Definita la “più bella del mondo”, la nostra Carta Costituzionale compie settant’anni. Venne approvata il 27 dicembre del 1947, dopo 18 mesi di lavoro dell’Assemblea Costituente, dall’allora Capo Provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, in una sala di Palazzo Giustiniani. Entrata in vigore il primo gennaio 1948, si compone di 139 articoli e di 18 disposizioni transitorie e finali. Tra le figure di spicco di quel ciclo indescrivibile i capi dei grandi partiti antifascisti, da Alcide De Gasperi a Palmiro Togliatti, da Giuseppe Saragat a Bernardo Mattarella, padre dell’attuale Presidente della Repubblica, da Concetto Marchesi all’azionista Piero Calamandrei. Tra loro anche 21 donne, 9 Dc e comuniste, 2 socialiste e una del movimento dell’Uomo qualunque, in rappresentanza delle donne che per la prima volta, nella storia italiana, il 2 giugno 1946, avevano esercitato il diritto di voto. Con la morte di Emilio Colombo, nel 2013, si spegneva l’ultimo dei 556 deputati costituenti.
Così si è giunti ai 70 anni. E la ricorrenza viene festeggiata dalla Presidenza del Consiglio attraverso un vero e proprio “viaggio della Costituzione”, un iter in dodici tappe per fare arrivare la Carta fisicamente e teoricamente in giro per l’Italia, per farla conoscere agli italiani in modo da consolidare il loro sentimento di legame alla Repubblica.
Una Carta che è restata essenzialmente “intatta” nelle sue tematiche basilari malgrado i svariati sforzi di riformarla, soprattutto negli ultimi anni, dalla devolution leghista alla riforma dell’ultimo governo Renzi che oltrepassava uno dei principi dei padri costituenti come il bicameralismo perfetto senza però ottenere il beneplacito degli italiani nel referendum del 4 dicembre 2016.
Va detto che sin dal primo articolo la nostra Carta costituzionale si dimostra oltremodo singolare, là dove dice che: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale” pensa che bisogna incoraggiare la conoscenza della nostra Carta costituzionale sin dalle scuole primarie, eventualmente inserendola come materia di studio, affinché non solo i cittadini italiani di nascita ma anche quelli di adozione e gli stessi stranieri possano conoscere i suoi principi e valori cardine.
Il Movimento politico, culturale e d’opinione “Italia Plurale”, ritiene che ogni famiglia italiana dovrebbe avere in casa una copia della nostra Carta costituzionale, ed in tal senso vuole proporre al governo italiano ad attivarsi perché possa far pervenire a tutti i cittadini italiani una copia della nostra Carta costituzionale: “un libro per l’Italia, un libro per tutti gli italiani!”