Scrivevo giorni fa “Calabria ultima” d’Europa; oggi scopro che è ultima l’intera Italia. Del resto, dev’essere per forza ultima, una nazione in un cui c’è una regione che è ultima, e diverse altre non stanno bene. D’accordo, ma non può essere mica colpa della sola Calabria che è, forse, il 2% della popolazione.
Se l’Europa cresce dell’1,5% e l’Italia solo dello 0,9 (non giurerei su questi numeri, ma solo ufficiali), se dunque l’Italia va avanti metà, cioè arranca mentre gli altri camminano, non può essere un fatto contingente ma è un fatto strutturale. Ovvero:
1. Nessuna nazione europea mostra al suo interno dei divari territoriali vasti e diffusi quanto l’Italia: ci sono aree produttive, e aree palesemente al traino e che consumano senza produrre.
2. Anche il terziario improduttivo, che distribuiva incomprensibili ma reali stipendi e posti fissi, e i cosiddetti servizi si sono sensibilmente ridotti o sono spariti.
3. Tra politici, falsi malati, falsi benefattori di più o meno falsi migranti, eccetera, l’Italia è zeppa di mantenuti.
4. Le tendenze demografiche sono da nazione in via di estinzione, con troppi vecchi e pochi giovani e senza più nascite.
5. L’economia italiana è colonizzata da capitale straniero. Restava la FIAT ma, con nome da festa goliardica, ha ormai sede in Olanda e soldi in America.
6. La classe dirigente in genere – politica, burocratica, intellettuale – è mediocre prima ancora che corrotta; più semplicemente, incapace.
7. La corruzione propriamente detta, ovvero mangia mangia, è diffusissima a tutti i livelli.
8. La cultura ufficiale è grigia, triste, piagnona, malata; sembra che la depressione venga presentata, anche a scuola, come un bell’atteggiamento spirituale e persino un valore, invece di quello che veramente e unicamente è: una malattia psichica e corporale!
9. Il concetto di uguaglianza è palesemente applicato come uguaglianza in basso, verso il peggio.
10. L’ideologia di tutti, e dico tutti, è che il problema sarebbe distribuire la ricchezza come se la ricchezza ci fosse e nascosta da qualche parte: ma non c’è, e invece il problema è produrla, poi si distribuisce da sola! Iniquamente, ovvio: ma è meglio una spartizione iniqua di beni che una giusta distribuzione della fame un poco uguale per uno!
Che fare? Inutile parlarne, se prima non si risolve il problema di chi debba fare. Le migliori idee di questo mondo sono chiacchiere, se ad applicarle sono, notare l’ordine alfabetico, Berlusconi, Boldrini, Brunetta, Casini, D’Alema, Fini (felice memoria), Gentiloni, Monti, Oliverio, Padoan, Prodi, Raggi, Renzi, Salvini… eccetera, ecceterissima.
Di fronte allo sfascio e all’incapacità del suddetti eccetera, in una nazione sana, sarebbe già nato un movimento nazionale serio e deciso… e invece nascono solo partiti come funghi di pessima qualità e breve durata; e, manco a dirlo, vogliono le elezioni con il proporzionale. Più scissioni.
Cos’è un movimento serio? Presto detto: è una visione della vita e del mondo che diventa filosofia che diventa idea che diventa ideologia che si dà un’organizzazione. Tranquilli, non c’è all’orizzonte un bel niente di tutto questo.
Ulderico Nisticò