Gli ermellini calabresi ispireranno la mascotte delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026.
Ormai manca solo la comunicazione ufficiale, ma dall’esito dalla percentuale di voti del sondaggio online, che si è concluso ieri sera, il bozzetto realizzato dagli alunni dell’Istituto comprensivo di Taverna ha prevalso, con il 53% dei consensi ottenuti, sulla coppia di fiori, un bucaneve e una stella alpina, realizzato dagli studenti dell’Istituto comprensivo “Sabin” di Segrate (Milano).
I due disegni finalisti sono stati selezionati tra i moltissimi elaborati grafici realizzati dagli studenti delle classi del primo ciclo di tutta Italia che hanno partecipato al concorso di idee “La scuola per le mascotte di Milano Cortina 2026”.
L’iniziativa, lanciata dalla Fondazione Milano Cortina 2026 e dal Ministero dell’Istruzione nel giugno del 2021, ha coinvolto i docenti e gli studenti nella ‘Road To The Games’, incoraggiando la partecipazione dei più giovani nel segno dei valori Olimpici e Paralimpici. Sono state circa 400 le domande di adesione ed oltre 1.600 le idee progettuali ricevute, 681 le classi partecipanti e 82 gli istituti autori collettivi degli elaborati grafici. Una commissione di esperti ha contribuito poi all’individuazione dei due elaborati finalisti che si sono prestati ad un contest lanciato a livello nazionale da Gianni Morandi e Amadeus sul palco del teatro Ariston in occasione del 73/mo Festival di Sanremo.
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A Taverna c’è grande fermento non solo nell’Istituto comprensivo guidato da quest’anno dalla dirigente Maria Rosaria Sganga ma anche tra le famiglie e i ragazzi. Il soggetto è stato creato da un team di quattordicenni Aurora Munizza, Sara Godino, Tommaso Pascuzzi, Francesco Angotti e Federico Barra, alunni della terza B dell’anno scolastico 2021-2022 e che adesso frequentano le scuole superiori a Catanzaro. A sostenerli è stata la docente Gabriella Rotondaro.
L’idea di partenza era che le Olimpiadi e le Paralimpiadi sono per tutti e di tutti e, dunque, ci sarà posto anche per due come loro che non hanno niente da invidiare agli altri sportivi. Un messaggio di apertura e di integrazione.