Antonio Tango, ingegnere ed esperto fiscale, nell’ “Apprezzo dello Stato Di Soriano in Calabria Ultra” del 1650, nella sua stima fiscale eseguita su incarico e per conto del re di Spagna Filippo IV, che voleva vendere il suo patrimonio per risanare le casse reali dissipate dai vari conflitti e dagli sprechi di corte, descrive , tra l’altro, i beni di Filogaso e Panaja citando le chiese e conventi:
Le chiese di Panaja:
1) La chiesa parrocchiale di Santa Maria Maggiore o di Santa Rosalia, ubicata a Panaja. (Attualmente al suo posto vi è una piazzetta dedicata alla Madonna.)
2) La cappella di San Rocco.
3) La cappella di S. Antonio Abate (presso il fondo denominato “Ficara”).
4) La chiesa di San Nicola Vescovo.
5) Romitorio della Madonna dell’Arco.
6) Romitorio di S. Maria di Pandola.
7) Romitorio di S. Maria Luciano.
8) Convento Dei Cappuccini con l’annessa chiesa di S. Antonio Abate Prima e la Chiesa del Serafico San Francesco poi
Le Chiese di Filogaso:
1) La chiesa Parrocchiale dedicata a Nostra Signora A.G.P. (Ave Grazia Plena, o di Sant’Agata Vergine e Martire).
2) La chiesa di San Giovanni Battista (attuale Confraternita della Madonna del Carmelo).
3) Il convento dei Domenicani con l’annessa chiesa di S. Maria di Loreto fu costruito nel 1523.
I terremoti verificatisi nei diversi secoli hanno distrutto gran parte del patrimonio storico e culturale del Paese: le chiese di Santa Maria Maggiore o Santa Rosalia e della Madonna di Loreto , i due conventi con le relative biblioteche contenenti pregiati libri storici e letterari così come confermato da Vito Capialbi nel suo libro dal titolo “ Memorie delle tipografie Calabresi “ , tutto il centro abitato, quasi tutte le statue dei santi. Quelle scampate alla furia devastatrice del terremoto sono le statue settecentesche di San Vito e di Santa Rosalia, entrambe realizzate rispettivamente da Colombo e da Carmine Lantriceni, rinomati e famosi scultori napoletani. In questi ultimi anni, grazie al contributo dei fedeli, sono state restaurate da Nicola Mazzitelli, scultore e restauratore, prima la statua di S. Antonio Abate, successivamente le statue di San Giovanni e San Francesco. In questi giorni gli è stato affidato dalla comunità dei fedeli ,dal Sacerdote e dalla Congrega Della Madonna Del Carmelo, l’incarico del restauro della statua di S.Rosalia. Essa fu realizzata nel 1734 dallo scultore napoletano [1]Carmine Lantriceni, autore di molte opere scultoree famose , che aveva il suo laboratorio a Napoli presso il largo del Castello al Pontone della Guardiola del Regio Palazzo Vecchio. Il prezzo dell’opera ammontava a 52 ducati che furono pagati in tre rate. La statua, ordinata probabilmente all’artista dai fedeli “panajoti” o da qualche famiglia benestante del tempo o dal parroco della parrocchia, fu ubicata nella chiesa di S. Maria Maggiore che, così come si evince dalla descrizione del Tango nel citato “Apprezzo del 1650”, era composta da una navata principale e due navate laterali. In ciascuna delle navate laterali erano stati realizzati cinque altari dedicati ai santi più venerati dai cittadini. Gli altari ubicati sul lato destro della navata erano dedicati rispettivamente a S. Rosalia, a Santa Maria Della Consolazione ( s’indicava così all’epoca l’Immacolata),a San Domenico, a San Vito e a Santa Maria D’Andria; quelli sul lato sinistro erano dedicati alla S.S. Concezione, a San Domenico e Santa Caterina vergine e martire, a San Francesco Di Paola, a Nostra Signora Del Carmine, a Santa Lucia.
La statua ha sul petto un reliquario realizzato per conservare una reliquia della Santa così come afferma [2] G. Fiore :
Reliqua di S. Rosalia Verg. Palermitana recatavi dal P. Benedetto Camarda Minore Osservante, e familiare del Cardinal d’Ori, Arcivescovo di Palermo.
I fedeli hanno voluto con il restauro riportare alla sua antica bellezza la statua usurata dal tempo e confermare la grande devozione per la Santa in onore della quale ogni anno vengono organizzati grandi festeggiamenti religiosi che si concludono con la processione della statua e della reliquia (una falange del dito) lungo le vie principali del paese. Ricordare Santa Rosalia significa ricordare la Città di Palermo, il santuario sorto in suo onore sul monte Pellegrino, la grande venerazione che i palermitani nutrono per la loro Santa Patrona . Esiste tra la comunità di Filogaso e quella di Palermo un forte legame religioso consolidato nel tempo; così come esiste anche un gemellaggio religioso, a riprova della vicinanza spirituale tra un piccolo paese della Calabria e due città importanti della Sicilia, tra i fedeli di Filogaso e quelli di Catania nel nome di Santa Agata protettrice di entrambe le comunità.
Nicola Iozzo