margheritine che sembrano abbracciate in mezzo al verde. Cosa che non avrebbe mai e poi mai osservato se non fosse innamorata. E non vede l’ora, freme di inviare a Pancrazio queste curiosità che la legano ancora di più a lui, in questa condivisione di delicatezze e di bellezza.
9 – LA MUSICA
Chi l’avrebbe mai pensato?… Si scambiano pure musica. Proprio come due adolescenti. Specialmente canzoni che abbiano parole d’amore intense o che rispecchiano la loro situazione. In uno dei messaggi, accanto al link sonoro della canzone cantata da Ornella Vanoni insieme a Jovanotti (alias Lorenzo Cherubini), Pancrazio ne scrive pure i primi versi, facendo notare a Rosalìa, quanto siano veri, per loro due, questi versi: << Io so che ti amerò, per tutta la mia vita ti amerò e in ogni lontananza ti amerò e senza una speranza io so che ti amerò; ed ogni mio pensiero è per dirti che io so che ti amerò per tutta la mia vita, io so che piangerò ad ogni tua nuova assenza piangerò, ma il tuo ritorno mi ripagherà del male che l’assenza mi farà. Io so che soffrirò, la pena senza fine che mi dà il desiderio d’essere con te per tutta la mia vita … >>.
A volte spunta pure qualche canzone popolare, più da parte di Pancrazio che dimostra così di essere rimasto attaccato anche con la musica regionale alla sua Sicilia nei lunghi anni di emigrazione. Invece, in fatto di musica, Rosalìa appare più sofisticata, poiché invia a Pancrazio arie d’Opera, brani di musica Sinfonica o da Camera, persino sonorità Jazz o di altri generi, alquanto lontani dai gusti popolari. E’ evidente che i due hanno avuto percorsi educativi ed esistenziali quasi completamenti diversi. Ma ciò non li rende distanti, anzi, mostrano una tendenza a fondersi e ciò è garanzia di un amore vero ed appassionato. La voglia di condividere tutto è totale e tutto ciò contribuisce a renderli “coppia”.
8 – ALTRE FRASI D’AMORE
Pescate qua e là, nelle trascrizioni dei loro messaggini, ecco alcune altre frasi d’amore che si sono scambiate la scorsa estate Pancrazio e Rosalìa. Costei, lunedì 13 luglio alle ore 18.39, così gli scrive: << Le tue parole sono belle, penetranti e sensuali. Sento come se tu volessi fare l’amore con le parole, che tu mi voglia penetrare e possedere, abbracciare ed avvinghiare. Mentre a me mancano le parole per descriverti tutto ciò che provo di così tanto meraviglioso. Grazie, mi fai sentire molto femmina e donna come non lo sono mai stata! >>. Il giorno dopo, martedì 14 luglio alle ore 17,49 ecco cosa scrive a Pancrazio: << Sono a Palermo. Sono venuta a vedere mia figlia e i miei nipotini che mi mancano sempre tanto. Scusa se non riesco a scriverti come vorrei, ma qui c’è molto da fare, i bambini sono troppo vivaci e mi impegnano completamente. D’altra parte, non ho la possibilità di vederli quanto è nel mio desiderio di nonna. Mi fa piacere quando mi dici che sono molto importante per te. Anche tu lo sei da sempre, fin da quando eravamo bambini. Continui ad essere importante anche adesso e certamente più di prima, perché tu hai fatto continuamente parte della mia vita! Ti voglio bene! Sei la mia vita! >>.
Una volta che Rosalìa confida di essere triste, Pancrazio le invia il link della canzone brasiliana “La Banda” (1967) di Chico Barque de Hollanda per come cantata da Mina e la esorta ad allontanare la malinconia e la tristezza. Nel pomeriggio di ferragosto tra i loro dialoghi c’è questa frase assai indicativa: << Grazie a te per accettarmi così come sono … una persona molto lunatica ed insicura … Ma ci sei tu! … >>. La mattina del 20 agosto trovo questa semplice ma significativa frase, accompagnata da emoticon molto attinenti ed espressivi: << Scambiarsi il buon giorno così rende la giornata più luminosa. Oggi un bacio molto intenso ! >> . Martedì 25 agosto pomeriggio alle ore 15,27, Rosalia: << A volte passo apposta dal Bar dove insieme abbiamo bevuto il caffè e ci siamo raccontati di tutti quegli anni che non ci siamo visti … Che emozione ogni volta! >>. Giovedì 27 agosto, ancora Rosalia inviando una foto del crepuscolo e un suo stupendo selfie di donna felice: << Ti dedico l’ultima luce di questa lunga giornata piena di gioia per le bellissime parole che mi hai dedicato. Baci baci baci all’infinito con tutto il mio amore!>>.
