Incontro di studi “Archeologie e paesaggi”, una occasione persa? sicuramente no!


relat. Finotti-ProcopioSi è svolto lo scorso mercoledì 13 gennaio presso l’Istituto Tecnico Tecnologico “G. Malafarina” di Soverato l’incontro di studi “ARCHEOLOGIE E PAESAGGI NEL COMPRENSORIO DI SOVERATO”, in occasione dei 10 anni di intensa attività del “Gruppo archeologico Paolo Orsi” di Soverato.
L’incontro di studiosi e autorità a livello nazionale ha messo a fuoco le tante risorse archeologiche, ambientali e paesaggistiche del comprensorio di Soverato e naturalmente le tante problematiche a queste connesse: a partire dalle aree archeologiche meglio conosciute di Soverato come la cava sommersa e la necropoli protostorica in località “San Nicola” all’emergenza per la conservazione di Soverato vecchia. Accanto a queste realtà note si è discusso di altre meno conosciute situate nella macchia di uliveti secolari tra Soverato Marina e Soverato Superiore, interessate da una selvaggia e dilagante espansione urbanistica. Nello specifico, relativamente all’area archeologica di San Nicola, si è soffermato Stefano Mariottini, il noto scopritore subacqueo dei Bronzi di Riace che, in un stretto rapporto di collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, ha evidenziato l’estensione dell’area archeologica marina ancora più di quanto si fosse già documentato. Un’area archeologica che dovrebbe essere, per la sua unicità, il fiore all’occhiello di Soverato, città moderna che dovrebbe coniugare storia e sviluppo in modo sostenibile e intelligente.
Per una volta hanno potuto dialogare simultaneamente diverse professionalità operanti sul campo quali la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio, la Soprintendenza Archeologia, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, l’Università della Calabria e la rappresentante del forum “Salviamo il Paesaggio”, nonché i rappresentanti di varie associazioni di volontariato e i molti conservatori del patrimonio artistico e archeologico intervenuti.
visita cava poliportoI relatori, con grande lucidità e onestà intellettuale, hanno affrontato temi complessi come la tutela e la conservazione delle aree archeologiche e della costa, compreso lo sciagurato progetto del lungomare di Soverato, ma anche dell’antica Kaulon, oggi Monasterace, di Isca sullo Ionio e di quelle ambientali e paesaggistiche come quelle di Montepaone e di Petrizzi, con tutte le sfaccettature inerenti alla legislazione vigente e alla sua applicazione.
Argomenti quanto mai attuali e scottanti, in un’era proiettata verso “riqualificazioni” ed espansioni urbane che prevedono pesanti modifiche del territorio col serio rischio di perdere le nostre identità culturali e la nostra caratterizzazione paesaggistica in breve tempo.
Di notevole interesse è stato il contributo di Franco Finotti, direttore del Museo civico di Rovereto che ha parlato della sua trentennale esperienza e della figura di Paolo Orsi, famoso archeologo di Rovereto del primo Novecento che in trenta anni di attività ha scoperto tutte le città greche in Calabria oggi conosciute. Il museo di Rovereto ha offerto agli studiosi e ai partecipanti la grande opportunità di collaborare con lo stesso museo che, avvalendosi delle più attuali tecnologie informatiche, ha messo a punto un sistema nel quale tutti possono interagire per salvare e tutelare il territorio nel quale viviamo. La messa in rete telematica attraverso il portale del museo permetterà di tenere sotto controllo il territorio e scongiurare futuri abusi e sventramenti. Un vantaggio per tutti ma soprattutto per i giovani che non solo possono arricchirsi culturalmente ma trovare nella formazione, nella ricerca e nel progetto offerto, anche nuove opportunità di crescita che con la nuova tecnologia informatica possono tradursi in dinamismo economico.
Nel pomeriggio l’intervento di Marisa Gigliotti ha messo in evidenza il ruolo della pianificazione e della programmazione preventiva, nel rispetto dei vincoli sanciti dal codice dei Beni Culturali, da prendere come opportunità per valorizzare il territorio e la sua identità.
Concetti approfonditi e ripresi nella relazione esaustiva della Soprintendente alle Belle Arti e Paesaggi, Margherita Eicheberg, che ha voluto rafforzare il ruolo della collaborazione tra gli enti preposti alla tutela e valorizzazione, fin dalla progettazione preliminare che deve essere condivisa.
Un momento chiarificatore di studi, programmatico per il futuro dunque ma anche di stimolo a migliorarci e a rispettare i luoghi nei quali viviamo, che avrebbe dovuto interessare, prima ancora gli amministratori locali e gli uffici tecnici. E’ stato scelto un giorno lavorativo proprio per facilitare la partecipazione di costoro e, più precisamente i sindaci di Soverato, di Montepaone, di Davoli, di Sant’Andrea, di Petrizzi, di Isca e di Santa Caterina, tutti direttamente invitati.
Strano a dirsi, tutti gli amministratori locali erano assenti. Nessuno degli invitati si è presentato a portare il proprio contributo, né ad ascoltare gli esperti convenuti da tutta Italia. Dei tecnici comunali invitati ha partecipato solo una rappresentanza del comune di Soverato e Giuseppe Carnuccio a solo titolo personale.
Le istituzioni regionali, nelle persone del presidente del consiglio Nicola Irto e dell’assessore all’ambiente Antonella Rizzo non essendo fisicamente presenti, hanno mandato la loro nota dettagliata di apprezzamento dell’evento e la disponibilità per il prosieguo dell’attività di ricerca, valorizzazione e tutela del patrimonio archeologico e paesaggistico, ritenendo“ indispensabile uno sforzo collettivo che coinvolga la Regione, le amministrazioni locali e le associazioni che svolgono un ruolo attivo sul territorio”.
Il nostro sforzo di interagire per migliorare la gestione di un patrimonio straordinario e fragile del quale siamo tutti responsabili è stato in parte boicottato squallidamente? Il nostro contributo a una pianificazione urbana sostenibile, nel rispetto della Storia locale e della democrazia, non è stato capito e apprezzato dagli amministratori? È stata una meravigliosa occasione persa? Crediamo di no!
Noi vorremmo continuare a collaborare alla conservazione della nostra terra con i suoi meravigliosi paesaggi e con la sua grande storia; il nostro obiettivo non è certo quello di essere ingombranti e fastidiosi ma quello di pensare al futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti e che questi possano ancora godere del meraviglioso territorio nel quale siamo cresciuti. La Magna Grecia che vive nella nostra terra non è uno slogan per le campagne elettorali ma una realtà che vogliamo tutelare.
Confidiamo che l’anno appena cominciato possa vederci impegnati fattivamente, ognuno nei propri ruoli, sul fronte della tutela e della valorizzazione del nostro patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale.
Noi siamo sempre disponibili al dialogo e al costruttivo confronto, ricchi dell’interesse alla nostra attività che a livello nazionale ci viene riconosciuta… Speriamo di non essere profeti inascoltati in patria…come dice l’antico proverbio latino.

Gruppo archeologico Paolo Orsi


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