Checco Zalone e il suo “Tolo Tolo” continuano a far discutere. Chi da subito lo ha amato, chi nella sua ironia ha scorto una velata critica e lo ha “odiato”, ma in entrambi i casi il film è record d’incassi e impazza nel web. Sullo sfondo comunque c’è un tema caldo, quello dell’immigrazione e c’è l’Africa con le sue contraddizioni.
Dopo la replica del sindaco di Vibo Valentia, alla battuta sulla città calabrese è arrivata immediata la risposta del produttore del film Pietro Valsecchi.
Pochi giorni fa, invece, a scrivere è una giovane di Diamante, Maria Francesca Amodeo. La ragazza in un post si rivolge direttamente a Checco Zalone, “chiedendogli scusa a nome della Calabria”. Il post in poco tempo ha fatto migliaia di condivisioni su Facebook.
“Caro Checco Zalone,
anche io sono calabrese, anche io ho visto TOLO TOLO e anche io ti ho sentito dire che “è meglio l’Africa di Vibo Valentia”. Ma ho preso questa tua affermazione per quello che è: una battuta. Una presa in giro che non ha a che fare con la realtà. E così avremmo dovuto fare tutti, senza indirizzarti tweet e post pieni di astio e irragionevole rabbia. Ho ascoltato le tue parole e ho sentito una battuta inserita, per giunta, in un film che evidenzia – senza troppi giri di parole – i drammi veri del continente africano e che quindi rende palese quanto la tua sia semplice ironia.
Tra l’altro, da calabrese, ho anche riso di gusto a questa battuta. E così hanno fatto i miei amici seduti accanto a me in un cinema di provincia. Perché saper riconoscere i difetti e le problematiche della mia terra è il primo passo per poterli risolvere. Siamo tutti consapevoli di quanto bella sia casa nostra e sappiamo che solo uno sciocco potrebbe paragonare seriamente i nostri problemi a quelli di chi – dall’altra parte del mare – si imbarca senza avere le certezza di arrivare a destinazione. A quelli di chi sa cosa siano la fame, la guerra e i lager”.
“Ma solo qualcuno di altrettanto sciocco potrebbe negare che in questa nostra terra meravigliosa e sfortunata non tutto va come dovrebbe andare. E cosa possiamo fare se non provare a cambiare le cose e sorridere dei nostri difetti? L’autoironia sta alla base dell’intelligenza, ma troppe volte noi calabresi testardi ce ne dimentichiamo. E allora caro Checco, da semplice cittadina di Calabria, ti chiedo scusa per la nostra incoerenza. Per tutti i miei conterranei che si sono sentiti offesi dal frame ironico di un minuto all’interno del tuo film ma non si sono indignati davanti alle parole di chi ci considera una zavorra da decenni e dice che dovrebbero aiutarci a casa nostra “sennò straripiamo”.
Ti chiedo scusa per tutti quei calabresi che stanno facendo la guerra in rete alla battuta di un comico ma poi scendono in piazza a battere le mani a chi ci ha chiamato terroni fino a qualche tempo fa e oggi ci usa come serbatoio elettorale. Ti chiedo scusa perché non sappiamo più distinguere le offese dall’ironia. E voi, cari conterranei, smettetela di fare i politicamente corretti e di prendervela per cose che non contano. Perché vi ricordo che tra 20 giorni si vota.
E, se il vento andrà come dicono certi sondaggi, voi consentirete di amministrare questa terra che difendete e tanto dite di amare a chi ci ha deriso, denigrato e sfruttato per decenni. A chi ci ha rispettato e ci rispetta molto meno di un comico, il cui unico compito è di far sorridere tanto e riflettere un po’. E allora, di che vogliamo parlare?”