Gli omertosi di Saronno


ospedale-saronno Una volta Saronno era famosa per l’amaretto, oggi per i morti ammazzati in ospedale: una bella carriera! Tale dottor Cazzaniga sarebbe il presunto assassino, e presunta assassina la sua amante. Presunto, tutto presunto: così evitiamo querele, vero? Sì, ma i cinquanta e più morti non sono presunti, sono morti davvero, e non in un bosco come la povera Yara (siamo sempre da quelle parti), sono morti in ospedale, dove appena uno entra viene registrato, e se esce vivo viene dimesso, se muore viene scritto tra i morti; e non è possibile, in ospedale, morire di nascosto.

 La presunta amante del presunto Cazzaniga ha sussurrato al presunto medico che per lui avrebbe ucciso anche i figli. Provate a immaginare cosa farei io a questa presunta Medea dei poveri! E al presunto, idem. Sì, tutto giusto: ma come si fa, scusatemi, a sommare più di cinquanta morti non presunti, e nessun cane in camice s’è chiesto se per caso fosse tornata la peste che, stando al Manzoni, fece vittime da quelle parti nel 1629 e dintorni; e se la presunta peste fosse naturale, o diffusa dagli untori: presunti untori, ovvio.

 L’ospedale di Saronno non ha un primario di quel reparto? Non ha un direttore sanitario? Non ci sono dirigenti superiori nel territorio? Non c’è un sindaco, a Saronno? Non c’è una Regione Lombardia? Non ci sono Carabinieri o Questurini, a Saronno? Non si fanno pettegolezzi, a Saronno? Pare di no; o tutti dormono? o sono tutti omertosi? Omertosi: non ho sentito ancora questa parola.

 E già! Non ci sono parenti dei morti, a Saronno?  Non si stampano giornali, a Saronno e non ci sono tv? Non si fanno fiaccolate, a Saronno? Qui da noi, l’ospedale di Vibo, per un numero di defunti infinitamente inferiore è diventato oggetto di invettive, nonché di barzellette crudeli tipo “Se non la finisci ti ricovero a Vibo”. Invece a Saronno continuavano a portare i malati, e nessuno si stupiva che tantissimi ci restassero secchi.

 Se io fossi il procuratore della Repubblica, ordinerei una retata come quella dei Persiani ad Eretria: circondarono dalla spiaggia l’isola e avanzarono passo passo verso il centro, affinché non scappasse nessuno. Tutta Saronno in gattabuia, poi, caso per caso, vediamo: presunzione di colpevolezza!

  Quello che accade a Saronno si chiama omertà nel senso degenerato del termine. Già, come quando don Rodrigo mandò i bravi dal prete vigliacco: colpevole, don Abbondio; ma più colpevoli il podestà di Lecco e l’avvocato, che troveremo alla tavola di don Rodrigo; quanto al console del piccolo paese di Renzo, viene adeguatamente intimidito; e patteggiano la truffa il conte zio e il provinciale dei Cappuccini. Questo si legge nei Promessi Sposi, che non sono ambientati a San Luca o a Platì. Dite voi, ma fu allora… no, a Saronno c’è ancora, con cinquanta morti cui non badava nessuno.

 Ora mi piacerebbe leggere che a Saronno è andata una commissione antimafia o anti qualcosa; e che la popolazione ha tenuto una veglia, o la suddetta fiaccolata, o qualche invasato predicatore. Invece, a Saronno fischiettano “La bella Gigogìn” e fanno finta che i morti siano vegeti e vivi.

 Non è solo paura; è che lassù proteggono il nome del paese, e sperano che i due presunti vengano magari impiccati, però se la scansino l’ospedale di Saronno e il primario di quel reparto, il direttore sanitario, i dirigenti superiori nel territorio, il sindaco, la Regione Lombardia, i Carabinieri o Questurini; e se la scansi l’immagine dell’amaretto di Saronno. Qui da noi permettiamo a qualsiasi parolaio bruttino e goffo (non si offenda, Magalli, è solo una battuta) di farci passare tutti per rapinatori delle vecchiette.

 Intanto io aspetto di sapere se al presunto e alla presunta di Saronno daranno almeno un ergastolo a testa: e fortemente ne dubito. Eh, con l’omertà che si usa da quelle parti…

Ulderico Nisticò


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