“Medico, specialista, radiologo”, così aveva voluto scrivere sulla cappella nel cimitero di Cardinale che da ieri lo ospita, a fianco alla cara moglie Iolanda e ai suoi genitori.
Per tutti era il dott. Sia. E lui andava orgoglioso dei suoi studi e della sua formazione continua; con libri e vocabolari sul tavolo e sul comodino vicino al letto.
Fra 1 mese circa avrebbe compiuto ben 103 anni, nato nel 1921, laureato giovanissimo a Napoli, specializzato a Modena, primo radiologo nella provincia di Catanzaro e in Calabria.
Un secolo sulle spalle non aveva appesantito la sua figura snella e scattante; si muoveva sempre a piedi da casa sua a piazza Roma, dove aveva aperto il primo studio privato di radiologia.
Apprezzato e convenzionato con la sanità pubblica, non si era sdraiato sui contributi dello Stato, aveva voluto investire con tanti sacrifici per dotare la città delle più avanzate attrezzature tecnologiche.
E dal suo studio, dove esponeva anche le più belle riviste mediche, tratteneva i suoi rapporti in Italia, da Catania a Modena, e all’estero dialogando innanzi tutto con suo fratello, scienziato e residente negli Stati Uniti.
Per me era il più caro amico di famiglia, legatissimo a mio padre. Con affetto e solidarietà stava a noi vicino negli anni in cui, per ragioni di lavoro mio padre era obbligato a stare in Sud Africa.
Lui sensibilissimo contribuiva a colmare quel vuoto stabilendo con me un rapporto privilegiato, coinvolgendomi nei suoi viaggi frequenti tra Satriano e Catanzaro e nei suoi ricordi.
E dai suoi affascinanti racconti ricavavo l’esperienza di un uomo, tanto legato alle sue origini e al suo territorio, ma bisognoso di superare i confini locali per proiettarsi negli scenari nazionali, con l’aiuto della scienza e della tecnologia.
Curioso e intraprendente aveva scoperto le qualità speciali dell’acqua Mangiatorella, che indicava a tutti; aveva aperto a sue spese il primo cinema a Satriano agli inizi degli anni ’50, contribuendo a vivacizzare un borgo che si apriva alla cultura per impulso di un gruppo di giovani neolaureati intellettuali, dal prof Guarna al giudice Chiaravalloti, suo cognato.
E poi la sua voglia di contribuire a proprie spese alla riqualificazione del centro storico restaurando la sua casa ed altri locali vicini, in Largo Palazzo.
Questa sua personalità complessa seppe riversare istallandosi a Catanzaro, città che lui visse sempre con rispetto, ma senza debordare nei salotti dove pure la sua alta professionalità veniva apprezzata.
Era schivo dalle esibizioni. Aveva sofferto tanto per la perdita della figlia Silvana in un improvviso incidente automobilistico e di recente per la scomparsa di Antonio, il più fragile dei suoi figli. Gisella, Marilyn e Maurizio e tutta la famiglia possono essere orgogliosi di una personalità che va onorata da tutta la comunità.
Come hanno saputo fare ieri i suoi concittadini a Cardinale, presenti anche il fedele Sergio Rocca, la nipote Rosanna Paravati e il marito Michele Drosi, già Sindaco di Satriano. Tanti gli amici collegati anche via internet, mentre interveniva pubblicamente Maurizio Nanci per i Testimoni di Geova, comunità nella quale Gregorio Sia aveva, sin dal 1975, riversato la sua fede intensa e la più solidale partecipazione.
Pino Soriero (Soverato News)