La politica e la burocrazia regionali continuano a produrre gravi disservizi e inefficienze di cui a farne le spese sono i calabresi. Un caso eclatante e più volte segnalato dall’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro che mi onoro di presiedere è quello della piattaforma CalabriaSue, attraverso cui devono transitare ed essere canalizzate tutte le pratiche edili.
La piattaforma informatica che avrebbe dovuto snellire e velocizzare le procedure è però un collo di bottiglia che non fa altro che rallentare, quando non lo ferma del tutto, l’intero comparto a causa delle gravi lacune tecniche e dei malfunzionamenti costanti che la caratterizzano.
Se da un lato è semplice comprendere come le ricadute dirette di tali disservizi siano avvertite dai professionisti che devono utilizzare la piattaforma, dall’altro non si può che sottolineare che la sofferenza del comparto edilizio ricade direttamente su una moltitudine di soggetti, non ultimi i cittadini, con gravi ripercussioni economiche per la Calabria stessa.
I disservizi informatici segnalati sono molteplici e partono da un evidente problema strutturale della piattaforma che la rendono utilizzabile solo a pochissimi e in orari assurdi: dalla tarda sera alle prime luci dell’alba. E così, ogni giorno, in Calabria, quando sorge il sole, un professionista dell’edilizia si sveglia e sa che dovrà correre più veloce dei server di CalabriaSue.
Le preoccupazioni, che in questa sede esprimo a titolo personale quale professionista direttamente coinvolto nell’utilizzo della piattaforma e sulla scorta di parecchie segnalazioni giuntemi da altri colleghi professionisti, sono legate proprio alla pervicace e ottusa difesa che l’Ente regionale e la politica fanno di CalabriaSue, nonostante le decine e decine di testimonianze circa la sua inadeguatezza.
Prova ne sia che, nelle more della risoluzione dei problemi della piattaforma, la proposta dell’Ordine di poter inoltrare le pratiche a mezzo pec per come ammesso dal Testo Unico per l’Edilizia non sia stata accolta dai funzionari della Regione Calabria perché ostinatamente convinti della validità della piattaforma.
In Calabria assistiamo al paradosso di un apparato regionale che non solo è sordo alle sollecitazioni degli utenti, ma in più è deciso a non dare seguito all’orientamento del Governo nazionale che con i provvedimenti Superbonus 110% e Sismabonus 110% ha inteso imprimere un indirizzo ben chiaro alle politiche a sostegno del settore edilizio.
In sede governativa, infatti, si è così esplicitato che la crisi dell’edilizia può risolversi solo con interventi mirati per la realizzazione di infrastrutture, di edifici pubblici strategici e per la riqualificazione energetica dei fabbricati privati, nonché con la sburocratizzazione delle procedure. La politica calabrese, al contrario, annaspa e determina, con bislacche logiche antitetiche, il permanere di una stasi del sistema edilizio ormai più che in crisi: la Regione continua a operare, come cantava De Andrè, “in direzione ostinata e contraria”.
L’economia dell’edilizia – e quindi gran parte di quella regionale – si può risollevare solo se si consente un’immediata trasmissione delle pratiche snellendo le procedure tecnico – amministrative e pensando a un canale privilegiato per gli interventi legati a Superbonus e Sismabonus.
Ma c’è di più: lo scorso 4 gennaio, il Consiglio regionale ha approvato una legge sismica che presenta al suo interno aberranti contraddizioni, prontamente sottolineate ai Consiglieri da parte dell’Ordine degli Ingegneri di Catanzaro. Purtroppo, però, l’assunzione di responsabilità circa un intervento di modifica di quella legge ha lasciato il posto ad un’approvazione dell’impianto normativo senza alcuna variazione.
Perché le cose funzionino non c’è neanche bisogno di guardare troppo lontano da casa nostra. La Regione Sicilia, ad esempio, ha deciso di acquistare la stessa piattaforma già adottata e collaudata dalla Regione Toscana, rendendo efficace ed efficiente il sistema di deposito delle istanze che quindi vengono evase in pochi giorni. Al di là dello Stretto hanno fatto in poco tempo e semplicemente ciò che per noi calabresi è un miraggio determinato da una politica locale che su questo tema si è dimostrata miope e incapace di programmare.
Ingegnere Gerlando Cuffaro