Alberto II, principe sovrano di Monaco, viene spesso in Calabria. Qualcuno mi chiede notizie, e, per come posso, ve le do, prendendola alla lontana.
Nel 1414 morì re Ladislao d’Angiò Durazzo, e, senza figli, gli successe la sorella Giovanna II, a sua volta senza figli nonostante diverse occasioni di averne!
Adottò, in modo confuso, ora Alfonso il Magnanimo, re d’Aragona, Baleari, Sardegna, Sicilia; ora dei principi francesi d’Angiò, ma della Terza Casa. Sembrò prevalere Luigi III d’Angiò francese, che, in attesa di ereditare, stabilì la sua corte a Cosenza, dando inizio alla feconda stagione dell’umanesimo latino cosentino e della Calabria. Morì però nel 1434, pochi mesi prima della stessa Giovanna II.
Approfittò della situazione Alfonso, che nel 1442 entrò in Napoli, e ne divenne re, venendovi a vivere, e comportandosi da principe italiano. Morendo nel 1458 lasciò Napoli al figlio Ferdinando (Ferrante), e al fratello Giovanni l’Aragona, la Sardegna e la Sicilia.
I titoli e le rivendicazioni di Luigi III, rimasto senza figli, passarono al fratello Renato, il quale è noto nelle cronache francesi come “le roi René”, ma ebbe tutt’altre vicende, e non fu mai nel Meridione.
Nel 1459 tentò una spedizione nel Reame il figlio Giovanni, in concomitanza con una violenta rivolta calabrese, di cui fu parte anche il celebre Antonio Centelles. Ferrante tuttavia superò ogni difficoltà.
E qui veniamo ai Grimaldi, nobili genovesi, che in questa guerra furono a fianco di Giovanni. Infatti, dietro queste faccende di successione non c’erano solo questioni personali, ma interventi esteri e grandi interessi. Genova, repubblica marinara ricchissima e non altrettanto forte, altalenava tra Milano e la Francia e gli Angiò; ed era in continua guerra contro Venezia. Entrambe erano attratte dalle risorse agricole del Sud Italia e dalla seta.
C’è un comune di Grimaldi (Grimaldo), anche se si suppone debba il nome a un longobardo Grimoaldo piuttosto che ai più moderni Grimaldi. Ma il cognome Genovese (Genoese) è diffuso. C’è anche una località Doria, frazione di Cassano; i Doria (d’Oria), discendenti del grande Andrea, furono duchi di Melfi. Diversi centri calabresi prendono il nome dai feudatari: Caraffa del Bianco, Caraffa di Catanzaro, Carlopoli, Cicala, Lauropoli, Savelli, Sersale, Staiti…
E, per quanto ci riguarda, ci furono i genovesi Cicala, che nel 1610 acquistarono dai Carafa il principato di Tiriolo; e il paese fondato come Castriota cambiò nome in Cicala. Era un Cicala rinnegato il capo pirata turco che nel 1594 saccheggiò anche Soverato e la Pietà.
Più vicino a noi, i Ravaschieri, un ramo dei Fieschi e dei conti di Lavagna, che troviamo feudatari di Tortora, Badolato, Simeri, Torre, Girifalco; e, per due secoli, principi di Satriano e duchi di Cardinale; titoli passati nel 1817 a Carlo Filangieri.
Ne abbiamo parlato in un importante libro edito a Genova; dopo di allora, non gliene importò più niente a nessuno, tanto meno a Satriano e Cardinale.
I Grimaldi principi sovrani di Monaco annoverano dunque più di una parentela in Calabria. Tra questi, vari rami di Grimaldi calabresi, presenti dal XIV secolo.
Facciamo un poco di politica estera. Monaco è uno Stato indipendente, molto piccolo ma anche molto ricco. Storicamente confinava con la contea di Nizza, ma, ceduta questa da Cavour alla Francia, è ora circondata da territorio francese. Mentone, di fatto occupata nel 1848 dal Regno di Sardegna, passò direttamente alla Francia, e vi appartiene.
Facciamo politica estera anche a scopo turistico?
Ulderico Nisticò