Il 28 marzo pubblicavamo una nostra proposta per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica, con particolare riferimento ai test da effettuare a chi, nel corso delle settimane, era rientrato da fuori Regione. Siamo intervenuti anche nella vicenda che ha visti coinvolti migliaia di nostri corregionali rimasti bloccati fuori Regione che da domani, in base al DPCM del 26 aprile, potranno fare rientro presso la propria residenza.
Conosciamo tutti le difficoltà burocratico-amministrative in cui versa la Regione Calabria, ma le dichiarazioni della Presidente Jole Santelli, prima sul rientro dei calabresi dopo sul trasferimento di 50 migranti, testimoniano un’approssimazione pericolosamente qualunquistica ai problemi dei calabresi.
La presidente Santelli, se conoscesse profondamente i calabresi che stanno fuori, avrebbe capito subito che tra di loro non ci sono villeggianti: parliamo di studenti con la didattica sospesa, lavoratori che hanno perso il lavoro, stagionali rimasti nei luoghi di lavoro invernali, ma anche figli di questa terra ridotti allo stremo psico fisico dalle condizioni determinatesi nelle regioni del Nord, dove è difficile sopravvivere senza adeguate forme di supporto familiare.
Infine, desta preoccupazione la dichiarazione sui migranti, non dissimile da tante boutades e fake news alimentate dal circuito dei partiti razzisti e xenofobi: i migranti trasferiti dal governo sono tutti controllati allo sbarco e, comunque, anche per essi valgono le misure di isolamento e prevenzione adottate. Quindi a cosa serve alimentare e istigare all’odio?
In una situazione in cui, fortunatamente, si allenta la pressione sui laboratori, per cui è possibile processare diverse centinaia di tamponi al giorno, la Calabria ha un piano sorveglianza sierologica ed epidemiologica per fronteggiare questa fase?
Invece di sfidare Governo e Sindaci con ordinanze emanate alle dieci di sera, La Presidente ha studiato, insieme alle competenti autorità sanitarie regionali, una soluzione che contemperi il pieno diritto al rientro a casa e verso affetti tenuti distanti dal virus con il dovere della tutela della salute?
Ci chiediamo, inoltre, se si sta studiando come ripartire, consentendo ad attività ed esercizi commerciali di riaprire. Ci è sembrato alquanto improbabile, infatti, in seguito all’ordinanza n. 37 della Regione, che gli esercizi commerciali potessero essere operativi e in sicurezza in 8 ore.
Questi sono solo alcuni aspetti che vanno tenuti in considerazione nei prossimi mesi insieme ad una visione e a un piano strategici, ad un’idea di sviluppo da mettere in atto anche tramite fondi comunitari e statali che in questo momento, al pari di altri temi in Calabria, continua ad essere assente.
Pino Scarpelli – Segretario Regionale PRC Calabria