Caro Tito, in questi ultimi giorni mi hanno indispettito notevolmente le violenti e pretestuose accuse mosse da alcuni ambienti politici al presidente dell’INPS Pasquale Tridico di essersi raddoppiato o addirittura triplicano lo stipendio (facoltà che sembra essere di sola decisione governativa). La mia intelligenza di cittadino e anche di elettore si ribella alle ennesime falsità e strumentalizzazioni tendenziose che quasi quotidianamente trovano nella politica nostrana l’esaltazione di una classe dirigente che farebbe meglio ad abbassare i toni e a dare a noi cittadini, specialmente alle nuove generazioni, virtuosi esempi di come si possa fare politica senza dover ricorrere a maniere che la logica ed il buon senso rifiutano. E’ sufficientemente noto che è proprio il comportamento dei politici la prima causa della disaffezione dei cittadini verso la partecipazione attiva alla gestione della “cosa pubblica”. Ma forse è un atteggiamento voluto e ben ponderato per tenere lontani gli elettori dalla “res-pubblica” che diviene sempre più un affare privato, di pochi, di un’oligarchia sempre più arroccata … della cosiddetta “casta” (come appunto si è constatato specialmente in questi ultimi anni). Comunque sia, tutto tale andazzo è civilmente e socialmente antipedagogico (ed è questo uno dei maggiori danni in assoluto).
1 – UN’OFFESA ALLA VERITÀ E ALL’INTELLIGENZA
Possiamo capire che una polemica contro qualcuno di alto rango, come Tridico, sia uno dei tanti assalti che si consumano (quasi quotidianamente) per mettere in crisi una parte politica al potere o addirittura un governo. In Italia la reciproca delegittimazione è regola stabile tra le fazioni concorrenti al governo del Paese e non si trova ancora un utile “modus vivendi”, un modo di fare politica senza offese reciproche, senza illazioni e colpi di mano. Non si accetta ancora che l’onere e l’onore di governare per una intera legislatura spetta a chi vince le elezioni politiche, a qualsiasi area politica appartenga. Invece no, bisogna sfibrare, disarcionare chi è impegnato a tenere le redini di uno Stato, come se non fosse già impegnativo di suo governare. Sembra un’utopia avere classi dirigenti e politiche serene e corrette, con un unico scopo, quello di fare veramente l’interesse di tutti ed il bene della “res-pubblica”… della Repubblica. Questa condizione di permanente litigiosità e di tendenze autodistruttive stressa enormemente i cittadini che (pure per salvaguardare la propria salute mentale) preferiscono non seguire più di tanto tale “teatrino” (come è stato chiamato), allontanandosi dalla politica o seguendola più o meno con diffidenza, disagio o persino disgusto.
Perché gli attacchi contro Tridico, a proposito del suo stipendio di manager pubblico, sono un’offesa alla verità e all’intelligenza dei cittadini e degli elettori? Essenzialmente perché esistono già leggi dello Stato che prevedono (bene o male) la remunerazione dei Presidenti di enti pubblici complessi come l’INPS. Anzi, mi sono meravigliato assai che lo stipendio di un Presidente INPS fosse ufficialmente ancora soltanto di 62.000 euro annuali, vale a dire 5mila euro al mese che sono uno stipendio medio di un professionista ma senza la grande responsabilità di uno dei più grandi enti pubblici d’Italia! Almeno questo è emerso dai telegiornali. O forse dovremmo sapere di più e ci sono retroscena che ancora non sappiamo o non abbiamo capito?…
2 – IL SENSO ED IL METODO DELLA PROPORZIONALITA’
Far passare lo stipendio annuale da 62mila euro a 150mila euro del Presidente dell’INPS non è affatto uno scandalo o cosa da evidenziare e stigmatizzare così violentemente a livello politico. Anzi, è ancora poco, specialmente se pensiamo a quanto percepiscono i Presidenti di Regione o addirittura i Presidenti delle ASL che governano piccole realtà se confrontate ad un ente enorme come l’INPS. Ma quanto guadagnano annualmente i generali delle forze armate o un semplice deputato o un senatore o un magistrato o i cosiddetti boiardi di Stato?… Dove è il senso della proporzionalità?… E quanti professionisti superano i 150mila euro annuali? Pensiamo agli avvocati, ai chirurghi, ai top-manager delle industrie private e persino ai gestori di un bar o di un altro negozio al centro di una città come Roma o Milano!…
Strano, poi, che questo dello stipendio del Presidente INPS emerga all’indomani del Referendum che ha confermato il taglio del numero parlamentari … segno che i cittadini sono proprio stanchi e stufi di una classe politica litigiosa e spesso inconcludente, che pecca spesso di “assenteismo” e di beghe insopportabili per la gente che lavora, suda, tribola e ”spàntica” quotidianamente, facendo fatica spesso ad arrivare a fine mese. Insomma, la gente, gli elettori vorrebbero più serietà e più concretezza senza perdere tempo appresso a polemiche che tolgono energie preziose al lavoro per il bene del Paese, alla risoluzione dei veri e più gravi problemi.
