Jole Santelli è morta sulla prima linea della battaglia, e questo basti a renderle onore. Come tutti quelli che affrontano la vita, e tanto più la vita politica, può essere stata lodata o criticata, e lodi e critiche in buona o in cattiva fede; ma nessuno ignorava, Lei per prima, che all’ultimo impegno, quello di presidente della Calabria, stava esponendo la vita, e che ha persa in trincea. Come muoiono i buoni combattenti, quando compiono il loro dovere, e molti rimangono sul campo. Secondo l’antica usanza dei soldati per i Caduti, “Jole Santelli”, si chiama l’appello, e tutti in coro “Presente!”, in spirito e in memoria. Spero la celebrino con qualche degna intitolazione.
Quanto alla sua attività di presidente, ho scritto e detto molte volte, e ripeto, che Jole, soprattutto quando è stata sola a decidere, ha affrontato bene il momento peggiore dell’epidemia, la scorsa primavera; e stava mettendo mano a qualcuno dei tantissimi problemi, delle tantissime carenze della Calabria.
Per uno storiografo e politologo, la morte è una componente essenziale della narrazione; o di re che morirono improvvisamente e lasciarono il vuoto: re Ladislao di Napoli; o di altri di cui si attendeva imminente la fine, e invece vivevano: Carlo II delle Spagne. Ora la morte ci costringe alle decisioni. La vigente legge, crudele ma opportuna, impone che entro 60 giorni la Calabria torni a votare. Reggente è Spirlì; e intanto, potrebbe elegantemente smettere di fare l’assessore alla Cultura, un compito che, del resto, non ha mai iniziato.
Da quello che so io, mi pare che siano impreparati tutti i partiti a una campagna elettorale così inaspettata. Gli uscenti vorranno ricandidarsi, immagino; e, ad urne chiuse, non sentiremo la mancanza se al posto di Pincopalla sarà eletto Pancopillo, per quello che valgono. La sinistra andrà in cerca di qualche clamoroso nome; il centrodestra tornerà al problema del dicembre 2019: il candidato a presidente; i 5 stelle tenteranno l’8% fallito a gennaio; Tansi, rincuorato da Crotone, ci sarà; e per il resto, vedremo.
La cosa, come i miei lettori intuiscono, non mi turba affatto. Può darsi che io voti, ma solo perché non votare, con i meccanismi automatici, è uguale a votare. Se le elezioni di Natale saranno una faccenda tra politicanti a 360 gradi, questo e non altro sarà il mio atteggiamento.
E se invece cogliessimo la sfortunata occasione per far meglio del passato? Beh, ragazzi, a fare meglio della Regione Calabria dal 1970, ci vuole pochissimo: pessima classe politica, pessima burocrazia; e i tentativi di attingere alla sedicente società civile sono clamorosamente falliti a dx come a sx.
Attenti, non sto mica proponendo una lista di improvvisati rivoluzionari e barricadieri. Propongo che si sveglino dal letargo tutti quelli che, dal Pollino allo Stretto, dallo Ionio al Tirreno, sono in grado di esprimere un qualche parere intelligente, e possibilmente disinteressato: intellettuali genuini; giornalisti; professori vari; ecclesiastici, e in genere la cultura cattolica; scrittori e poeti, esclusi i piagnoni; operatori economici; sindacati…
…e tutti questi e altri impongano un buon governo per la Calabria; e quindi persone all’altezza; e quelle operazioni culturali che la Calabria, sempre dal 1970 a oggi, non fa. Ecco il modo migliore per onorare la memoria della Santelli.
Ah, vi ricordo che dalle porte di Catanzaro a quelle di Reggio non c’è un consigliere regionale che ci rappresenti. Pensiamoci.
Ulderico Nisticò