Un inaspettato “fuori programma” si è verificato ieri mattina durante la seduta del consiglio comunale. Nella sala consiliare si sono presentati molti genitori di alunni lametini, esasperati dal rincaro dei servizi scolastici. Essi, perciò, si sono dati appuntamento alle dieci davanti al municipio per protestare.
Nel corso della seduta del civico consesso, c’è stato un concitato scambio di opinioni tra genitori e amministratori comunali, al punto che si è ritenuto opportuno richiedere l’ intervento dei vigili per ripristinare l’ ordine.
Nella prima parte della mattinata, le famiglie hanno manifestano pacificamente nell’ atrio del municipio contro l’ aumentato costo dei buoni mensa scolastici e degli abbonamenti dei pullman. Una delegazione di circa trenta persone, tra mamme e papà, armati di cartelloni e striscioni, hanno espresso il proprio dissenso nei confronti della politica locale, che ha reso più costosi i servizi cittadini, compresi quelli legati al “diritto allo studio”. Tra i presenti vi erano anche i genitori degli studenti pendolari, i quali lamentano la mancanza di adeguati collegamenti tra le scuole e le proprie abitazioni. In particolare, le famiglie degli studenti di Sant’ Eufemia che frequentano l’ istituto tecnico per Geometri di Lamezia denunciano i disagi causati dalla non compatibilità delle corse degli autobus cittadini con gli orari scolastici. Infatti, in alcuni giorni settimanali, quando si fanno sei ore di lezione, i ragazzi entrano a scuola alle 8 ed escono alle 14. Ma gli studenti di Sant’ Eufemia non riescono a prendere il bus, perché l’ ultimo passa da via Miceli alle 13,40. Proprio in questi giorni si crea il disagio per molti genitori, che sono costretti a mobilitarsi da quartieri lontani per prelevare i propri figli, spesso in orario di lavoro. Una mamma racconta che alcuni giorni fa un pullman stracolmo di viaggiatori non si è fermato, dopo le ore 14, per prelevare suo figlio, lasciandolo a piedi.
In un secondo momento, il corteo dei manifestanti si è spostato nella sala consiliare. Qui si è sollevato un coro di lagnanze da parte dei genitori, i quali sono stati invitati ad uscire e a continuare il dibattito in un’ altra stanza. Presenti il vicesindaco Francesco Caglioti, l’ assessore alle politiche sociali Elisa Gullo, l’ assessore alla polizia municipale Massimiliano Carnovale e il consigliere comunale Mimmo Gianturco.
“I nostri figli non si toccano”. La frase ad effetto, che campeggiava su uno dei cartelloni, è stato lo slogan della protesta, scatenata dal caro prezzi di buoni mensa e abbonamenti dei pullman.
“L’amministrazione dice di essere costretta ad aumentare del 36 per cento il costo dei servizi a domanda individuale- ha affermato il consigliere Gianturco. Invece, l’ abbonamento degli studenti è aumentato del 150 per cento. Non è questo il modo di garantire il diritto allo studio”. Agli amministratori che si difendevano affermando di aver aumentato i costi dei buoni mensa in base al reddito, una mamma ha risposto con tono provocatorio: “ Immigrati, disoccupati e tossicodipendenti non pagano i buoni. Devo drogarmi pure io per essere esentata?”. I manifestanti sono stati quindi invitati ad abbassare il tono della polemica e sono stati concessi loro soltanto tre minuti a testa per parlare. Ma, a quel punto, i genitori hanno preferito andare via. L’ incontro è stato quindi rinviato ad oggi, alla presenza del sindaco Mascaro.
Antonella Mongiardo