A Soverato Superiore, i paracarri, alla lettera per quando c’erano i carri, si chiamano “bamboccioli”, parola che io tradurrei figurette, perché, almeno in origine, erano sagomati, forse in modo umano: qualche traccia se ne intravede. Come erano le erme dei Greci, scolpite con testa del dio Ermes, Mercurio. Ai grecisti viene a mente un famoso processo, ma qui non c’interessa.
Qualcuno ha già chiamato “bamboccioli” i dissuasori posti sul corso, e che qui ampiamente documentiamo. Sono bruttini e spero provvisori, ma contengono un alto contenuto simbolico: sul corso si cammina a piedi; sul corso ci sono i bar; sul corso la gente s’incontra… Evviva i bambocci!
Però c’è che la chiusura del corso, benefica, comporta qualche problema. Ne ho parlato qui e altrove; e personalmente con sindaco, assessori e ufficio tecnico, e, ovviamente, mi hanno detto tutti di sì. A parte Claudio Maria e la signora Iolanda, e qualche fanatico maleducato in Facebook, a me nessuno dice di no e quasi tutti di sì: e questo seriamente mi preoccupa. Infatti, ancora nessuno ha messo mano al ripensamento dei sensi unici attorno al corso, e più di una volta abbiamo sotto gli occhi problemi di svolte e di traffico interno.
Ci vuole uno studio tecnico, per far scorrere il traffico nelle parallele ad est e ovest del corso; in qualche caso, basta, come in via S. Martino, spostare un palo.
Approfitto per ribadire che servono i parcheggi a pagamento in tutto il tratto dal Quarzo alla Galleria, dove, per antichissimo vizio, troppi amici cercano di parcheggiare a meno passi possibile da dove vogliono passeggiare: è un fatto psicanalitico, lo vedete. Ebbene, è facile guarire i nevrotici del parcheggio con 0,50 € l’ora; senza abbonamenti; senza cellulari, solo con grattini cartacei.
Dite voi, Ma dove li comprano? Da nessuna parte, quindi vanno a parcheggiare altrove: e a Soverato di parcheggi gratuiti ce n’è un visibilio. Se sono venuti a passeggiare, dovrebbero essere ben contenti di aggiungere un chilometro alle loro vasche di lungomare.
Ecco un bell’argomento da campagna elettorale… se a Soverato ci fosse una campagna elettorale, e non, com’è, la ricandidatura degli uscenti, e un centro(destra) più muto di un convegno di tartarughe presieduto da una giraffa, con giornalisti pesci.
Ulderico Nisticò