La grande Ricerca scientifica pronta a partire in Calabria nel nome del Nobel Dulbecco


C’è grande attenzione, non solo in Calabria e nel resto del Paese ma in tutta Europa e in oltreoceano, verso il “Renato Dulbecco Institute” nato a Lamezia Terme (Catanzaro) per merito di fior di scienziati calabresi di fama mondiale. Si tratta, come si sa, di un mega laboratorio per la ricerca e la produzione di anticorpi monoclonali, le molecole biologiche capaci di bersagliare con selettività ed efficienza alte, quasi sempre con successo, i meccanismi all’origine di patologie gravi, dai deficit immunitari ai tumori.

A dirigerlo sarà Roberto Crea, il biochimico calabrese di fama internazionale, uno dei padri delle biotecnologie, tornato dopo quasi mezzo secolo (da San Francisco, California) nella natia Calabria.

La vita americana di Crea è stata costellata da tanti successi. Le sue scoperte sono state una risorsa per la medicina e la salute di tanti, come quella del Dna sintetico, ad esempio, che ha permesso di produrre insulina umana e altri farmaci; o l’altra sull’ingegneria delle proteine che ha dato il via alla produzione di ritrovati per malattie cardiovascolari, tumori e patologie infiammatorie.

Il prof. Crea, dunque, riprenderà a impegnarsi sui farmaci monoclonali, ascrivibili a quelli immunoterapici che saranno prodotti insieme con le pronectine. “Vorrei che il mio Paese», dice, «diventasse riferimento mondiale per gli studi sui tumori e sulle malattie virali come il Covid-19, e la mia Terra, la Calabria, tornasse agli splendori della Magna Græcia”.

“Gli obiettivi principali dell’Istituto Dulbecco, intanto, sono quelli di utilizzare una piattaforma tecnologica, già collaudata negli Stati Uniti, per produrre pronectine contro un’ampia gamma di tumori e contro i virus, a partire dalla Sars-Cov-2. Si tratta di progetti molto ambiziosi ma che hanno già superato la fase di avvio in Calabria e nel resto d’Italia e che, con il sostegno della Regione e collaborazioni strategiche come quelle con l’ateneo della Magna Græcia a Germaneto di Catanzaro e con l’Istituto romano per le Malattie infettive, Lazzaro Spallanzani, faciliteranno lo sviluppo veloce ed efficiente di nuovi farmaci più efficaci ed economici.

L’esperienza della pandemia ha mostrato alcune debolezze dei sistemi sanitari delle nazioni ma ha anche fornito alla scienza l’opportunità di raggiungere traguardi importantissimi in tempi molto rapidi, come la produzione di anticorpi e vaccini. Stiamo alla fine di una battaglia cruciale ma per vincere la guerra contro il virus bisogna continuare a sviluppare sempre più velocemente processi e prodotti e, soprattutto, è necessario poter contare sulla possibilità di distribuire nuovi farmaci, in modo economico e più efficiente, anche nelle aree più povere del Pianeta.

Proprio per questo, il “Dulbecco” – costituito grazie anche alla collaborazione di Giuseppe Nisticò, farmacologo di chiara fama e già direttore dell’Istituto Rita Levi Montalcini – avrà tra le sue prime missioni quella di creare una nuova generazione di anticorpi monoclonali, le pronectine, che possono essere prodotte e migliorate in modo più rapido, al servizio della salute”.

Sia la Fondazione nata a Catanzaro che il mega laboratorio lametino onorano dunque la memoria di Renato Dulbecco, il Premio Nobel nato nel capoluogo della Calabria nel 1914. Lo scienziato, fra l’altro, è stato docente di Genetica Molecolare presso la Facoltà di Medicina dell’Università Magna Græcia di Germaneto.

A presiedere la Fondazione Dulbecco Fou – che avrà il compito di gestire il “Renato Dulbecco Institute” di
Lamezia Terme – è il biotecnologo Roberto Crea. Vicepresidente, il rettore dell’Università Magna Græcia, Giovambattista De Sarro e commissario il farmacologo Giuseppe Nisticò, già direttore generale del “Rita Levi Montalcini Institute” ed ex presidente della Regione Calabria.

Altri soci fondatori sono: Eugenio Gaudio, già rettore dell’Università La Sapienza di Roma; Franco Romeo, direttore della Cardiologia presso l’Università di Roma Tor Vergata. Hanno altresì aderito il prof. Aaron Ciechanover, Premio Nobel 2004 per la Chimica, il prof. Thomas Südhof, Premio Nobel per la Medicina nel 2013 e Sir Salvador Moncada, lo scienziato che ha scoperto
il nitrossido.

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