La febbr[icola] del [solo] sabato sera


 A Soverato, durante la notte di sabato era arduo dormire, a seguito di altissimi rumori da locali non insonorizzati. Domenica sera e notte, invece, prendere sonno sarà quasi più facile del dannunziano Aligi che dormì settecent’anni: calerà il silenzio, che, sempre evocando il divino Gabriele, NON era vivo, ma solo silenzio.

 Sabato sera, a Soverato, arriva della gente, inquina e gira e gira e gira alla ricerca del parcheggio GRATIS attaccato al luogo da raggiungere; si svaga alla peggio, e torna a casa. Domenica all’alba, quando io esco con i cani, i posti auto sono in massima parte vuoti, quasi tutti. Poi arriveranno i bagnanti di domenica mattina, e quasi tutti via di pomeriggio. Domenica sera, pax. Lunedì mattina, sulle spiagge c’è l’eco.

 È l’ennesima prova che in questo ormai declinante luglio, a Soverato non c’è turismo ma flusso. Soverato, del resto, è luogo di flusso anche lunedì mattina d’inverno, per le banche e i rari superstiti uffici; e per le scuole.

 D’estate, sabato sera, e solo sabato sera, il flusso sopra descritto. Attenti, cerco di ripetermi. A Soverato e a quasi tutti gli esercenti di qualcosa, essere di flusso sta benissimo: costa pochissimo investimento, con quasi nessuna assunzione; e poca fatica in cambio di un piccolo guadagno, piccolo però sufficiente a svernare. Se mi sbaglio, fuori i numeri! Ma nessuno li confesserà mai.

 In compenso, interviene il linguaggio barocco del dialetto calabrese tradotto in italiese, tipo “stajiu morendu” per dire un lieve malessere. Così i bagnanti vengono chiamati turisti; i passeggiatori annoiatissimi sono spacciati per “quanta gente sul Lungomare” come se si stessero divertendo a pagamento. Ma a quasi tutti sta bene così, Amministrazione in testa.

 I bagnanti… beh, è voce popolare, ma potete controllare di persona: i lidi hanno sì molte centinaia di ombrelloni aperti fin dalle prime ore del giorno; ma una gran parte sono senza avventori.

 Non parliamo nemmeno di un programma estivo che programma non è, bensì solo un elenco stampato di iniziative di Questo o Quello; attività culturali dell’Amministrazione, ovviamente nessuna.

Ulderico Nisticò