La Calabria e l’aumento dei ruderi, un degrado immobiliare che richiede azioni decise


Il riflesso di una crisi più profonda, che può essere affrontata per trasformare il degrado in un’opportunità di sviluppo per la regione

Negli ultimi anni, la Calabria ha assistito a un preoccupante aumento del numero di ruderi, un segnale evidente del degrado immobiliare che affligge molte aree della regione.

È un fenomeno che interessa principalmente le zone rurali e i piccoli centri, dove l’abbandono degli edifici è diventato una costante sempre più visibile, ma è presente anche nei centri capoluoghi.

A Cosenza, la situazione è particolarmente critica, con circa 22.974 ruderi censiti. Reggio Calabria segue da vicino, con una stima che varia tra 14.000 e 16.000 unità abbandonate. Sebbene le province di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia non raggiungano i numeri di Cosenza e Reggio Calabria, il problema è comunque diffuso, rappresentando una minaccia per l’economia e il tessuto sociale locali.

L’incremento dei ruderi è strettamente legato a un sistema fiscale pesante e a una normativa dirigista complessa. L’introduzione dell’IMU e di altre imposte sugli immobili ha reso insostenibile per molti proprietari il mantenimento delle loro proprietà.

Di fronte all’impossibilità di far fronte alle spese, molti hanno scelto di abbandonare i loro beni, contribuendo così all’aumento del numero di edifici fatiscenti. Inoltre, i vincoli imposti dalla legislazione, spesso rigidi e onerosi, complicano ulteriormente qualsiasi tentativo di recupero degli immobili.

Per Sandro Scoppa, presidente di Confedilizia Calabria e Catanzaro: «Il fenomeno dei ruderi in Calabria è il segnale di una crisi profonda che colpisce il nostro territorio. È indispensabile intervenire con misure concrete per alleggerire la pressione fiscale e favorire il recupero del patrimonio immobiliare, trasformando questi ruderi in opportunità di sviluppo per le nostre comunità».

La soluzione a questo problema passa attraverso un ripensamento delle politiche fiscali e normative che regolano la gestione del patrimonio immobiliare.

L’esenzione totale dall’IMU per i ruderi situati nei comuni con meno di 3.000 abitanti, proposta da Confedilizia, potrebbe rappresentare un primo passo fondamentale per incentivare il recupero degli edifici abbandonati.

Tuttavia, è altrettanto importante semplificare le procedure burocratiche e ridurre i vincoli normativi che attualmente ostacolano la riqualificazione degli edifici storici e rurali.

La Calabria ha un potenziale enorme che potrebbe essere rilanciato se le politiche pubbliche fossero orientate verso la valorizzazione del territorio e della proprietà privata.

Un approccio più flessibile e meno invasivo potrebbe trasformare i ruderi in risorse per lo sviluppo economico e sociale della regione, migliorando la qualità della vita nelle comunità locali.