La Baia dell’Ippocampo a Soverato: la tutela dell’ambiente e il turismo enogastronomico


Quando andare a Soverato? In estate, per approfittare del mare e delle spiagge soleggiate o tra Natale e l’Epifania, quando la tradizione vuole che non ci si alzi da tavola se non dopo aver degustato almeno tredici portate diverse, una più buona dell’altra?

L’ideale sarebbe andarci almeno due volte: una in estate e una la seconda metà di dicembre. E i turisti che affollano spiagge e strade del centro cittadino tanto in una stagione quanto nell’altra lo sanno: vengono a Soverato per il peperoncino, per il mare, per il Parco marino Baia di Soverato, per le tradizioni culinarie.

Andiamo con ordine.

Soverato e la sua Baia, una location ideale, da preservare e da godere

Soverato, una quarantina di km a sud di Catanzaro, si trova sul versante ionico della costa calabrese.

L’importanza del sito non si lega solo a questioni turistiche ed enogastronomiche, ma anche e soprattutto ad una particolarità dei fondali marini e di alcune specie che vi vivono. Per tutelare flora e fauna del mare di Soverato, nel 2008 una legge regionale (la 10/2008) ha istituito il Parco Marino Regionale “Baia di Soverato”, che ricopre tutta l’area compresa tra la foce del fosso la Scrofa e del burrone Caramante (limite meridionale del parco) e il fosso Mortara e il torrente Soverato (limite settentrionale del Parco).

Si tratta di due piccoli torrenti, ma ciò che vive nell’area delimitata da Scrofa, Caramante, Mortara e Soverato è di fondamentale importanza e degno di una speciale attenzione.

I cavallucci marini di Soverato

Nelle acque di fronte a Soverato, infatti, i praticanti di immersioni subacquee hanno la fortuna di ammirare splendidi esemplari di cavallucci marini: si tratta di Hippocampus hippocampus e di Hippocampus guttulatus. Se si esclude una colonia di Hippocampus hippocampus presente nella laguna veneta, ma in misura estremamente più ridotta (con una densità 60 volte inferiore), quelle presenti nella baia di Soverato sembrerebbero essere le uniche specie di signatidi (cavallucci marini) della subfamiglia hippocampinae presenti in Italia. Non a caso, l’area è nota anche come Baia dell’Ippocampo.

Si tratta di specie estremamente delicate e vulnerabili e attivare delle misure di protezione nei loro confronti è un atto dovuto (ma non scontato) da parte della Regione Calabria; non è un caso infatti se i cavallucci marini di Soverato sono inseriti nell’appendice II della “Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora”. Ancor più fragile sembra l’esistenza dell’Hippocampus hippocampus, incluso nella World Conservation Union Red List of Threatened Species, una lista che recensisce le specie animali e vegetali la cui esistenza e sopravvivenza sono minacciate dall’intervento antropico.

Il Parco della Baia di Soverato non punta ovviamente alla tutela dei soli cavallucci marini: ogni specie animale e vegetale, tutte le comunità biologiche e ogni singolarità faunistica ricadente nell’ambito territoriale del Parco sono soggette a tutela e protezione. Specialisti e professionisti del settore si adoperano per monitorare e recensire specie endemiche e rare e per tutelare la biodiversità e l’equilibrio di tutto il territorio.

Il Parco, nel proteggere flora e fauna di terra e mare, ha l’obiettivo di consentire ai cittadini (scuole e non solo) e ai turisti di conoscere e ammirare le bellezze della Baia di Soverato, sempre e solo compatibilmente con la tutela e la protezione delle specie viventi.

Soverato: lungomare, centro storico e peperoncino

Altre ragioni che portano migliaia di turisti ogni anno ad affollare le spiagge di Soverato e della Baia dell’Ippocampo sono il colore del mare, la qualità dell’acqua (la presenza dei cavallucci marini ne è la prova tangibile), la possibilità di scegliere tra sabbia fine e scogli, l’affascinante lungomare della cittadina. Vi è, poi, il centro storico, con il suo borgo di origine medievale, la Torre di Carlo V, le chiese e i monasteri. Tra una visita e l’altra, ammirando i riflessi del sole sulle onde, è possibile fare una puntata su casino con prelievi immediati selezionati e con licenza, disponibili online anche dallo smartphone.

Chi viene a Soverato non può partire senza aver gustato lo speciale prodotto per cui il paese è noto in tutta Italia: il peperoncino di Soverato. Si tratta di un peperoncino medio piccante, amarostico e molto aromatico.

Dicevamo della cucina di Soverato. Si tratta di una cucina di origine contadina, che rielabora i frutti della terra calabrese, insaporendola con spezie e sapori, come l’origano, il peperoncino e il suo derivato più noto, la ‘nduja.

Campagne e colline nei pressi di Soverato offrono formaggi, vini (la viticoltura, qui, sta incontrando un discreto successo), olive e olio d’oliva, melanzane, pomodori, peperoni, cipolle rosse, lattughe, broccoli e legumi come fagioli, ceci, lenticchie e fave.

Come nella più tradizionale dieta mediterranea, anche a Soverato non può mancare il culto per il pane (il più diffuso è quello di grano duro) dimostrato anche dal successo della presentazione di un noto libro a tema tenutasi proprio a Soverato, e per la pasta preparata in casa, magari per mangiare la pasta ca’ muddica.

Per accompagnare i vrasciuli, delle deliziose polpette di manzo, suino e melanzane (cui vanno aggiunti pane raffermo e uova), l’ideale è la peperonata calabrese.

Il baccalà, il piatto forte di Soverato

Trattandosi di un paese di mare, il pesce, sempre freschissimo, è preparato nei modi più diversi e gustosi, come nel caso del baccalà alla soveratese: il piatto viene cucinato partendo dal baccalà già spugnato e aggiungendovi patate, origano, ovviamente calabrese, peperoncino piccante, aglio, sale e olio. Può essere gustato in brodo o asciutto con olio d’oliva piccante.

Ovviamente, non si tratta della sola ricetta: a Soverato si possono gustare il baccalà con i ceci, le zeppole con il baccalà, il baccalà arriganato, il baccalà fritto con i peperoni, il baccalà in umido con patate e olive nere.

Per concludere il pasto, è d’obbligo assaggiare la pitta ‘mpigliata, dolce tra i cui ingredienti spiccano la spremuta d’arancia, la cannella, l’uva sultanina, i chiodi di garofano e le noci.