Una giornata all’insegna del divertimento e della festa, ma anche di riflessione e testimonianza, quella diocesana dei giovani, organizzata dal Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile di Catanzaro-Squillace, dal titolo “Maria si alzò e andò in fretta. Camminerò a un passo da te”, vissuta domenica 14 maggio presso la parrocchia “San Roberto Bellarmino” di Davoli (CZ).
Al mattino si è svolta la prima edizione del festival “A un passo da Te”, che ha avuto l’obiettivo di raggruppare le realtà giovanili delle varie parrocchie della Diocesi per vivere insieme un momento di festa, di condivisione, di scambio, di amicizia e di pace. Nel pomeriggio c’è stata la testimonianza di Mario Situm, giocatore del Catanzaro, che, ritornato da Reggio Emilia dopo aver vinto la Supercoppa di Lega Pro con la sua squadra, ha dato la sua testimonianza come giocatore e uomo di fede.
“Adesso siete in un’età importante per capire e pensare al vostro futuro”, ha detto ai giovani presenti. Dopo aver citato il brano del Vangelo della casa costruita sulla roccia, ha ricordato ai ragazzi che le tempeste comunque arrivano, ma se si è costruito su un terreno saldo, su Dio, si riesce a superare la difficoltà. Ha anche detto che questa, per il Catanzaro, è stata una stagione benedetta da Dio e, raccontando la sua preparazione prima di entrare in campo, ha confidato di scaldare prima i muscoli e poi di inginocchiarsi a pregare, perché senza preghiera non si può fare niente, serve sempre chiedere l’aiuto di Dio.
La testimonianza di Situm è stata poi ripresa dall’Arcivescovo S.E. Mons. Claudio Maniago durante la Celebrazione Eucaristica, il quale, dopo aver ringraziato il Signore per questa giornata e aver espresso la sua gioia nello stare insieme, ha evidenziato che “lui non si è messo prima in ginocchio e poi ha scaldato i muscoli. Il messaggio che ci dà è chiaro e mi permetto di rimbalzarlo a tutti voi. Non ci dobbiamo aspettare che il Signore faccia solamente miracoli, noi dobbiamo scaldare i nostri muscoli, quei muscoli che il Signore ci ha dato e che sono i nostri talenti”. Occorre, quindi, “scaldare” i nostri talenti, impegnarsi a tirarli fuori e mettersi in gioco.
Mons. Maniago ha poi evidenziato che quando si gioca “si può anche perdere e certamente non è colpa dei nostri muscoli, non è certamente colpa del Signore, ma la vita ci mette davanti ad alcune prove, delle prove dure talvolta, addirittura momenti che sembrano sconfitte, tanto che uno dice: ‘Io allora non conto niente!’, e invece no. Proprio questi muscoli scaldati e questo esserci inginocchiati e aver costruito la nostra casa sulla roccia ci rassicura. Tutti possiamo vivere un giorno di sconfitta, ma è diverso se hai le fondamenta giusta”.
L’Arcivescovo, infine, riprendendo il Vangelo del giorno, ha ricordato che “il Signore ci assicura che prega per noi, ci manda lo Spirito e sembra la risposta a chi si mette in ginocchio e ha scaldato i muscoli. Colui che sta accanto a noi ci dà la forza, la forza anche di accettare le sconfitte, la forza di rialzarsi quando capita di inciampare e cadere. Ecco: lo Spirito Santo non è un dono astratto, ma è presenza di Dio perché la nostra vita sia una vita bella, che valga la pena di essere vissuta”.
A conclusione della celebrazione, Mons. Maniago ha dato il mandato ai giovani che parteciperanno alla Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà dall’1 al 6 agosto a Lisbona.