Tre ex direttori e cinque funzionari della filiale di Catanzaro del Banco di Napoli sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di truffa aggravata. Secondo il pm della Procura catanzarese Vito Valerio, che nei giorni scorsi ha notificato gli avvisi di conclusione delle indagini, i vertici dell’istituto avrebbero venduto prodotti finanziari, i cosiddetti derivati Swap, “in violazione delle norme bancarie con artifizi e raggiri” ai soci dell’azienda catanzarese Max motors srl. In pratica ex direttori e funzionari avrebbero “omesso di indicare la concreta natura e finalità speculativa di tali contratti derivati” e avrebbero predisposto, si legge nell’avviso di conclusione delle indagini, “condizioni contrattuali sempre complessivamente sbilanciate in favore dell’istituto di credito”.
In questo modo, secondo l’accusa, avrebbero indotto in errore i rappresentanti della società catanzarese che “in difetto di un consenso realmente informato e quindi artatamente indotti a confidare nella utilità e convenienza delle operazioni” sottoscrivevano 6 contratti di tipo “derivati”. L’azienda si sarebbe così trovata esposta per oltre mezzo milione di euro. Dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini gli otto indagati avranno 20 giorni di tempo per chiedere di essere sentiti dal pm o presentare memoria difensiva. Allo scadere la Procura deciderà se proseguire con la richiesta di rinvio a giudizio o al contrario chiedere l’archiviazione. Le parti offese sono rappresentate dagli avvocati Arturo Bova e Antonio Lomonaco che hanno presentato denuncia anche per l’ipotesi di reato di usura bancaria.