Finalmente mi fanno contento, e parte una spedizione militare italiana per la Libia. Dico una spedizione ufficiale, perché, a quanto pare, i nostri ci sono già da un pezzo.
Ora mandiamo chi dice 200, chi 300 paracadutisti, con aerei e droni. Attenti, lezioncina di polemologia contemporanea: oggi, droni e aerei e anche appena 200 paracadutisti armati e addestrati sono l’equivalente, anzi valgono militarmente più di una divisione della Prima guerra mondiale con molte migliaia di uomini ma messi assieme alla buona. E sanno combattere con il minimo di perdite; e, particolare non trascurabile, costano di meno.
Insomma, è una cosa seria, questa missione in Libia, come sono cose serie quelle che i nostri stanno facendo in Afghanistan, Libano, Bosnia…
E siccome sono mesi che lo vado ripetendo, che l’Italia ha ogni interesse alla presenza militare in Africa, e non lasciare decidere a Francia e USA, che, oltre tutto, non ne sono capaci e fanno solo danni; per tutte queste ragioni e altre, sono ben lieto di aver appreso questa notizia. E poi, diciamo la verità, mi richiama tanto il 1911, quando mio nonno Ulderico era meharista.
Però, ragazzi, sentite questa: l’Italia manderà tutto quell’apparato del dio Marte, e i nostri soldati, se serve, faranno una bella guerra.
Sì, però… però la notizia completa è che noi mandiamo un ospedale, e solo per difendere l’ospedale, chi dice 200, chi 300 paracadutisti, con aerei e droni! Guardate cosa si deve inventare, l’Italia, per tenere buoni i pacifisti e buonisti e terzomondisti e antimilitaristi e temini in classe sulla pace: dobbiamo mandare un esercito con la scusa di un pacco di siringhe! Però, la pensata è furba: di fronte all’ospedale, tutti zitti, tutti felici. Bene inteso, tutti hanno capito benissimo il gioco, però possono mandare chi dice 200, chi 300 paracadutisti, con aerei e droni… che però sono ufficialmente delle pillole per il mal di testa e cerotti per le sbucciature.
Va bene, va bene, di parole non è mai morto nessuno: basta che ci andiamo con chi dice 200, chi 300 paracadutisti, con aerei e droni, e per me potete inventarvi anche che apriremo in Libia una scuola italiana di arabo classico e coranico con doposcuola di sanscrito! E che i mitra dei parà sono ad acqua! Acqua ossigenata, per la precisione.
Ulderico Nisticò