Lunedì 7 settembre, alle ore 16,28 Rosalia: << Non dirmi sempre che sono bella … Va a finire che ci credo davvero!!! >>. Dopo un dialogo che possiamo immaginare, Rosalia scrive alle 17,10: << Mi fai arrossire!!! >> facendo seguire alcune emoticon. Questo lunedì 7 settembre è stato un giorno davvero assai intenso di frasi d’amore tra i due, tanto è che alla fine della giornata (alle ore 22,43) così conclude Rosalia: << Il tuo dolce volermi bene mi fa sentire e provare sensazioni stupende come in una meravigliosa favola !!! (emoticon grande cuore palpitante) Sempre abbracciati, serena notte (altre emoticon) >>. Che è la frase con cui ho iniziato questa Lettera n. 300 e che è indicativa di questo piccolo-grande sogno d’Amore tra Pancrazio e Rosalìa. Il giorno seguente, alle ore 09.27 di martedì 8 settembre, Rosalia, fa uno spot per il mare di Taormina, il nostro stesso mare Jonio: << Dal mare più bello del mondo, ti dedico ogni minuto della mia giornata! >> . Seguono foto ed emoticon molto eloquenti.
9- SEMPRE ABBRACCIATI
La sera, quando si salutano per darsi la buona notte (solitamente tra le 21 e le 23 ora italiana), Pancrazio e Rosalia concludono i rispettivi messaggi con << sempre abbracciati >> (espressione riferita alla notte da trascorrere idealmente a dormire insieme). La precedente frase del 7 settembre ne è un esempio. Ovviamente, l’espressione di stare sempre abbracciati viene coniugata e declinata in varie altre forme. Un’altra bella espressione che si scambiano ricorrentemente è << da sempre a sempre >> per significare che il loro amore esiste da sempre e che è per sempre. Poi, ho notato un’altra consuetudine, fin dal giorno in cui Rosalìa ha fotografato le due margheritine nel prato verde: sia l’uno che l’altro iniziano ogni seppur piccolo messaggio con due margheritine per come trovate nell’apparato degli “emoticon”. Dicono che le hanno adottate come simbolo della loro unione.
Devo dirti, caro Tito, che queste tre espressioni (sempre abbracciati – da sempre a sempre e le due margheritine) mi hanno molto emozionato, per la loro intensità e semplicità. E in questa loro semplicità c’è tutto il sogno d’Amore di Pancrazio e Rosalia. Giovedì 10 settembre alle ore 23.05, Rosalia scrive: << Una dolce notte con tutto il mio cuore (x) sempre abbracciati, a domani (xxxx) >>. Le “x” stanno per emoticon. Rosalia (ore 00,16 di martedì 15 settembre): << Sempre abbracciati perché i nostri cuori possano rimanere uniti per sempre >> (serie di emoticon). E Pancrazio risponde: << Sempre avvinti e convinti nell’abbraccio più vibrante e appassionato. Buona notte >>. E sembra che il fuso orario tra Sicilia e Venezuela non esista. Esistono solo loro e la loro storia d’Amore.
10 – EMOTICON – FACCINE – STICKER
Si legge su Wikipedia che << Le emoticon o faccine sono riproduzioni stilizzate di quelle principali espressioni facciali umane che esprimono un’emozione. Vengono utilizzate prevalentemente su Internet e nella messaggistica istantanea come componenti extra-verbali alla comunicazione scritta >>. Ormai, chi più chi meno, ne facciamo uso un po’ tutti. Ed è anche divertente e, a volte, persino creativo. Rosalìa è più brava e fantasiosa non soltanto ad usare questo mezzo espressivo ma ricorre spesso anche agli “sticker” ovvero una specie di etichette anche animate e dinamiche per evidenziare con più forza ed efficacia sentimenti e stati d’animo.
C’è una piccola differenza tra il genere di emoticon usati da entrambi. Pancrazio, ad esempio, usa un segno (la fiamma, come simbolo della passione fisica) che Rosalìa non usa mai. E questo potrebbe essere indicativo delle due personalità. Piano piano, messaggio dopo messaggio, l’uno tende ad usare le emoticon dell’altra e viceversa. Penso che ogni coppia, alla fine, si fa un proprio linguaggio espressivo dei sentimenti, delle emozioni e dei desideri.