3 – MANCA UNA TRASMISSIONE TV DI VERITA’
Caro Tito, a mio parere le trasmissioni televisive delle emittenti nazionali preferiscono, in genere, seguire le polemiche politiche senza presentare all’utenza almeno una trasmissione di verità che rispetti le aspettative e l’intelligenza dei cittadini anche come elettori. Non hai notato che in TV appaiono e parlano soltanto gli stessi personaggi (che passano da una trasmissione all’altra, pubblica o privata) quasi come se in Italia non ci fossero altre autorevoli persone degne di dire la loro?…. Che io sappia non c’è una sola trasmissione televisiva che cerchi di fare luce tra le nebbie delle polemiche e che dica la verità. Infatti, nella vicenda Tridico di questi giorni non ho ascoltato nessuno che in una qualche trasmissione facesse riferimento alla proporzionalità degli stipendi dei manager pubblici e come collocasse lo stipendio di Tridico in tale contesto. Forse la mancanza di una trasmissione di verità ed intelligenza conferma che i mezzi d’informazione sono passerella e vetrina del potere oppure che ne temono le rappresaglie e si guardano bene dall’interferire, dall’essere critici o dal contraddire?… Certo è che non possiamo nascondere un qualche disagio nell’assistere a tale monopolio del pensiero. Conosco numerose persone che preferiscono cambiare programma piuttosto che seguire sempre gli stessi triti e ritriti paradigma nel dibattito politico televisivo.
Allora, è vero che la prima vittima della politica è la verità e con essa il diritto-dovere dei cittadini (specialmente come elettori giudicanti al momento del voto) di sapere come stanno le cose. La Repubblica è un condomino e tutti hanno diritto di sapere come stia effettivamente la situazione di tale condominio. Venendo meno la verità, viene meno pure la fiducia verso la classe dirigente. Ovvero verso l’amministratore del condomino. So che esistono riviste o elementi di comunicazione più puntuali e critici, ma quasi sempre non sono a portata di mano o di tasca della gente comune, per cui sarebbe utile, anzi necessario, che una qualche emittente prendesse a fare, come metodo davvero indipendente, verità sugli avvenimenti pubblici e politici. Ma ciò sembra, al momento, una vera chimera, un sogno irrealizzabile.
