Al Ministro della Salute
Al Ministro dell’Ambiente
Al Ministro della Giustizia
Premesso che:
il 22 novembre 2016 la trasmissione televisiva “Le Iene”, più precisamente in un servizio del giornalista Giulio Golia, ha raccontato di una forte contaminazione radioattiva in un’area specifica del litorale ionico, più precisamente nei tratti di spiaggia afferenti ai comuni di Montauro e Stalettì, oltreché lungo il Torrente denominato “Franco”. Dalle numerose inchieste della suddetta trasmissione televisiva si evince però che, il fenomeno della contaminazione, interessa, oltre alla provincia di Catanzaro, anche vasti tratti della provincia di Reggio Calabria, di Crotone e di Cosenza, le cui popolazioni sono colpite sempre più frequentemente e diffusamente da malattie di tipo tumorale;
Considerato che:
così come racconta una corposa rassegna stampa, i casi di navi affondate cariche di rifiuti tossici a largo delle coste calabresi sono numerosi, tra i quali: quello della motonave “Jolly Rosso”, che ha scaricato su una vasta area del cosentino una grande quantità di materiale radioattivo; e quello della motonave “Rigel”, affondata a largo delle coste calabresi il 21 settembre 1987, senza mai ritrovarne il relitto, nonostante numerose successive indagini delle procure calabresi, le quali, tra l’altro, confermarono il suo carico altamente radioattivo oltreché la dolosità dell’operazione;
Tenuto conto che:
Legambiente sin dalla fine degli anni ’80 ha prodotto una corposa documentazione in dossier, studi, e rapporti dettagliati che ricostruiscono il legame tra la criminalità organizzata e la pratica dello smaltimento illecito dei rifiuti sia con il sistema dell’affondamento delle navi, sia con altre modalità illecite;
Si chiede ai Ministri in indirizzo se non ritengano opportuno attivarsi al fine di:
- predisporre, di concerto con gli organismi regionali preposti, un approfondimento tramite un piano straordinario su quanto denunciato in Tv dal giornalista Golia; un processo di controllo dei livelli di radioattività lungo tutto il Golfo di Squillace, sia delle acque che del litorale, associato ad un sistema di monitoraggio permanente dei risultati ottenuti;
- accertare che non ci siano pericoli per la balneazione, considerando anche che il tratto interessato, soprattutto nei mesi estivi, rappresenta una meta molto frequentata dai calabresi e dai turisti, e considerato che eventuali restrizioni alla balneazione avrebbero immediate ricadute negative dal punto di vista turistico – economico.
- attivare le procure ritenute più efficaci al fine di predisporre ulteriori specifiche indagini, approfondendo la certificata connessione tra la presenza di materiali e rifiuti radioattivi in Calabria e la criminalità organizzata, offrendo ai cittadini calabresi un doveroso atto di verità.
Sen. Pietro Aiello