Premessa dantesca. Il mio canto preferito non è l’ambiguo V Inf. di Paolo e Francesca, o l’etereo III Par. di Piccarda, o il fin troppo celebre Ulisse, ma il poco noto XVII Inf., in cui si scopre che l’ingannatore per eccellenza, volpe e non leone, Guido da Montefeltro, viene fatto né leone né volpe ma pollo da uno più furbo di lui, papa Bonifazio VIII, e non ne solo ricava una pessima figura, ma finisce inopinatamente tra i dannati, qualmente, e con una ineccepibile lezione di catechismo della confessione e assoluzione, gli spiega il diavolo. Andatevelo a leggere.
La colpa indiretta è di Machiavelli e quella diretta è di Salvini, che se l’8 agosto 2019 si faceva i fatti suoi questo governo di trovatelli non c’era: non possiamo giurare che quelli di prima sarebbe stato meglio, perché ci manca la prova del giusto e del contrario, ma ora dobbiamo parlare del Conte 2 con PD, 5 stelle, briciole di sx, Renzi a giorni alterni, e, se serve, Berlusconi.
Sentiamo dovunque che i soldi promessi da Conte sono come il famoso proverbio di chiacchiere e tabacchiere di legno, che nessuno accetta come garanzia. E infatti le banche, impipandosene del governo Conte 2, oppongono ai clienti le stesse identiche difficoltà di prima, per concedere un prestito: giacché di prestito si tratterebbe, e non certo di soldi in regalo.
E già sappiamo che oggi le banche non accettano in pegno gli immobili cittadini; e figuratevi proprietà terriere senza mercato; e meno che meno attività commerciali aleatorie, se non garantite da stipendi e pensioni. Dopo il decreto… no, dopo gli innumerevoli decreti e le infinite conferenze stampa, la situazione è rimasta identica a prima; e le banche erogano o non erogano prestiti esattamente come prima. Alla faccia degli interventi statali!
E i soldi a fondo perduto? Nemmeno tutti hanno ricevuto i 600 € di aprile; e siamo all’11 maggio per una prom… no, chiacchierata seconda rata.
Intanto, le attività sono rimaste ferme… ferme nelle entrate, non nelle uscite; e, leggiamo, le bollette arrivano, e le intimazioni, e le sospensioni; e chi è in fitto, il fitto gli corre.
Ma Conte, trangugiando allegramente il MES che diceva di non volere, assicura ben 36 miliardi di euro; finora, senza una lira.
L’opposizione, che fa? Occupa il parlamento… un paio d’ore; poi è fine settimana, si va in ferie.
Sì, ragazzi, è meglio se vi parlo di Dante Alighieri. A proposito, nel 2021 è il centenario della morte: la cultura calabrese, e l’assessorato apposito, a tutt’oggi stanno facendo, per Dante, zero. E figuratevi per Gioacchino di Fiore, chi era costui?
Ulderico Nisticò