Ci sono momenti in cui gli animi nobili emergono e si distinguono; momenti particolari come quello che stiamo vivendo che, se da un lato fa pensare alla quiete dopo la tempesta, cioè alla ritrovata libertà dopo l’ asfissiante quarantena, dall’altro non si può dire che induca a gioire, viste le difficoltà economiche e le molteplici incertezze relative al futuro. In questi momenti in cui si accenna una timida ripartenza, qualcuno ha deciso di puntare sulla solidarietà che sottende una sensibilità d’ eccezione.
La compagnia teatrale dei “Sognattori” ha infatti deciso di donare uno spettacolo a tutti coloro, enti e associazioni, che volessero fruirne, spettacolo pensato per i bambini e le famiglie nel pieno rispetto delle norme relative al decreto del 15 Giugno e completamente gratuito. Gli enti e le associazioni che volessero promuovere tale spettacolo dovrebbero soltanto curare la logistica e garantire il rispetto delle regole relative al distanziamento sociale.
L’iniziativa della compagnia dei “Sognattori” si può definire come un gesto semplice e straordinario nel contempo, non solo perché ispirato dalla solidarietà e dalla sensibilità, ma anche perché reca con sé una valenza pedagogica in quanto insegna che, in un momento di difficoltà collettiva, si può fare qualcosa senza necessariamente ricorrere all’eclatante gesto, senza dare fiato alla propaganda più becera, senza spandere parole ammuffite e pregne di retorica inneggianti al bene comune, ma semplicemente facendo ciò che ciascuno sa e può fare nell’ottica però della donazione, riscoprendo il valore della condivisione che è stato adombrato dalle recenti traversie in cui , quasi istintivamente, ciascuno ha covato nei confronti dei propri simili una sorta di rassegnata diffidenza, se non di timore, una parentesi nella quale gli altri venivano percepiti quasi come minaccia e il distanziamento sociale era divenuto un must.
Donare uno spettacolo teatrale vuol dire non solo fornire un contributo per ricostruire una graduale normalità, ma anche e soprattutto ridare l’ ‘abbrivio a una socialità che è stata inficiata dalla pandemia e aiutare a riscoprire la bellezza di un gesto che vuole andare verso l’ altro da sé, verso l’ incontro e la condivisione di un ‘ esperienza e alla fine si può dire che tutto ciò rimanda alla riscoperta della vera essenza del teatro che è appunto un ‘ esperienza da condividere; non sarà molto, ma è comunque qualcosa, è un modo per ridonarci una pezzetto della perduta normalità, un barlume di bellezza e un accenno di sorriso e tutto ciò è semplice e straordinario nel contempo.
Prof. Antonio Pellegrino