11- LE TELEFONATE
Caro Tito, ciò che mi ha meravigliato (in questa storia d’amore “sui generis”) è il fatto che non ci siano state (almeno finora) delle video-telefonate via skype, come è ormai frequente, specie quando ci si parla da così lontano (ad 8mila km di distanza) tra Italia e Venezuela. Tra giugno e settembre 2020 sono intercorse poche telefonate, a fronte di un traffico di messaggini assai notevole. Non ho capito cosa impedisca ai due di aumentare la frequenza delle telefonate né ho capito perché non adottano le video-chiamate. Comunque, quando stanno al telefono lo fanno per due o tre ore di continuo. Quindi hanno tante cose da dirsi. Non c’è una trascrizione di ciò che si dicono per telefono, ma possiamo immaginare che (oltre a manifestarsi i reciproci sentimenti) si raccontano vicende dei decenni che non hanno potuto sapere l’una dell’altro e viceversa.
12 – UN IMPOSSIBILE SOGNO D’AMORE ?
Nei loro messaggi Pancrazio e Rosalìa fanno spesso riferimento al << nostro più bel sogno d’Amore >> e non so interpretare se credono effettivamente che la loro storia resti un sogno e che si possa realizzare veramente. Certo è che entrambi hanno una famiglia “inestricabile”. Ma l’amore è come il vento, come la libertà, come la luce … non conosce confini o non ne tiene conto. Però i confini ci sono ed anche difficili. Ardui. Insuperabili. Ma è meglio non pensare. Adesso è tempo di vivere questo sentimento che ha radici così lontane. Adesso è tempo di lasciarsi andare sulle ali meravigliose del sogno. E’ come entrare nel mistero. Ne sono consapevoli e, a parole, sono pronti entrambi alle conseguenze della realtà. Intanto, amandosi così sono convinti che non offendano e non facciano male a nessuno. Per fortuna che i telefonini sono concepiti ed accettati come una “zona franca” (spesso proprio come zona del sogno) nel senso che ne viene rispettata la “privacy” … però la cronaca è piena di mogli o mariti o addirittura figli che entrano in questa zona franca, in questa “privacy”. Come la mettiamo in questo caso?…
Non so se Pancrazio e Rosalìa abbiano parlato al telefono di tale rischio o eventualità, poiché nella trascrizione dei messaggini non c’è traccia palese. Solo qualche accenno ad essere disposti fino alle estreme conseguenze, perché troppo intenso è questo loro sentire. Audaci. Intrepidi!… Nel mondo sono a centinaia di milioni le coppie che vivono tali situazioni. Osano. Azzardano. Ma sono felici. Certo, nel caso di Pancrazio e di Rosalìa, in un’età “vegliarda” tra i settanta e gli ottanta anni cosa può succedere di veramente fastidioso ad una coppia come loro?… L’incognita resta comunque a ricordare che un qualche rischio c’è sempre. Siamo pur sempre in Sicilia, dove ancora le passioni sono come la lava dell’Etna che prima o poi può esplodere, inavvertitamente. Ma forse, da indegno osservatore, caro Tito, dici che sono troppo pessimista? … Non saprei. E’ comunque bella, questa storia d’amore che, tramite il web, abbiamo l’onore e l’onere di presentare all’universo-mondo, specialmente a quello magico degli innamorati. E per il momento accontentiamoci di averla conosciuta così meravigliosa ed intensa come è documentato in queste trascrizioni, le quali – nelle intenzioni di questa coppia intensa e coraggiosa – hanno il valore di una testimonianza … della prova vissuta di un uomo ed una donna che si sono rincorsi per più di 60 anni e alla fine, come per un miracolo, si ritrovano con la voglia di non lasciarsi più e di vivere fino in fondo la loro felicità e questo loro sentimento, il più appagante della loro vita. Pancrazio afferma, in più di un messaggino, che la loro storia reggerà perché << ha un significato >>.
13 – IL SIGNIFICATO E IL DIRITTO ALLA FELICITA’
Caro Tito, questo fatto del << significato >> mi ha fatto pensare molto. In fondo ognuno di noi, nella vita, cerca di avere un significato, un senso compiuto nello stare al mondo. E quale è il significato maggiore e migliore, il senso compiuto per due innamorati, ormai attempati come Pancrazio e Rosalìa?… Aver capito che fin dai banchi delle scuole elementari c’è stato il filo conduttore del loro amore, ritrovato anche a distanza di 60 e più anni. Sembra veramente una favola, ma penso che ci siano tanti casi del genere, che magari noi non sappiamo. Pancrazio in uno dei suoi messaggini dice a Rosalia: << Il nostro amore è come un fiume carsico che scorre immergendosi e nascondendosi spesso nella roccia e riemerge ogni tanto. Adesso finalmente, dopo tanto percorso tortuoso, sfocia nel mare della felicità! >>.
