La stagione agrumicola è ai nastri di partenza ma – denuncia la Coldiretti Calabria – l’incognita è la manodopera sia straniera che italiana che manca. Il presidente di Coldiretti Calabria Aceto aggiunge: “per gli agricoltori, al danno si aggiunge la beffa di essere costretti a lasciare i frutti nei campi per la mancanza di manodopera in una stagione agrumicola che peraltro si annuncia per qualità e quantità su buoni livelli tendenti all’ottimo.
Vi è – prosegue -un calo delle posizioni lavorative in agricoltura che dipende dai vincoli causa Covid-19, posti alle frontiere ai braccianti dall’estero che ogni anno arrivano per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. Nonostante il lockdown, -nelle campagne il lavoro non si è mai fermato ma – sottolinea– a pesare sui raccolti è appunto il mancato arrivo di braccianti che non è stato accompagnato da misure per favorire l’accesso al lavoro degli italiani come l’introduzione di voucher semplificati per consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà.
Anche il reddito di cittadinanza cosi come è congegnato non permette ai percettori di svolgere un lavoro,anzi, coloro che ne usufruiscono,preferiscono mantenere questa situazione. Non possiamo permetterci di perdere le grandi opportunità di lavoro che vengono da uno dei settori più dinamici dell’economia – ribadisce Aceto – poiché, con la carenza di manodopera, il rischio è che ci possa essere sui “banchi dei mercati” una ridotta disponibilità dei nostri agrumi con una perdita di competitività e quote di mercato e un deciso aumento delle importazioni dall’estero da spacciare come Made in Italy.
Occorre che su questi aspetti ci sia una attenzione della politica regionale e soprattutto dei parlamentari nazionali – conclude – per mettere a punto provvedimenti e strumenti per il settore agili e flessibili, che taglino burocrazia e vincoli e, rispondano soprattutto ad un criterio di tempestiva disponibilità al lavoro e dall’altra generino una preziosa opportunità di integrazione al reddito considerato il periodo di crisi.