È da poco uscito in libreria, per Il Pensiero Edizioni, il nuovo libro di Mario Astarita, fine studioso, che ha trattato nel corso dei suoi studi in Italia ed all’estero tematiche di vario genere, ed ha già pubblicato diverse opere su argomenti inerenti la storia, la politica, il diritto, la filosofia, curando anche alcune prefazioni ed introduzioni, oltre ad alcuni volumi di liriche poetiche e di narrativa per ragazzi, con diverse case editrici italiane.
In questo suo nuovo saggio dal titolo “La croce e la spada. Bartolomé de Las Casas, paladino dei diritti umani”, l’autore ricorda la figura di uno dei massimi difensori dei diritti degli indigeni: il sacerdote domenicano Bartolomé de las Casas (1485-1566), commemorato anche dal Santo Padre nel suo recente viaggio in Sud America. Egli fu un importante cronista della prima conquista spagnola delle Americhe, noto protettore degli indiani d’America e probabilmente la figura più importante nel primo Impero spagnolo dopo Cristoforo Colombo. Dal 1514 in poi, Las Casas combatté il controllo spagnolo delle Indie per il resto della sua vita, scrivendo vividamente sulla brutalità dei conquistadores spagnoli, sfruttatori degli indiani d’America. Diventò il loro difensore ed il loro maggiore protettore, fautore di un moderno movimento per i diritti umani. Las Casas portò la sua comprensione della Scrittura cristiana in prima linea nella difesa degli indiani, sfidando la premessa che gli indiani del Nuovo Mondo erano meno civilizzati o capaci di praticare il cristianesimo rispetto agli europei.
L’opera dà una visione di insieme sotto distinti punti di vista del fenomeno della supremazia dei popoli europei su quelli indigeni. Bartolomé de Las Casas fu nella sua epoca una figura controversa; ma la sua lotta per i “diritti naturali” dei popoli nativi, resta una fonte di ammirazione e di analisi. In questo studio biografico, si narrano le tribolazioni di Bartolomé de Las Casas nella sua determinazione a difendere gli indios d’America: oltre a fornire elementi per la compressione della vita e dell’opera del personaggio, si affrontano i presupposti storici e culturali che dovettero motivare le decisioni del frate clericale a determinare la sua vera identità con il fine di trovare una collocazione decisiva nella “storia” dei diritti umani. Il saggio si avvale della prefazione del Prof. Agustín Hernández, Vice Rettore e Pro Decano della Facoltà di Filosofia,presso la Pontificia Università Antonianum di Roma nonché docente di Storia della filosofia e di Metodologia, presso il medesimo ateneo.