4 – STIPENDI TRA ETICA E FRUGALITA’ DI STATO
Che l’Italia viva al di sopra delle sue possibilità è verità sempiterna. Basta guardare pure il mostruoso debito pubblico! Dovremmo darci tutti una santa regolata. La frugalità, che era tipica del mondo rurale (da cui proviene pure Pasquale Tridico), è stata abbandonata per inseguire i “miraggi” e le “avidità” del benessere innaturale ed esagerato, senza pensare che non ce lo possiamo permettere. In tale contesto è necessario contemplare pure gli stipendi dei manager, intendendo con il termine “manager” tutti coloro che hanno una qualche responsabilità nel governo della nazione, dal capo-famiglia al presidente della Repubblica. Esiste, in natura, il metodo della misura, della proporzionalità e della sostenibilità. E, in particolare, del buon senso. Del governo alla “femminina” diciamo noi a Badolato (per dire che le donne di casa sanno governare meglio). Attualmente siano fin troppo lontani da questi parametri esistenziali, non soltanto in Italia ma in tutto quel mondo che insegue le ambizioni del benessere a tutti i costi e persino del lusso. Purtroppo il benessere finora realizzato è feticistico, cioè si affida agli oggetti da possedere. Manca un equilibrio, il più possibile logico ed efficace, tra l’essere e l’avere.
Non posso esimermi dal ricordare che è indispensabile agire con un minimo di etica. Anzi, meglio se con il senso dell’Armonia. Qui si sta andando (quasi) tutti a ruota libera e non sappiamo dove ci potrà portare tutto questo nostro comportamento innaturale ed esagerato che genera pure insostenibili squilibri per i popoli e per il pianeta. Specialmente dinanzi a pericoli globali per la salute, come sta dimostrando la pandemia del Covd-19. Occorre una messa a punto e una revisione dell’agire umano, ovunque e comunque, e dei sistemi sociali. Ciò pretende ed esige uno sforzo comune, una indispensabile cooperazione senza distrazioni.
5 – SALUTISSIMI
Caro Tito, come sai (pure perché l’ho ribadito spesso), sono equi-distante ed equi-vicino a tutto e a tutti, pure alla politica, cercando di salvare autonomia e libertà di pensiero, intelligenza critica illuminata dal senso della verità matematica e del bene comune. Certo, non posso sempre intervenire (come persona e come giornalista) a puntualizzare le vicende pubbliche irrazionali, specialmente quelle politiche. Ma questa della vicenda dello stipendio di Pasquale Tridico mi è sembrata così paradossale ed insopportabile che non ho potuto esimermi (per amor di verità e per verità d’amor) dall’intervenire, seppure nel mio piccolo. Lo avrei fatto anche se Tridico non fosse stato calabrese, ma il suo essere calabrese (con una provenienza umile di grandi sacrifici per studiare ed affermarsi) mi ha imposto un dovere maggiore nel pensare a questa lettera. Quanto sto rappresentando adesso sarebbe compito di un auspicabile e sempre valido “Sindacato Elettori” che non è mai decollato dall’intuizione da me manifestata parecchi anni fa. E mi meraviglio ancora come mai non ci sia ancora un “Sindacato Elettori” a fronte di un settore (come la politica) così strategico e determinante per la vita dei cittadini! Fatto sta che si perde troppo tempo ad inseguire “miraggi” e vanità.
E, purtroppo, l’ammonizione dantesca del “perder tempo a chi più sa più spiace” è sempre valida e fa soffrire chi, appunto, è più consapevole. Purtroppo, ci tocca convivere con queste spiacevoli situazioni e vedere ancora e sempre la verità ferita e la nostra intelligenza offesa. Tuttavia, ognuno di noi è corresponsabile delle cose del mondo, a partire dal nostro piccolo ambiente. Ma chi ferisce o addirittura uccide la verità e chi offende la nostra intelligenza e dignità deve poter sapere che protestiamo per tali nefandezze. Se siamo costretti a subire, vuol dire che siamo sudditi non cittadini di una democrazia. Sia permanentemente chiaro, anche se non stiamo lì, sempre a dirlo o a puntualizzare ogni ingiustizia.
Grazie per aver accolto questa lettera n. 299. Sono già emozionato nell’attendere l’invio della “Lettera n. 300” che segna un significativo traguardo in questa bellissima esperienza di scrittura e di comunicazione che dura esattamente da ben otto anni. A resto! Cordialità,
Domenico Lanciano