La Corte Europea per i diritti dell’Uomo ordina all’Italia di risarcire 4 migranti tunisini con 12.500 euro


La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) ha obbligato il governo italiano a risarcire quattro tunisini arrivati nel 2017 e successivamente espulsi. I quattro migranti tunisini sono stati soccorsi in mare e portati sull’isola di Lampedusa, dove sono stati portati in strutture simili a centri per l’identificazione dei migranti, la registrazione e le interviste. Lo riferisce la testata http://schengenvisainfo.com. Il tribunale dei Diritti sottolinea che i migranti che hanno soggiornato in questi luoghi per dieci giorni, secondo quanto riferito, sono stati impossibilitati a partire e interagire con le autorità.

I migranti tunisini hanno lamentato di aver subito un trattamento disumano e degradante. Successivamente i quattro ricorrenti, oltre ad altri 40 migranti, sono stati portati all’aeroporto dell’isola e poi hanno ricevuto documenti del quale non avevano compreso il contenuto, firmato atti che solo in seguito hanno appreso essere decreti d’espulsione che vietano a questi migranti di rientrare in Italia. I cittadini tunisini hanno, inoltre, sottolineato che erano evidenti la scarsa igiene e lo spazio limitato presso l’hotspot di Lampedusa. La struttura era circondata da diverse barriere come sbarre, recinzioni e cancelli, facendo sentire i migranti privati della loro libertà.

Il tribunale ha ordinato all’Italia di pagare a ciascun ricorrente 8.500 euro per i danni causati e 4.000 euro per i costi e le spese, poiché questi non hanno potuto appellarsi contro le decisioni delle autorità italiane nel 2017. L’organizzazione italiana, “Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione”, ha rivelato che i provvedimenti di espulsione contro i tunisini arrivati in Italia sono aumentati tra novembre 2020 e gennaio 2021, evidenziando che i cittadini tunisini rappresentano l’80,5 % dei cittadini stranieri che transitano attraverso i CPR in Italia, ritenuti da molti Centri di detenzione e rimpatrio.

A circa il 75,5 % dei cittadini stranieri è stato ordinato di rientrare in patria dall’Italia. L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, Frontex, ha recentemente sottolineato che la rotta del Mediterraneo centrale, che include direttamente l’Italia, ha registrato il maggior numero di valichi di frontiera a gennaio e febbraio 2023. In particolare, il numero di arrivi sulla rotta del Mediterraneo centrale è aumentato del 119 % rispetto al primo bimestre del 2022, raggiungendo un totale di 28.130 attraversamenti illegali delle frontiere, di cui 11.951 registrati nel solo mese di gennaio.

Due attraversamenti di frontiera irregolari su cinque registrati durante questo periodo si trovavano sulla rotta del Mediterraneo centrale, che è rimasta la più attiva per le nazionalità della Costa d’Avorio, della Guinea e del Pakistan. Allo stesso modo, il confine orientale registra un aumento dei valichi di frontiera all’inizio dell’anno, con aumenti del 145%.

La maggior parte degli arrivi su questa rotta è stata registrata da Ucraina, Iran e Iraq, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, il quale intende sottolineare la portata di questa decisione che batosta l’Italia e le politiche adottate nei confronti dei migranti, rei di tentare di trovare una vita migliore e condannati troppo sovente a trattamenti umilianti e degradanti come quelli subiti dai quattro cittadini tunisini che hanno avuto la caparbietà di domandare Giustizia e di ottenerla. Insomma, un precedente che dovrebbe far riflettere il Nostro Paese e tutta l’UE circa il diritto di tante migliaia di cittadini di chiedere asilo e/o protezione e di non subire le conseguenze dell’inadeguatezza di un sistema d’accoglienza che va senz’altro rivisto anche alla luce di questa esemplare decisione.