Un forte terremoto di magnitudo 4.4 ha colpito il mar Tirreno alle 21:15 di ieri sera. La scossa s’è verificata proprio nel vulcano Marsili, il grande “mostro” sommerso nel cuore del Tirreno. La scossa è stata molto profonda, con un ipocentro di 389km, e per questo motivo non è stata avvertita dalla popolazione: le onde sismiche non sono riuscite arrivate in superficie e la crosta terrestre le ha attutite in profondità.
Poche ore fa, nella vicina Stromboli s’è verificata un’esplosione molto forte che ha impaurito i cittadini della Calabria tirrenica e in modo particolare della zona di Tropea, dov’è arrivato un forte boato con un tremore del suolo. Inoltre nelle ultime 48 ore s’è attivato un piccolo sciame sismico sull’Etna, con decine di scosse di magnitudo modesta (la più forte 2.4) nel versante nord/occidentale del vulcano, nella zona di Bronte.
Nel basso Tirreno spesso si verificano terremoti così profondi, che in alcuni casi hanno magnitudo anche rilevante, addirittura nel 1938 ce n’è stato uno di magnitudo 7,1, uno dei più forti di sempre nella storia d’Italia. Questi terremoti si verificano in un’area chiamata “piano di Wadati-Benioff”, che definisce un piano inclinato dove la litosfera oceanica sprofonda sotto la litosfera continentale. Il nome deriva dagli scopritori, Hugo Benioff, del California Institute of Technology, e Kiyoo Wadati, dell’Agenzia Meteorologica Giapponese, due sismologi che riuscirono a identificare questi eventi prima ancora della teoria della tettonica a placche.
Al Sud Italia abbiamo infatti la placca ionica si inflette sotto la Calabria e scende verso nord-ovest, al di sotto del bacino tirrenico. L’antico oceano della Tetide quindi, (il Mar Ionio) si inflette sotto la Calabria e sprofonda sotto il Mar Tirreno dando luogo a un’attività sismica particolarmente profonda. (www.meteoweb.eu)
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