Le Suore Salesiane FdM hanno celebrato i 75 anni di presenza a Soverato. Venne infatti la prima pattuglia il 26 ottobre 1944, e, con l’aiuto della popolazione, prese alloggio nell’asilo e annesso Centro elioterapico.
La guerra, per la Calabria, era finita un anno prima, con l’occupazione angloamericana; ne rimanevano tracce e problemi, e il sostegno di un’altra istituzione salesiana, accanto all’allora Ginnasio e Oratorio, venne visto come benefico.
Le FdM apriranno, o riapriranno, l’Asilo per i bambini; poi una Scuola Media, e dopo non molto il Magistrale: tutto, secondo i tempi, destinato a bambine e fanciulle. Occorrono dunque, per il lettore di oggi, alcune precisazioni di carattere storiografico.
Il crollo del regime fascista, avvenuto il 25 luglio 1943, aveva lasciato anche un grande vuoto nelle istituzioni di educazione e sportive volute dal regime, e che costituivano comunque occasione di socialità. La Chiesa, nella sua varie diramazioni, risolse in parte il problema. Soverato era allora priva di scuole statali tranne le elementari, e Salesiani e Suore saranno, almeno fino agli anni 1980, il solo punto di riferimento dei ragazzi e giovani.
Questo è l’argomento storiografico su cui è bene attirare l’attenzione. Le Suore infatti, con l’apertura di scuole, costituirono una vera rivoluzione sociologica al femminile per Soverato e gran parte della Calabria.
Con la riforma Gentile del 1923, era stato istituito un Magistrale, distinto in Inferiore di quattro anni, e Superiore di tre; con la riforma Bottai del 1939, che istituiva la Media Unica, il Magistrale diveniva quadriennale. Il corso si concludeva con una Abilitazione Magistrale, che forniva titolo per l’immediato incarico di insegnamento, seguito poi da concorso per l’immissione in ruolo. Il diplomato, a 18 anni circa, entrava nella scuola. Chi desiderava continuare, avrebbe avuto la possibilità di un corso universitario di Magistero a Messina o a Napoli, previo esame di ammissione.
La FdM di Soverato offrirono tali occasioni a migliaia di ragazze del paese e, con il Collegio, di un vasto territorio regionale, le quali, per le difficoltà dei tempi, e anche una certa mentalità, altrimenti non avrebbero potuto studiare.
È appena immaginabile il beneficio spirituale, sociale, lavorativo di un tale fenomeno così nuovo, con la formazione di un numeroso ceto di valenti signore insegnanti; e altrettanto valenti madri di famiglia; o, se vocate, a loro volta suore.
Sempre al passo con i tempi, anzi spesso più avanti, le FdM hanno sempre adeguato l’offerta alle sia pur sgangherate riforme e innovazioni degli anni 1990 e seguenti; prima con un Magistrale quinquennale; poi con gli attuali corsi di Liceo. Non hanno dimenticato i più piccoli, con Oratorio ed Elementari. È stata superata la distinzione di genere, ai miei tempi rigidissima… almeno pro forma!
Che brutto mestiere, quello dello storico, quando deve dire la verità! E qui ne dico due:
– la capacità di innovare ha consentito alle FdM di vivere e anzi crescere; mentre i miei buoni Salesiani maschi sono fermi a difendere eroicamente, e con le armi dell’epoca, la trincea del 1953;
– i Salesiani, fatte rare e generalmente infelici eccezioni, si sono ben guardati dall’interferire nella politica soveratese spicciola, mentre le Suore, almeno per alcuni anni, ne furono, diciamo così, un importante fattore; nel bene e nel male, come tutte le cose umane.
Auguriamo alle FdM, come ai Salesiani, ad multos annos.
Ulderico Nisticò