Si è parlato ancora di Catanzaro nella puntata di ieri sera di Non è l’Arena, condotta da Massimo Giletti su La7. L’inchiesta “Gettonopoli” fornisce nuovi spunti al noto conduttore televisivo che ha ospitato il consigliere comunale Fabio Celia e la giornalista Giulia Zampina.
“Le nostre trasmissioni sulla Calabria – esordisce Giletti – hanno scatenato un putiferio su quella terra. Fabio Celia ha avuto quantomeno il coraggio di dimettersi”. Poi è tornato su Polimeni: “La risposta su Gratteri gli è stata dettata dall’ufficio stampa del Comune di Catanzaro. Gratteri è stato usato per dirsi santo. Non c’entrava nulla con la domanda di Luca Telese”.
Giulia Zampina, giornalista catanzarese, ribatte: “Nella narrazione dei fatti bisogna mantenere una certa equidistanza. Sono stati confusi alcuni piani. Chi dice che Rinascita Scott è legata a filo rosso con Gettonopoli, dà una visione totalmente sbagliata della vicenda. Le due cose non possono essere paragonate”.
A quel punto irrompe Alessandro Cecchi Paone, come un fiume in piena: “I colleghi non si deferiscono all’ordine. E’ una cosa orrenda. Chi la manda qui? E’ amica di Polimeni?” E Giletti rincara la dose: “Lei è funzionaria della Regione e fa anche la giornalista. Spero non scriva gli articoli quando fa la funzionaria”.
E subito dopo Fabio Celia (ex consigliere di Fare per Catanzaro) attacca: “Io posso rimanere ad una commissione quanto andare via. Ci siamo dimessi in cinque. Mi vergogno di far parte del consiglio comunale più indagato d’Italia. Mi vergogno da padre, da amministratore e da imprenditore. Invito tutti i consiglieri comunali a dimettersi. Ma hanno già trovato un accordo. C’è una grandissima responsabilità politica del sindaco e del presidente del Consiglio che almeno ci ha messo la faccia. Questa vecchia politica ha distrutto la storia di Catanzaro. Polimeni non deve fare quello che ha fatto Forza Italia che a Catanzaro ha barato”.
E ancora: “Senza questa trasmissione sarebbe finito tutto a tarallucci e vino. A Catanzaro ci sono un vulnus politico e democratico. A Catanzaro la politica si sposta verso il potere”.
A tirare le fila il conduttore: “Questa Calabria è amara. Con Gratteri in piazza c’erano appena 1500 persone. E’ gravissimo per Catanzaro”.