Il Caffè non crea problemi all’insulina


Le influenze multiculturali provenienti da ogni angolo del bacino del Mediterraneo sono visibili nella vita quotidiana di ogni italiano ed alcune si sono riversate in tradizioni irrinunciabili, come quella dello stretto rapporto che lega il popolo italiano al caffè.

La sua diffusione nel nostro Paese si deve alle relazioni dei popoli di cultura musulmana che si sono susseguite nell’arco di molti secoli principalmente con la parte meridionale dello stivale, in quanto l’infuso di caffè ebbe la sua origine in Eritrea e si diffuse rapidamente come bevanda rinvigorente e sostitutiva di quelle contenenti alcol contrarie ai precetti del Corano.

Oggi sarebbe quasi un sacrilegio immaginare la vita di un italiano senza caffè, a partire dalla prima colazione fino ad accompagnare il resto della giornata per necessità e talvolta per pura abitudine. Proprio per questo costume diffusosi in quasi tutto il mondo, con tantissimi tipi differenti di miscele e di preparazione, il mondo scientifico indaga da tempo sugli effetti della caffeina e quindi anche sulla dose giornaliera consigliabile.

In presenza di alcune patologie il consumo di caffè è altamente sconsigliato, come in presenza di disturbi dell’apparato gastrico, pressione alta, problemi che affliggono il sistema cardiovascolare e nei soggetti diabetici. Proprio in relazione alle persone che soffrono di diabete è stato detto per lungo tempo di evitare il consumo di questa bevanda, perché in grado di elevare il livello di glucosio in circolo lungo arco della giornata. Ma il progresso della ricerca scientifica sembra dire ora tutt’altro.

Secondo un nuovo studio pubblicato lo scorso 31 dicembre sull’American Journal of Clinical Nutrition, intitolato “L’effetto del consumo di caffè sulla sensibilità all’insulina e altri fattori di rischio biologico per il diabete di tipo 2: uno studio randomizzato controllato con placebo”, il consumo di caffè nel diabetico non interferisce con la sensibilità all’insulina. La ricerca è stata condotta da un team di scienziati dell’Università Nazionale di Singapore, che ha realizzato un esperimento della durata di 24 settimane su 126 persone adulte in sovrappeso non sensibili all’insulina, tutte con un’età compresa tra i 35 e i 69 anni.

I 126 adulti sono stati divisi in due gruppi: gli appartenenti ad un gruppo hanno consumato 4 tazze di caffè di tipo istantaneo al giorno, invece i soggetti appartenenti all’altro gruppo (definito “di controllo”) hanno assunto 4 tazze al giorno di una bevanda placebo.

I ricercatori hanno monitorato la quantità di glucosio che veniva metabolizzata nel loro corpo per chilo di peso al minuto, giungendo ad osservare che non si sono verificati cambiamenti di un certo rilievo nella sensibilità all’insulina nel gruppo che consumava caffè vero rispetto al gruppo placebo. Ciò che invece è stato visto è che gli appartenenti al gruppo del vero caffè hanno subito una perdita di massa grassa e una minore concentrazione di creatinina nelle urine rispetto al gruppo placebo.

Come per ogni altro alimento è necessario mantenere alta l’attenzione sulla qualità delle materie prime e sulla loro conservazione. Nel caso del caffè, in termini di proprietà organolettiche, è bene optare per prodotti di provenienza certificata ed è altamente preferibile dotarsi di macinacaffè per evitare l’irrancidimento ossidativo della polvere in attesa di essere consumata.