La degenerazione del turismo


 Leggiamo di brutti episodi di violenza a Soverato, e ce ne sono di molto peggio altrove, come a Pizzo, dove la notte si affrontano bande di giovinastri, e s’invoca l’esercito.

 Non è la prima volta, se ricordate. Negli anni 1970, Soverato subì l’invasione di quelli che non nomino, che arrivavano in due e il giorno dopo erano quindici, e dormivano a turno; e ripartivano insalutato hospite, cioè senza pagare, e spesso portandosi via gli elettrodomestici. Fu la prima degenerazione di un turismo che, negli anni 1950-60, era stato elegante e regolato e di stile. In qualche modo, però, coloro sparirono.

 Verso la fine del decennio, la Calabria venne assalita da campeggiatori abusivi di matrice più o meno sedicente politica, che, a Soverato, dormivano nei giardini. In qualche modo, anche costoro però sparirono.

 Ora siamo alla terza invasione, quella dei ragazzotti notturni in cerca di finte discoteche ad altissimo volume, e concludere la notte gridando da ubriachi per le strade. Questi non sono spariti.

 L’effetto è che IL TURISMO CATTIVO SCACCIA QUELLO BUONO. Però un certo turismo cattivo fa comodo a qualcuno, pare; con il corollario che, senza le mandrie di ragazzotti, l’estate sarebbe ancora più grama. O è quello che qualcuno pensa.

 C’è forse un ricorrente piano per dirottare in Calabria le orde che nessuno vuole nei posti davvero turistici e che vengono perciò protetti?

Ulderico Nisticò