A Montauro, il Procuratore di Napoli ha condiviso dettagli sugli sviluppi di un recente incontro a Dublino con i vertici europei della piattaforma social
In un importante sviluppo nella lotta contro la criminalità organizzata, il Procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, ha rivelato un significativo successo nel contrastare l’uso improprio dei social media da parte dei clan mafiosi. Durante la recente manifestazione antimafia “Però parlatene” tenutasi nei giorni scorsi a Montauro, in provincia di Catanzaro, Gratteri ha condiviso dettagli su una collaborazione innovativa con TikTok, che ha portato al blocco di migliaia di contenuti legati alle attività mafiose.
Rispondendo a una domanda del giornalista Francesco Pungitore, Gratteri ha spiegato come le organizzazioni criminali abbiano recentemente spostato la loro attenzione su TikTok, utilizzando la piattaforma per comunicare e promuovere le loro attività.
Questo fenomeno, già analizzato da Gratteri e dal professor Antonio Nicaso nel loro libro “Il Grifone”, ha attirato l’attenzione dei vertici di TikTok.
“Due mesi fa – ha raccontato Gratteri – la sede europea di TikTok a Dublino ha chiesto di incontrarci, me e il professor Nicaso. Abbiamo spiegato loro il danno causato dall’amplificazione delle gesta mafiose sulla loro piattaforma. E loro hanno capito”.
La risposta di TikTok è stata rapida e decisa. L’azienda ha immediatamente formato una squadra di ingegneri informatici che, utilizzando software di intelligenza artificiale e parole chiave specifiche, “è riuscita a bloccare ben 36.000 file audio e video in una sola settimana”.
Gratteri ha sottolineato l’importanza di questo risultato: “Nel nostro piccolo, abbiamo evidenziato il problema. Una società come TikTok ha capito e ha preso posizione. Che sia per interesse morale, etico o commerciale non mi interessa. L’importante è che abbiano agito.”
Questo successo rappresenta un passo significativo nella lotta contro la criminalità organizzata nell’era digitale. La collaborazione tra le forze dell’ordine e le piattaforme di social media dimostra come un approccio congiunto possa portare a risultati concreti nel contrastare la presenza mafiosa online.
L’iniziativa di TikTok potrebbe servire da esempio per altre piattaforme social, aprendo la strada a una più ampia collaborazione tra il settore tecnologico e le autorità nella lotta contro la criminalità organizzata.