La disoccupazione è la paura più grande dei giorni nostri. Turba, i pensieri dei giovani,dei figli, e dei genitori. La Buona Scuola è un progetto redatto per aiutare gli studenti, in particolare, quelli delle scuole superiori. Progetto in progress della durata di 200 ore per i liceali e 400 ore per gli studenti delle scuole tecniche e professionali, per avviare un percorso formativo in una impresa italiana e dotato di un finanziamento dello stato di 100 milioni di euro. Il numero dei Neet, che sono dei giovani under 35 che anno messo di cercare lavoro, e definiti da un’ex ministra Bamboccioni, per significare “impropriamente” che sono i giovani ad non aver voglia di promuoversi, tenersi aggiornati,di scrivere , e non hanno voglia di lavorare. I dati però ci dicono che diplomati o laureati sono costretti a vivere in un status “di non occupati”. La disoccupazione giovanile si è trasformata in una vera e propria piaga sociale, che viene abilmente ignorata dalla classe politica italiana e regionale. Si avviano progetti come “ il buon impiego ” solo per dare occasioni di lavoro a part time ai giovani,che beneficiano di con assegni mensili in ritardo e non superiore a cinquecento euro.
Gli under 18-35 anni capiscono bene cosa significa l’espressione verbale del “ lavoro che non c’è. In Italia è attivo,almeno da tre anni, il fenomeno dell’emigrazione verso le nazioni europee ed extra. Accade poi che in Italia aumenti ogni giorno da aprile a dicembre,il numero degli sbarchi. Oggi il numero degli immigrati, fa esplodere il fenomeno della concorrenza per cui per coprire un posto di lavoro in particolare per lavori modesti,ripetitivi, c’è molta concorrenza. Va segnalato che giovani italiani under 25/30 sono dotati di un alto livello di scolarizzazione, leggi diploma e laurea. Eppure il mercato del lavoro è in una fase di stagnazione implosiva. In Calabria, Campania, Puglia, Sicilia 100 mila persone tra cui moltissimi under 30 sono costretti a emigrare. Nel Sud l’immigrazione è diventata una piaga sociale,che viene evidenziata da studi demografici, statistici, sociologici che prospettano che fra cinque lustri in molti comuni italiani la popolazione residente sarà sempre più anziana.
Enrico Vaccaro