Non può essere solo per le pensioni, che la Francia è in fiamme; e in fiamme non è un modo di dire, se la tv ci mostra distruzioni ed esattamente incendi, e ieri 24 hanno messo fuoco al municipio di Bordeaux. Quello che stanno facendo in Francia è troppo per essere causato da due anni di età pensionabile. Non ce lo spiega nessuno, o forse nessuno lo capisce bene, ma la Francia deve avere non la febbre, che è un sintomo, ma qualche malattia profonda, e malattia grave. Gravissima, se bisogna pregare il re di Gran Bretagna di non venire in Francia, a scanso di botte.
Per un vizio antico di grandeur, spesso prosopopeica e parolaia, la Francia non ammette mai i suoi mali; ma ci basta una veloce carrellata sull’altalena politica dal 1788, con: una monarchia assoluta; tre monarchie più o meno costituzionali; due imperi di fatto tirannici anche se con il consenso dei tiranneggiati; cinque repubbliche e Vichy; e in mezzo molte sommosse e rivoluzioni; e guerre…
Non sono io in grado di capirne di più, da Soverato; ma i giornalisti pagati per stare a Parigi dovrebbero smetterla di essere politicamente corretti, anzi ossequiosi di tutto ciò che è francese, e studiare e spiegarci la verità sui grandi malanni della Francia.
Sì, ma mica solo la Francia. Negli USA, la terra ricca per antonomasia, crollano le banche e con loro i soldi di carta straccia; e le banche svizzere, proverbiali per funzionamento come uno svizzero orologio, vanno in crisi. La Germania, locomotiva d’Europa, sta mostrando tutte le sue debolezze, anche nelle banche. Le borse vacillano.
La malattia profonda è dunque intrinseca al sistema liberalcapitalistico (da quello comunista, Dio liberi!), e a un’economia che non viene intelligentemente governata, anzi è lasciata a briglie sciolte e in mano a grigi burocrati (e chi li ha messi lì?); e a politici di rappresentanza e scarsi di autorevolezza.
Intanto il Mediterraneo esplode, dopo il fallimento delle sedicenti primavere arabe. La Libia, devastata dalle bombe di Sarkozy e Obama, è nell’anarchia di pseudogoverni e bande e tribù e scafisti. L’Egitto e la Siria si sono salvati a brutto muso dai tagliagole dell’ISIS e altre consorterie delinquenziali. La Tunisia, che se fosse ben governata dovrebbe essere ricca solo con il turismo, è alla fame. E si temono, anzi è certo che ci arriveranno clandestini a centinaia di migliaia.
Che vuole fare l’Europa? Vuole mandare soldi al governo tunisino: io mi domando come possono essere tanto stupidi, a Bruxelles, per foraggiare un governo d’incapaci. E già, non possono ammettere che sia fallita una così simpatica primavera democratica: ahahahahahah. E invece bisogna fare con la Tunisia come si fa con i comuni quando vanno in dissesto: si affida l’amministrazione a dei commissari.
Sarebbe colonialismo? Beh, chiamatelo come vi pare, ma fatelo.
Ulderico Nisticò