Tra i vari temi che, in queste ultime settimane, agitano il dibattito della politica catanzarese vi è la solita ed annosa questione relativa all’Università Magna Graecia o, forse sarebbe più corretto dire, all’intero sistema formativo universitario calabrese che, però, almeno secondo le dichiarazioni di molti esponenti politici, tra cui quelle sindaco di Catanzaro (che ha ipotizzato l’istituzione, nel centro della città, della facoltà di Lingue) inizia finalmente ad orientarsi nella direzione della collaborazione inter ateneo.
La via maestra, dunque, consiste nell’abbandonare sterili polemiche ed estemporanei rigurgiti campanilistici, che hanno pregiudicato in passato le legittime aspettative di studenti e famiglie della nostra regione, in luogo di una visione organica e complessiva che garantisca il diritto allo studio dei nostri ragazzi.
Il Partito Socialista di Catanzaro, sul punto, ritiene che arricchire lo spettro delle possibili soluzioni formative sul territorio, costituisca una delle soluzioni possibili da contrapporre all’ormai annosa problematica in tema di istruzione universitaria, alleviando altresì le condizioni delle famiglie calabresi, le cui possibilità economiche saranno certamente pregiudicate dalla grave crisi sociale che, in conseguenza dell’emergenza sanitaria, amplierà maggiormente la forbice delle diseguaglianze .
In tale prospettiva, si ritiene di dover concretamente e fattivamente appoggiare la lodevole iniziativa della Fondazione per gli studi storici ed archeologici della Magna Graecia che sta provvedendo ad una raccolta firme volta all’istituzione, presso l’Università di Catanzaro, di una facoltà umanistica che si occupi di conservazione e Studio dei Beni Culturali. Tale facoltà, promuovendo la conoscenza della valorizzazione e la tutela dei beni di interesse storico ed archeologico della nostra regione, unanimemente riconosciuta quale culla della Magna Graecia, favorirebbe la promozione del turismo archeologico in una città ed in un’area della Calabria di notevole rilevanza in ciascuno dei richiamati ambiti.
Un percorso di studi che aggiungendosi ai corsi di laurea già esistenti e a quelli da più parti ipotizzati concorrerebbe alla creazione di un polo umanistico, possibilmente da collocare nel centro storico, nel solco della grande tradizione del Capoluogo di Regione che, da sempre, ha costituito un punto di riferimento nel panorama regionale e non solo. Del resto in un’epoca di decadenza come quella attuale, caratterizzata dalla sempre più evidente alienazione dell’essere umano che il turbo capitalismo ha trasformato da soggetto ad oggetto e consumatore, ripartire da un nuovo umanesimo, da un umanesimo socialista, è la direzione da intraprendere per garantire il corretto sviluppo del territorio e della comunità che su esso insiste.