Il silenzio delle Istituzioni sulla morte di Lorenzo Parelli


Il tragico incidente di cui è stato vittima Lorenzo nell’ultimo giorno dello stage dell’alternanza scuola-lavoro ha suscitato enorme indignazione tra i suoi compagni e tra gli altri studenti e molto meno nell’opinione pubblica e nei partiti politici distratti dall’elezione del presidente della Repubblica.

Un silenzio   che stupisce e   indigna non solo per la morte del giovane studente, ma anche per l’assenza di una discussione approfondita sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro e dell’alternanza scuola-lavoro.

Gli studenti, scesi in piazza in molte città italiane per ricordare Lorenzo e protestare per la sua giovane vita spezzata, hanno messo in forse l’utilità degli stage e soprattutto le modalità con cui si attuano. Il comportamento   della polizia che ha impedito lo svolgersi delle sacrosante e pacifiche manifestazioni, anche se non autorizzate, degli studenti è stato spropositato ed inopportuno.

Sarebbe auspicabile e necessario   che il Governo ed il Ministro dell’Interno non solo esprimessero piena solidarietà alla famiglia di Lorenzo ed   agli studenti ma soprattutto apportassero le opportune modifiche alla legge che ha istituito l’obbligatorietà degli stage per renderli più sicuri, più utili e più adeguati al mondo del lavoro in continua evoluzione.

La sperimentazione sull’alternanza scuola-lavoro, iniziata nel 2003 e successivamente resa obbligatoria da una legge del 2015,  rispondeva all’esigenza di colmare il gap , maggiormente evidente negli istituti ad indirizzo tecnico-professionale, esistente tra il mondo della scuola e quello del lavoro.

I programmi scolastici, non adeguatamente aggiornati allo sviluppo tecnologico tumultuoso e veloce (informatica, telecomunicazioni, ecc…), non consentono agli studenti di avere una preparazione adatta ad essere inseriti da subito nel mondo del lavoro. La discussione su quale formazione scolastica e culturale sia più opportuna   è datata e si confronta con due scuole di pensiero diverse: tra chi ritiene che sia fondamentale acquisire le nozioni fondamentali lasciando poi la specializzazione ad una fase successiva e chi ritiene che le competenze acquisite durante il percorso scolastico debbano invece essere più adatte ed attinenti al mondo del lavoro.

L’alternanza scuola-lavoro rappresenta un onorevole compromesso tra queste due spesso antitetiche impostazioni.  Non è quindi in discussione, a mio parere, l’importanza degli stage ma il modo con cui vengono svolti ed i limiti evidenti esistenti che richiedono una rimodulazione del loro svolgimento. Gli insegnanti   debbono innanzitutto sviluppare progetti di formazione non avulsi dal contesto socio-economico in cui si svolgono individuando quei luoghi di lavoro tecnologicamente avanzati   dove vengono rispettate tutte le norme di sicurezza e le scuole debbono assicurare una costante e puntuale vigilanza per tutta la durata dello svolgimento dello stage.

I tutor designati dalle aziende debbono formare ed informare preliminarmente, come tra l’altro previsto dalla legge, gli studenti, che assumono anche se momentaneamente la veste di lavoratori, sugli eventuali pericoli   esistenti sui luoghi di lavoro oltre che sui sistemi produttivi.

Sarà la magistratura ad accertare le modalità dell’incidente e ad individuare e stabilire le eventuali responsabilità, ma questa tragica vicenda non dovrebbe mettere in discussione la validità di tutte le esperienze che sono finalizzate all’approfondimento ed all’arricchimento culturale e professionale degli studenti.

Il sapere deve essere coniugato con il sapere fare e la ricerca, la formazione e la cultura sono essenziali alla sviluppo democratico di una nazione. Tuttavia, ancora una volta, affinché, dopo lo sgomento   iniziale e l’unanime   solidarietà espressa alle famiglie delle vittime,   la cronaca non riporti più notizie così ferali e che tutto ritorni come prima, occorre ribadire che le norme di sicurezza devono essere rispettate rigidamente per proteggere i lavoratori   dai rischi e dai pericoli   esistenti nei luoghi di lavoro.   

Grazie 

Nicola