La guerra in Europa


 Chi semina vento, raccoglie tempesta. Nessuno, tranne diluvi di alate parole, ha fatto niente di serio per fermare la guerra tra lo Stato d’Israele e Palestinesi e Libano.

Nessuno, anzi, osa avanzare la benché minima proposta, non volendo rischiare di attirarsi addosso l‘accusa di antisemitismo.

E intanto caso come quello olandese sta trasportando la guerra in Europa; un’Europa che, per folle indifferenza di decenni, è zeppa di musulmani, i quali non sono certo tutti terroristi, però è ovvio che non hanno in simpatia lo Stato d’Israele…

Qualcuno, in Europa, in simpatia c’è che l’ha, è vero; o troppo in simpatia per essere vera, e sa molto di mettere le mani avanti per non beccarsi la suddetta accusa. In realtà tutti sappiamo cosa accade a Gaza eccetera.

Ma il 7 ottobre 2023… E no, la cosa non è improvvisa, e non risale all’anno scorso, ma al 1917, e da allora è stata una serie di scontri o vere guerre; e in guerra ognuno usa le armi che ha: lo Stato d’Israele ha i giganteschi carri armati, gli altri si arrangiano; e arrangiarsi (furor arma ministrat, canta Virgilio), in guerra, può essere più disastroso di una cannonata. E attenti che quanto è accaduto in Olanda può scatenare effetto imitazione dovunque.

Cosa fa l’Unione Europea: mi viene da ridere amaramente. Cosa fa l’ONU? Cosa ha fatto Biden con la sua salottiera e perdente vice? Cosa farà Trump? Agirà con realismo, o si farà condizionare anche lui?

Io, se per prodigio potessi fare, cosa farei? Ecco le mie fantasiose intenzioni.

1. Raccontare la storia reale dal 1917, e come deve fare uno storico: fatti senza facce da commossa recitazione.

2. Deideologizzare la guerra, riducendola ai fatti che stanno accadendo, e dal 1917, in una precisa area geografica, dal Sinai alla Siria.

3. Per esempio, chiarire, con apposita predica, che quando in chiesa si nomina Israele, ciò non ha niente a che vedere con l’attuale Stato d’Israele, ma significa, nella Bibbia, Isacco di quattro millenni fa; e, teologicamente, una figura di Cristo. Non so se è chiaro.

4. Dall’altra parte, evitare ogni stantia applicazione ai Palestinesi di vecchie opinioni marxiane: i Palestinesi non sono dei proletari in lotta di classe, ma un popolo, e anche con le contraddizioni di ogni popolo.

5. Affacciare proposte concrete, non accettando le quali, smettere con aiuti a entrambi. È ovvio che i suddetti ciclopici carri armati non vengono prodotti nei romantici kibbutz delle asfittiche arance, ma qualcuno glieli regala; e così per i missili palestinesi.

6. Ah, serve un’inchiesta seria su quanto accaduto ad Amsterdam, dove pare che la colpa non è così banalmente semplice; e anche in questo caso, i fatti sono fatti.

7. Tornando ai fatti dai sogni, ricordare che quanto è accaduto in Olanda è un pericolo per l’Europa… se esistesse un’Europa, se facesse qualcosa per esistere, l’Europa.

Ulderico Nisticò