Il Ministero non è tenuto, per il momento, a mostrare tutti gli atti del concorso per dirigenti scolastici 2017.
Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, che, in data 9 luglio, ha accolto il ricorso proposto dal Miur, per la riforma della sentenza breve del Tar Lazio, Sezione Terza, n. 02293/2020.
Il CdS, in sede giurisdizionale sezione Sesta, con l’intervento dei magistrati Giancarlo Montedoro (presidente), Silvestro Maria Russo, Luigi Massimiliano Tarantino, Giordano Lamberti, Francesco De Luca (estensore), ha sospeso, dunque, l’esecutività della sentenza con cui il Tar Lazio accoglieva il ricorso dei candidati non idonei circa l’ostensione di tutti i documenti concorsuali, fissando, per il giorno 29 ottobre 2020 l’udienza pubblica di discussione.
Ecco i motivi per i quali il CdS ha accolto l’istanza cautelare: “
“Le questioni oggetto di giudizio – si legge nel provvedimento – meritano un approfondimento nella opportuna sede di merito, alla stregua, altresì, delle eccezioni di inammissibilità opposte dalle parti appellate; in punto di valutazione del periculum in mora, si ravvisa la sussistenza di ragioni immediate e non riparabili di danno a carico dell’appellante, derivanti dall’ostensione dei documenti oggetto di accesso, oltre che dalla spendita di complessa attività amministrativa volta, sul piano organizzativo, al reperimento di numerosi documenti (stante l’elevato numero di ricorrenti in prime cure e, quindi, di istanze di accesso ritenute fondate dal giudice a quo); appare, pertanto, opportuno – nel bilanciamento dei contrapposti interessi – mantenere la res adhuc integra nelle more della prossima decisione della causa nel merito, per la quale viene fissata l’udienza pubblica di discussione del 29 ottobre 2020; le spese di lite della presente fase processuale vanno compensate, in ragione della particolarità della vicenda”.