Pure questa immagine del << fiume carsico >> mi ha fatti riflettere … per come la vita, a volte, non è quella che appare ma c’è molto di più nel nostro profondo come nel profondo della terra, del mare e del cielo. La nostra visione è limitata al quotidiano e forse anche alla parte più visibile e tangibile del quotidiano, mentre invece c’è molto ma molto di più da conoscere e da vivere. Ecco, Pancrazio e Rosalìa rappresentano tutto ciò che non vediamo o non vogliano vedere. Adesso (sempre per deformazione vocazionale) non vorrei toccare la filosofia, ma, alla fin fine, è anche filosofica la loro storia d’Amore (nei messaggini, a proposito, Amore è spesso scritta con la A maiuscola, vorrà pur dire qualcosa). Proprio perché ha un significato e dà un senso alla vita di due persone. Ti sembra poco?
Siamo nati per essere felici! … Purtroppo abbiamo dimenticato questa missione essenziale alla nostra natura umana. La felicità è un diritto. Un diritto che ci viene negato dall’egoismo e dall’avidità altrui. La felicità, come l’amore, è un dono della spiritualità mentre invece il feticismo ci impone schiavitù e tirannie. Gli innamorati sono un promemoria vivente che la felicità è possibile. Possibile per tutti, indistintamente, dal momento che l’amore non ha preclusioni di sorta. E’ cieco, come si suole dire. Il più democratico di tutti. Non bada a povertà o ricchezza, a saggezza o ignoranza. Vuole bene a tutti. Indistintamente a tutti. Più innamorato avrà e più il mondo sarà felice!
14 – IL MONDO SALVATO DALLA BELLEZZA E DAGLI INNAMORATI
Ormai è diventato un luogo comune dire che “La bellezza salverà il mondo”. Ed è una verità. Della bellezza universale fanno parte gli innamorati, i quali amano soltanto le dolcezze, la pace, la generosità e tutti queli valori che rendono davvero felici, in modo così esaltante che non c’è benessere maggiore e migliore. Forse non abbiamo riflettuto abbastanza sull’amore-Amore! … Adesso, Pancrazio e Rosalìa , nel donarci la loro storia d’Amore, sono qui a ricordarci che si può essere pienamente felici, a qualsiasi età, anche quando pensiamo di aver “tirato i remi in barca”.
Invece, a pensarci bene, quella dell’anzianità, è il miglior periodo per amare, come ci dimostrano tantissimi altri esempi. Probabilmente, il valore più evidente di questa storia d’Amore di Pancrazio e Rosalìa è proprio questo… avvalorare i buoni sentimenti, dentro e fuori l’amore di coppia. Per un mondo felice. Uno degli slogan della rivoluzione culturale derivata dal 1968 è che si lottava per “un mondo migliore”. D’oggi in poi, grazie a Pancrazio e a Rosalìa, possiamo e dobbiamo dire che bisogna lottare per “un mondo felice”.
15 – SALUTISSIMI
Caro Tito, ci sarebbe da dire e da mostrare molto di più sui messaggini fattici recapitare da Pancrazio e Rosalìa. Penso, però, che sia stato sufficiente giungere fin qui. Sufficiente per capire che al mondo non c’è cosa più bella che amare ed essere amati. Avere un senso. Un significato. L’amore non è soltanto sentimentale e passionale della coppia, ma è (di riflesso) anche l’Amore sociale. Pure per rieffermare questi valori fondamentali, universali ed irrinunciabili, mi adopererò per inviare questa “Lettera n. 300” a quante più persone, a quanti più editori multimediali mi sarà possibile per proporre di diffondere la storia d’Amore di Pancrazio e Rosalia, che ringraziamo di tutto cuore per questo loro preziosissimo dono. A loro e a tutti gli innamorati facciamo i migliori auguri di felicità, la più grande ed intensa possibile. Con significato.
Noi ci diamo appuntamento alla “Lettera n. 301” con la quale terremo a battesimo un Poeta calabrese di grande valore, al suo esordio. Saluteremo così la pubblicazione della prima raccolta di poesie dell’amico Raffaele Cardamone di Soveria Mannelli, così come teniamo adesso a battesimo e salutiamo con affetto la pubblicazione della storia d’Amore di Pancrazio e di Rosalìa. Arrivederci e tanta cordialità,
Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)