Brutalità, stragi e gassificazioni varie, commesse dai tedeschi nella seconda guerra mondiale, sono sempre ricordate dalle nostre autorità di governo, dai sindacati, associazioni ed enti d’ogni tipo… Stampa e tv, poi, ne parlano per giorni in lungo e in largo. Non così è mai accaduto, invece, per le nefandezze, e sono tante, compiute dagli anglo-americani nel nostro disgraziato Paese già dall’operazione Husky, lo sbarco in Sicilia del 1943. Voltaire diceva che “on doit des égards aux vivants; on ne doit aux morts que la verité”: ebbene, i morti di Gorla non hanno neppure questo. Il 20 ottobre di 72 anni fa, ci fu un bestiale bombardamento americano su Milano, ormai sul finire della guerra, che fece oltre 700 morti. Era il 1944, quando alle ore 7.58 una squadriglia di bombardieri B24 e B27 partiti da Foggia, fecero rotta su Milano per bombardare gli stabilimenti Breda e la stazione ferroviaria di Greco. Alle 11.20 il bomb-group, senza incontrare la minima resistenza giunse sul cielo milanese, che quel maledetto venerdì era terso come non mai, e lasciò cadere centinaia di bombe. La prima squadriglia, seguendo la rotta esattamente calcolata di 118 gradi, colpì le officine Breda; il comandante della seconda, invece, siccome si accorse di essere fuori rotta e nell’impossibilità di correggerla, invece di proseguire e scaricare il mortale carico nelle campagne circostanti, si liberò subito delle sue bombe pur sapendo (dato il cielo limpido e senza la minima nuvola) di trovarsi sul centro abitato. Quella zona era il quartiere Gorla e le bombe centrarono in pieno anche una scuola elementare: fu leggerezza criminale o sapiente calcolo per creare ugualmente danni ingenti, anche psicologici? Una delle tante bombe centrò proprio la tromba della scuola “Francesco Crispi”, seminando morte e distruzione nell’intera zona e trasformando il quartiere in un inferno. Nel crollo morirono 174 bambini, la direttrice, 14 insegnanti, 4 bidelli e un’assistente sanitaria, nonostante l’immediata azione di soccorso messa in opera da squadre di militari e civili, coadiuvate dai superstiti fra il personale scolastico: si scavò con rabbia e lacrime fra le macerie alla disperata ricerca di superstiti ma presto la tragica realtà disse che esattamente il 75% dei piccoli alunni di Gorla era stato spazzato via dagli orrori della guerra nel giro di alcuni minuti in una tersa giornata di sole. Ebbene, quanti conoscono questo scempio perpetrato dagli anglo-americani? Quale presidente della repubblica è mai andato sul luogo della strage o ha solo ricordato nei tanti bailamme giornalieri quella vergognosa strage d’innocenti? Nessuno; e il silenzio continuerà sempre, perché il politicamente corretto di uno stato imbelle non alzerà mai la voce per quelle vite spezzate, non ammetterà mai la memoria di quei bambini ammazzati dagli americani, dai liberatori, che ancora oggi vogliono imporre la loro democrazia dappertutto. “Il nostro Paese vive dal dopoguerra in una sorta di sindrome di Stoccolma verso i vincitori”. Tanto è vero che la carneficina di Gorla resta un fatto tutt’al più locale senza alcuna risonanza nazionale rispetto a quelle compiute dai tedeschi, e le cerimonie a ricordo avvengono in ambito privato, a coinvolgere solo le istituzioni locali. Non si tratta di una strage nazista, i duecento morti non li hanno fatti le SS. La cosa peggiore è che gli USA non hanno mai chiesto scusa per questo orrendo crimine, che alcuni pensano addirittura essere stato scientemente voluto.
Adriano V. Pirillo