Andando a consultare l’albo pretorio dell’Amministrazione provinciale di Catanzaro il cittadino avrà la possibilità di imbattersi in una situazione di allegra e folcloristica gestione, visto che sia il buon senso che il regolare andamento del rispetto delle procedure amministrative vengono accantonati nel nome di chissà quale strategia di “risanamento” portata avanti, per il momento senza tanta gloria, dalla presidenza Mormile (la maggioranza che lo sostiene condivide queste azioni?).
È quanto dichiarano in una nota i consiglieri provinciali del gruppo del Partito Democratico: Gregorio Gallello, Mario Deonofrio e Raffaele Mercurio.
È divenuta famosa alle cronache giornalistiche e a quelle politiche la delibera d’atto d’indirizzo per la revoca dei regolari bandi di gara per la manutenzione stradale. Siamo soddisfatti che, dopo averci ascoltato (vogliamo essere magnanimi con noi stessi), i bandi si faranno lo stesso, archiviando quell’atto d’indirizzo denso di lacune e privo di prospettive amministrative. I bandi andranno regolarmente avanti, ma l’atto d’indirizzo non è stato revocato. Sarà che la tradizione orale abbia adeguatamente soppiantato le altre consolidate e legittime pratiche amministrative?
Ma è di questi giorni, l’altra geniale trovata amministrativa della presidenza Mormile.
Con la più tradizionale ed antica delle tecniche di pubblicazione del “venerdì pomeriggio” (prepariamoci a qualche pubblicazione anche nel prossimo mese di agosto quando saremo distratti dalle comodità della stagione balneare), è apparso all’albo pretorio della Provincia di Catanzaro un atto presidenziale ad oggetto “Modifica macrostruttura organizzativa dell’Ente”.
Partiamo dal fatto che il Presidente possa determinarsi in merito, ma la lettura dell’atto ci spinge, dopo un’attenta lettura, a ricavare molte perplessità.
Corre l’obbligo, come Gruppo innanzitutto, di porsi una questione di opportunità.
L’atto, in maniera sostanziale, viene a stravolgere l’assetto organizzativo consolidato che, nella struttura generale e salvo ritocchi, era presente nell’Ente da anni e che ha garantito, prima della intervenuta crisi finanziaria, una funzionalità di un Ente a cui è stata riconosciuta unanimemente la capacità operativa. Era il caso, in un momento in cui la crisi finanziaria sta peggiorando in maniera palese con gli stipendi a rischio mese per mese, apportare una tale rivoluzione?
Nel merito delle decisioni assunte nell’atto è doveroso richiedere immediati chiarimenti.
Innanzitutto, si nota la nascita (sconosciuta in qualsiasi altro Ente in cui esistano le funzioni dirigenziali) di “servizi autonomi” posti direttamente alle dipendenze della Presidenza (si avete letto bene).
Questo chiaramente violerebbe i principi di separazione previsti dalla legge tra attività gestionale ed organi politico-amministrativi.
La domanda da porsi quindi è: a chi risponderebbero funzionalmente questi dipendenti? Chi è il loro dirigente? La speranza è che questa scelta organizzativa non sia banalmente funzionale a creare funzionari accondiscendenti, ma che si tratti di un semplice refuso al quale si metterà mano prima possibile ripristinando il tutto sotto la casella dirigenziale. Il refuso, questa volta, speriamo non venga eliminato con la semplice tradizione orale.
Gli incarichi di Elevata Qualificazione, come prevede il CCNL, devono essere sempre inquadrati sotto un Dirigente di riferimento, il quale potrà delegare le funzioni con la loro ampiezza (anche con firma del provvedimento finale); non vorrà farlo il Presidente Mormile? Dall’organigramma allegato alla delibera in questione sembrerebbe proprio così, ma chiaramente non essendo possibile crediamo sempre più sia un refuso.
Anche perché, che senso avrebbe lasciare tre aree con un solo servizio alle dipendenze? Le aree devono avere più servizi da coordinare altrimenti lasciarle così serviranno solo per pagare il “galleggiamento” al Segretario Generale.
In compenso viene ripristinata la figura del Direttore Generale (nel mentre i settori, strutture che lo stesso coordina, diminuiscono); tale figura, nel recente passato, è stata abolita proprio per produrre dei risparmi in un Ente in grave crisi finanziaria.
La rinascita di questa figura, a cui viene cumulato il maggiore costo per avere oggi in maniera piena un Segretario Generale (prima era in convenzione con altri enti), comporta un onere non indifferente alle casse della Provincia.
Qual è la logica di tutto ciò? Era questo il cambio di passo programmato per l’Ente e molto spesso portato alla ribalta spacciato come “alto profilo amministrativo”?
Siamo sempre fiduciosi che si tratti di refusi presenti nell’atto presidenziale.
Si legge, inoltre, chiaramente che si vogliono assumere alcuni dirigenti ricorrendo all’art. 110, comma 1, del d.lgs. 267/2000. Purtroppo, il calcolo per assumere con l’art. 110 è il 30 per cento dei quattro posti già programmati precedentemente e inviato alla COSFEL. Il 30 per cento di quattro è 1,2, già coperto con il responsabile dell’area Finanziaria, dott. Salvatore Saraceno.
È stata chiesta la dovuta autorizzazione a COSFEL? O si andrà avanti lo stesso e si tenterà di assumere senza autorizzazione?
Tecnicamente potremmo entrare ancora nel merito dell’atto presidenziale, ma ci riserviamo, se necessario, di predisporre un’interrogazione al Presidente e al Segretario Generale.
La nostra curiosità, inoltre, ci spinge, uscendo fuori dalla narrazione dell’atto, a valutare anche le voci di corridoio, sempre più insistenti e consistenti, circa il destino al quale dovrebbe essere sottoposto il settore autonomo “autoparco”; ci approcciamo a queste voci con un serafico sorriso, pensando ovviamente che si tratti solo di voci a carattere comico e quindi poco vere.
Speriamo che si riuscirà, anche questa volta, a trovare la soluzione per porre fine a questi continui refusi, utili solo a condizionare negativamente la vita amministrativa della Provincia di Catanzaro.
Non serve produrre atti poco legittimi pur di riuscire ad organizzare una Provincia a proprio piacimento, ma piuttosto è necessario ritornare a lavorare per il risanamento dell’Ente.
Al momento non intravediamo luci, ma solo un’intensa opera di demolizione della Provincia avviata dal “nuovo corso” con il rischio serio che si passi velocemente dallo stato di predissesto al dissesto vero e proprio.
Aspettiamo fiduciosi di conoscere anche il parere dei colleghi consiglieri che sostengono la maggioranza noi, come opposizione, intendiamo continuare a vigilare a garanzia di tutti i dipendenti e della dignità dell’Ente stesso.