“Si tratta di scegliere tra un sistema costituzionale, quello attuale, che non funziona e un nuovo sistema che risponde alle esigenze della società moderna”. Lo ha affermato il deputato del Pd Demetrio Battaglia, coordinatore regionale per la campagna referendaria, intervenendo all’assemblea del partito a Camigliatello Silano. ”Della riforma – ha aggiunto Battaglia – possiamo discutere da più punti di vista: politico, culturale, giuridico, legislativo. Se ci avventuriamo in una discussione di carattere giuridico avremo 3000 pareri contro e 4000 a favore, ma il punto è molto semplice: se il referendum non passerà avremo ancora un sistema bicamerale perfetto con due Camere che hanno le stesse funzioni e gli stessi compiti con conseguenti lentezze e distorsioni. Questo sistema esiste da 70 anni ma è un sistema che adesso va rimodulato alla luce dell’evoluzione della società. Ed è un sistema nato così perché la Costituzione è nata in un contesto storico particolare, dopo la guerra e nel pieno di un conflitto ideologico tra schieramenti che non si fidavano l’uno dell’altro e quindi si immaginò di trovare un equilibrio, con un Senato immaginato come Camera di “raffreddamento”, di mediazione. Se riteniamo che ancora oggi ci sono queste condizioni e c’è la necessità di pesi e contrappesi che bloccano e mediano, allora dovremmo votare no, ma quel sistema ha portato benefici ma soprattutto ha determinato disfunzioni e lungaggini, oggi – per quanto mi riguarda – non più accettabili. Non capisco poi l’accusa, mossa al fronte del sì, dell’espropriazione della volontà popolare e del Parlamento e dell’aumento a dismisura del potere del presidente del Consiglio dei ministri: oggi in Italia il presidente del Consiglio è l’unico potere in Italia a non avere possibilità di revocare un suo ministro se termina il rapporto di fiducia, come invece possono fare un sindaco e un presidente della Regione con un assessore. Si tratta – ha aggiunto Battaglia – di scegliere tra un sistema costituzionale, quello attuale, che non funziona e un nuovo sistema che risponde alle esigenze della società moderna: se passa questa riforma costituzionale nei prossimi anni possiamo immaginare anche la definitiva scomparsa del Senato. Il punto è che la riforma consegna agli italiani un potere che prima non avevano grazie anche allo strumento del referendum propositivo”. Il deputato e coordinatore della campagna referendaria ha poi osservato: “Ci sono molti che sostengono di votare sì alla riforma se sarà modificata la legge elettorale, si può anche discutere su questo ma se si vuole modificare la legge elettorale basta trovare una maggioranza che a esempio elimini i capilista, se invece c’è un retropensiero allora andiamo a discutere a esempio della possibilità di avere ancora 17 partiti in una coalizione, com’è avvenuto nel recente passato caratterizzato dall’ingovernabilità”. In conclusione – ha detto Battaglia – “il Pd deve una grande capacità di mobilitazione non solo formale con iniziative e campagne ma concreta, dimostrando davvero la volontà di attuare questa riforma costituzionale per cambiare il Paese. Infine il sì o no non può passare attraverso un tatticismo interno al Pd perché sarebbe la fine del Pd stesso”.