Il sindaco di Soverato Alecci è balzato alle cronache dei media perché è intervenuto in aiuto di un suo concittadino che per essere ricoverato ha dovuto peregrinare in due diversi pronto soccorso di ospedali calabresi. Il sindaco in una intervista al TG3 Calabria ha detto che egli da sindaco ha rappresentato, in questo caso, l’ultimo baluardo della sanità calabrese. Mi permetto di segnalare al sindaco Alecci che essendo egli da sindaco la massima autorità sanitaria del suo territorio può fare molto di più di quello che, in modo encomiabile, ha fatto in questa penosa situazione.
Da sindaco, come tutti gli altri sindaci, può intervenire quando la sanità pubblica, e non solo quella individuale, è messa a rischio. E la sanità pubblica dei comuni calabresi è fortemente compromessa perché,
a) dopo 12 anni di piano di rientro avviene che per la prima volta nella storia della Calabria l’aspettativa di vita alla nascita invece di aumentare è diminuita ed un bambino che nasce oggi in Calabria vivrà meno dei suoi genitori,
b) a parità di patologia, specialmente oncologica, in Calabria si muore prima che nelle altre regioni italiane,
c) la Calabria ha tra i suoi abitanti molti più malati cronici degli altri italiani,
d) la Calabria è la regione che a fronte di questa maggiore presenza di malati cronici in più è la regione che in assoluto riceve, da circa 20 anni, meno fondi pro capite per la sua sanità,
e) la Calabria sta restituendo ad un tasso quasi usuraio un prestito contratto con il ministero dell’economia per il suo presunto deficit sanitario,
f) i calabresi da oltre 10 anni stanno pagando una super tassa di circa 100 milioni l’anno sempre per il presunto deficit sanitario,
g) la Calabria dopo 12 anni di piano di rientro ha visto triplicare i viaggi della speranza per le visite sanitarie fuori regione, h) in Calabria sempre a causa del piano di rientro sono stati chiusi o depotenziati ben 18 ospedali,
i) in Calabria in pratica è stato bloccato il turn over degli addetti alla sanità, sono diminuiti i posti letto ospedalieri e le liste di attesa si sono allungate in tempi biblici.
Tutto ciò e stato causato dall’imposizione alla Calabria da parte dei governi del piano di rientro sanitario nel dicembre 2009 che non hanno voluto capire che il disavanzo sanitario della nostra regione era dovuto principalmente al fatto che dove c’erano molti più malati (Calabria) venivano dati molti meno fondi e che quindi non potevano bastare per curarli tutti. Il piano di rientro che aveva ed ha come obiettivo principale il rientro del presunto deficit ha imposto ulteriori tagli che hanno impedito ai calabresi di potersi curare. Il malato cronico che non si cura peggiora e poi per essere curato costa molto di più ed è per questo che il presunto deficit dopo 12 anni di piano di rientro aumenta di anno in anno ed è anche per questo che la spesa fuori regione è perfino triplicata raggiungendo la stratosferica cifra di oltre 300 milioni annui imponendo ulteriori risparmi sulla spesa sanitaria creando un circolo infernale.
Tutto ciò è avvenuto a causa dell’errore dell’imposizione alla Calabria sia del piano di rientro sanitario sia dei commissariamenti a tappeto, forse meglio dire della militarizzazione della sanità calabrese perché gli ultimi due commissari al piano di rientro sono dei militari. Avrebbe dovuto essere ormai chiaro che, se la Calabria dopo 12 anni di commissariamento e con commissari a tutte e 5 le sue ASP, ai suoi ospedali maggiori, al suo policlinico e perfino alle commissioni inps per la invalidità civile, vede il suo presunto deficit sanitario raddoppiare e la spesa fuori regione triplicare, il motivo è principalmente per il piano di rientro stesso e i commissariamenti i quali hanno fallito anche nella campagna vaccinale covid.
Cosa possono allora fare i sindaci calabresi riuniti come più alta autorità sanitaria?. Chiedere tutti loro insieme al governo e alla conferenza stato regioni tre cose,
1) Chiusura del piano di rientro e dei commissariamenti,
2) Azzeramento del presunto deficit sanitario
3) cosa ancora più importante, la modifica dei criteri di riparto dei fondi sanitari alle regioni non più basato sulla demografia ma sulla reale presenza di malattie in ogni regione più fondi, e non di meno come adesso, dove ci sono più malati come in Calabria.
Solo così facendo nessun altro sindaco dovrà fare ciò che ha dovuto fare il sindaco Alecci a Soverato.
Dott. Nanci Giacinto – Associazione MEDIASS medici di famiglia a Catanzaro